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Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

di Pasquale Martucci

 

Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio questi vuoti, queste aperture, questo buco nella ciambella a dirci qualcosa sulla condizione umana. L’antropologia è lo studio delle culture e delle loro vie di fuga”. (1)

 

Nell’ambito del XII Congresso A.I.M.S., interessante è stata la relazione dell’antropologo prof. Adriano Favole, dell’Università di Torino, Dipartimento di Culture, Politica e Società, dal titolo: “Culture, conflitti, vie di fuga. Un approccio antropologico”. (2)

L’antropologo da tempo si occupa dei risvolti della società contemporanea nel rapporto con gli altri, le culture altre, attraverso il rispetto e il dialogo, ma anche con la consapevolezza che si ci trova a vivere un percorso comune. Le parole chiave da lui continuamente citate sono state “con-vivere”, “con-dividere”, “con-partecipare”, ovvero la possibilità di intrecciare vite, costruire processi conoscitivi insieme agli altri attraverso il “concetto di reciprocità”. Emerge il riferimento alle tesi di Marcel Mauss, legate ai concetti di donare, ricevere, ricambiare. (3)

Adriano Favole ha anche scritto un volume recente, da cui traggono spunto le sue argomentazioni. Si sofferma sul logos dell’antropologia, “un sapere che prende forma tra, attraverso dìalogo”, uno spazio di mezzo, di mediazione (4). Cita Ugo Fabietti (5), a proposito del concetto di cultura, inteso come “complesso di idee, simboli, comportamenti e disposizioni tramandati, acquisiti, selezionati e largamente condivisi da un certo numero di individui” (6). Inoltre, si rifà alla Primitive culture di Tylor, la cui visione della cultura include “conoscenza, credenze, arte, morale, diritto, costume e qualsivoglia abitudine e capacità acquisite dall’uomo in quanto membro di una società” (7).

Purtuttavia, Favole è convinto che la società deve uscire dagli schemi che si è data, imparare a vivere fuori di sé, abbandonare l’identità quando essa è intesa come chiusura ed è percepita come immodificabile. Ed allora c’è bisogno di affrontare le seguenti domande: quali risultano essere i limiti delle nostre società date?; quali sono i rischi di restare vincolati entro le nostre convinzioni? Una risposta, diciamo propedeutica, è di affermare una cultura che deve trasformare leggi, che regolano i nostri comportamenti, e superarle per modificare un clima sociale che spesso si manifesta con pericolose chiusure.

E qui siamo all’attualità di oggi, che ricorre spesso durante l’intervento al Congresso.

Entrando nello specifico delle questioni, c’è la possibilità di modificare le concezioni statiche e di chiusura democratizzando il concetto di cultura, attraverso l’azione di un essere umano che definisca e modelli i pensieri, le emozioni ed acquisisca gli “strumenti per pensare il mondo e per agirlo” (8), in relazione alle conoscenze acquisite da altri e alla costruzione e il confronto con “culture (e lingue) almeno parzialmente differenti l’una dall’altra” (9). E’ importante il carattere simbolico, sociale, relazionale per realizzare il noi: il simbolico si esercita nelle piazze, negli spazi pubblici e privati, ma sempre entro spazi relazionali. Francesco Remotti individua questa costruzione dell’umanità, che è tuttavia un esercizio difficile per gli “aspetti di novità e imprevedibilità”: si tratta di un fare che riguarda corpi vivi, anime, intelligenze, emozioni, sentimenti. (10)

Nell’intervento al Congresso di Napoli, Favole ha spesso citato l’idea di progresso di Mauss: il dono è scambio e reciprocità, ma è anche confliggere senza massacrarsi, darsi senza sacrificarsi. “Ha un senso il dono?”, si chiede. Il problema è l’homo oeconomicus, concetto tratto dalla teoria economica classica, le cui principali caratteristiche sono legate all’interesse personale e razionale, che trascura gli elementi della relazione e dunque il rapporto con l’altro, con il noi. La reciprocità non è la contrapposizione tra società e individuo; al contrario, il singolo è importante in quanto si relaziona e scambia, perché l’essere umano è incompleto e deve vivere in un rapporto di interdipendenza, che è dialettica e dunque conflitto non distruttivo, proprio come la mediazione rileva da anni.

