Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è svolto un evento culturale, presentato da Teresa Miglino Ricci.
Gli intermezzi musicali sono stati affidati al Gruppo Folk: “I figli del Cilento”, con un repertorio canoro esclusivamente cilentano; gli interventi/relazioni ad Ettore Murolo e Antonio Baglivo; i saluti e i ricordi ad esponenti della politica e cultura cilentana.
Il tutto per rilevare come si può coniugare la storia, quella poco nota, la vita vissuta di un eroe del territorio, con la progettualità turistico-ambientale dell’area cilentana.
Giornalista, docente presso gli Istituti scolastici di 1 e 2 grado, docente di Formazione e Orientamento Professionale, responsabile del CEA (Centro Educazione Ambientale), impegnato in progetti nel settore ambientale e turistico, Cosmo Guazzo può a giusta ragione essere considerato una figura di primo piano per lo sviluppo di una idea di territorio da studiare, conoscere, valorizzare e rilanciare.
I due volumi di Guazzo sono: “Incontri con la storia – Cav. Luigi Peduto: una vita al servizio delle Fiamme Gialle” e “Il Progetto turistico del Cilento. I pregi di una lunga solitudine”.
Il primo è un libro/documento, la descrizione e la rappresentazione di una realtà, la fotografia e il racconto di un vissuto, fatto di pensieri, azioni e stati d’animo. Si tratta di una ricostruzione attenta alle vicende umane, anche attraverso interviste al cavaliere Peduto; è la storia di un uomo, distintosi in campo militare e civile, divenuto presidente della sezione di Castel San Lorenzo dei Combattenti e Reduci. Luigi Peduto nasce nel 1922 e da piccolo fa il sarto; nel 1941 frequenta il corso della Scuola Sottufficiali della Guardia di Finanza; nello stesso anno, in novembre, è in guerra e chiede di essere destinato ad incarichi operativi; dopo l’armistizio del 1943 è fatto prigioniero e condotto in un campo di concentramento in Russia. Lì inizia un’altra vita, di sofferenze e di difficoltà, ma anche di amicizia prima e amore poi per una donna ucraina, Maria, e di aiuto ed assistenza alla figlia di lei. Divideva con loro il frugale pasto e nascondeva la bambina che non poteva essere tenuta in quel luogo. Nel 1945 torna in patria, nel 1952 si sposa e vive con la moglie e la sua famiglia fino al 1988, quando diventa vedovo. Ebbene, ora la sua vita ritorna al suo passato: cerca quella donna, Maria, che aveva conosciuto decenni addietro e riesce a ritrovarla attraverso una trasmissione televisiva. Si reca in Ucraina per incontrarla ed infine la ospita a Castel San Lorenzo, per ricordare oltre sessant’anni dopo un “amore che fiorisce anche dove tutto è impossibile”.
Dal ricordo/memoria, ben tracciato da Antonio Baglivo, al rilancio delle sorti del territorio, il percorso è breve. E’ questo l’argomento del secondo libro, presentato da Ettore Murolo, che si occupa di piattaforme digitali, attraverso strategie e progetti di marketing, per coniugare la qualità della vita e i modi di essere cilentani, veri poli di eccellenza di questa vasta area.
E’ proprio Guazzo con il suo lavoro a delineare un percorso di sviluppo: le fonti di finanziamento dello sviluppo rurale; il turismo come politica orizzontale; il turismo e i piani di sviluppo; la ricerca e le strategie progettuali, questi i principali concetti espressi nel volume. Occorre raccontare il Cilento attraverso la conoscenza del territorio, che deve iniziare dalle scuole.
E’ un’area, quella cilentana, oggi conosciuta per la longevità di vita e la dieta mediterranea, ma anche per molti itinerari storico-culturali e paesaggistici che la rendono particolarmente attraente. Ma questi luoghi devono essere fruibili, con percorsi per il turismo, con eventi culturali, con le storie del passato, con le bellezze paesaggistiche. Murolo propone oggi un portale, pur riconoscendo la difficoltà di fare rete: individualmente sono tutti bravi a proporre idee, il difficile è mettersi insieme e offrire percorsi per coinvolgere i tanti soggetti del territorio, soprattutto le istituzioni. Cosmo Guazzo, che si rivela efficace interprete di una progettualità al servizio della conoscenza, conclude l’incontro sottolineando: “L’anima di un libro è quello di essere uno strumento in grado di tradurre l’esperienza di vita vissuta ed indirizzare verso iniziative che possano arricchire il panorama culturale e storico di una terra”.
Pasquale Martucci
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