L’antropologo riconduce i termini entro la loro etimologia. Anche conflitto è il cum latino, il con significa relazione, il noi, e fligere, scambio/incontro. Nella visione più deleteria il conflitto è massacro, sangue, violenza. Riprendendo il suo maestro Remotti (11), il termine identità starebbe ad indicare la visione monolitica, un nucleo duro, ed allora andrebbe del tutto abolito. Il concetto prende spunto a partire dagli anni cinquanta/sessanta, ed è una parola minacciosa che offre il massimo di sicurezza; è rivolto a se stesso (idem: uguale, medesimo) e non all’altro, alle aperture; non è cambiamento, e non permette alcuna relazione. Essere identico è perfetta uguaglianza, ed allora occorre rinunciare alla nozione di identità, perché le culture non sono identitarie e prevedono vie d’uscita (12)

Ho trattato il concetto di identità in diversi lavori ed ho sempre avuto l’idea che quel termine debba essere inteso come costruzione: nella storia ci sono state alternanze di dominazioni che hanno scambiato cultura, atteggiamenti, comportamenti. (13)

“Identità” nasce da identitas, ed effettivamente sta ad indicare la stessa cosa: eguaglianza di un oggetto rispetto a se stesso, che presuppone riconoscibilità, qualità in grado di distinguere le altre entità. E’ necessario allora ripercorrere quel concetto a seconda dei punti di vista nello sviluppo epistemologico della storia delle idee. Parmenide individuava l’unicità dell’essere e l’importanza delle caratteristiche identitarie e si contrapponeva ad Eraclito, che nel tutto diviene non poteva accettare l’idea di non modificabilità; Platone attribuiva alle idee il carattere di essenzialità e di non mutamento (identità); Aristotele nella sostanza vedeva la non modificabilità, e di conseguenza coloro che in seguito criticarono le tesi aristoteliche contestavano il carattere di identità (Hume). Kant superò l’idea che non ci possa essere il diverso (identità ma anche alterità), e da quel momento ci si avviò verso l’impossibilità dell’esistenza di oggetti individuali perfettamente identici. Schelling partendo da due realtà eterogenee, le ritenne identiche in rapporto ad una realtà superiore a cui le stesse appartengono: si introdusse l’identità e la differenza, poli attrattivi positivi e negativi. La sociologia e le scienze etnoantropologiche hanno visto l’individuo calato dentro un rapporto con la società: se l’unicità e l’inconfondibile ci sono, lo sono in relazione con il diverso, l’altro. L’identità è modificabile e trasformativa. E’ vero che l’individuo entro un gruppo costruisce una propria identità, ma come può dimenticare l’esistenza di altri gruppi, ovvero l’alterità? In psicologica, le componenti dell’identificazione, individuazione, imitazione, interiorizzazione, non possono considerare la staticità e la chiusura. Se all’inizio l’individuo si identifica con colui con cui si sente uguale, subito dopo affronta anche coloro che non gli appartengono, e dunque verso di essi si muove per realizzare conoscenza. Si passa così a quella che può essere definita identità sociale, che varia in base al contesto, al ruolo, alla rete di relazioni. Il concetto di identità dunque è assunto in funzione dell’elemento di alterità. E’ vero, come dice Remotti, che c’è l’orgoglio di appartenenza ad un gruppo o comunità e dunque il rifiuto delle persone esterne a noi. Ma ciò ci permette di individuare una identità in positivo (come siamo) ed una in negativo (come non siamo): ambedue queste posizioni implicano una relazione, un confronto. Ed implica anche la perdita dei confini, così come sosteneva Bauman. Se le tendenze nazionaliste sono legate a rifiuti, tuttavia sembrano essere istanze momentanee, contestualizzate, che non tutti i membri di quel gruppo accettano: sono le minoranze a chiedere la chiusura di qualsiasi relazione. In genere, il gruppo assimila i caratteri dell’altro, e costruisce una identità che, a questo punto, è dinamica, proprio come la teoria legata all’identità sociale di Tajfel, che ha compiuto studi sui processi di nazionalismo, razzismo e xenofobia.

Qualche anno fa, partendo dai due volumi di Remotti, affrontai l’identità negativa, come difesa dell’esistente e dello status quo. (14) Sarebbe lungo citare integralmente le parti riguardanti le tesi di Francesco Remotti: considerando però che qualche riscontro è già stato fatto in precedenza, riprendo l’idea che ho rispetto al concetto di identità.

Partendo dal concetto di sostanza, inteso come “riconoscimento senza discussioni”, che contiene purezza e continuità, ad esso deve contrapporsi la ricerca dell’alterità, del noi, che si realizza nel passaggio dall’identità intesa come “permanente” al “noi situazionale”, con confini sfumati, arbitrari e revocabili. (…) Questi sono gli elementi che portano a valutare l’identità come mito: “siamo così perché così deve essere!”, senza considerare la possibilità: “avremmo potuto essere diversamente!” (alterità). (…) La stessa storia ci ha insegnato che “la cultura è fatta di carenza di omogeneità” e “l’identità non è mai compiuta e compatta”.  Occorrerebbe invece ricorrere al noi, perché il noi è “riconoscimento dell’integrazione e alterità altrui, è avvicinamento, inclusione, assimilazione”. Il noi è differenziazione. (…) Ciò che invece ci preme affrontare è il ragionamento riguardante il tema della “costruzione e della rappresentazione della realtà”, in un contesto di attori che recitano sulla scena, in quanto esiste un vuoto relativo: l’identità non sarebbe stabilita e garantita ma riproposta e ricostruita. (15)

Si affermava in quel lavoro che Remotti rifiuta il concetto di identità in quanto: è sostanza, perché A è identico ad A, e non diventa altro; è un concetto astorico, perché è ciò che pensiamo di essere e di voler essere (dunque: finzione e mito); potrebbe portare la stessa cultura ad assumere i connotati di sostanza e di chiusura; è molto diversa dal riconoscimento che appartiene alle relazioni ed è fondato sulla reciprocità. (16)

Adriano Favole sostiene che l’esaltazione della propria identità trasforma gli uomini e li richiude in una gabbia. (17)

Ciò però se non guardiamo alle aperture, agli scambi: non possiamo pensare che gli uomini, senza la negazione di un concetto, non riescano a compiere la fuga dalla propria cultura se è chiusa, a mettere in discussione la propria percezione della realtà e le abitudini consolidate di vita. Condivido la tesi che parla di ampliare il nostro orizzonte, il campo visivo, senza per questo rinunciare ad esso, cioè ritornare alla propria cultura con nuove consapevolezze. L’antropologo rileva che le cose vanno in modo diverso: prima c’è la relazione, il riconoscimento delle culture, l’economia degli scambi, e poi l’identità. Le persone chiedono il riconoscimento, vivono nella modernità, sono duali (doppio), non individuo (che non può essere diviso). Il corpo non è individuazione ma incontro, la persona umana è divisibile (relazione): Favole introduce il termine dividuo, eliminando in (che ha eccezione di dentro, chiuso), ovvero essere meno incompleto, interdipendente, in relazione. Sarebbe ancora meglio parlare di condividuo (Remotti), perché ogni convivenza è con il noi. Riprendendo il concetto di “interazione tra esseri umani”, Favole ci riconduce al noi, che sarà centrale in tutto l’intervento al Congresso A.I.M.S. e nel volume da lui realizzato nel 2018, che riprende la tesi di Paolo Apolito. (18) Sul termine noi, Apolito stimola ad affrontare il passaggio dal “noi comunitario” (identitario), al “noi relazionale” (condivisione dei momenti aggregativi senza per questo legarli a momenti comunitari), rispetto all’evento festivo, che è poi l’elemento fondante di una “comunità identitaria”. (19) E dunque, secondo Remotti, statica e immodificabile. In precedenza, Apolito aveva già parlato di tre tipologie di festa: “religiose”; “storico-rievocative”; “trasgressive”. Queste ultime servivano proprio ad abrogare temporaneamente le norme che regolano la convivenza attraverso l’inversione e il rovesciamento dei comportamenti abituali: “travestimento (scambio di ruoli), eccessi alimentari e sessuali, euforia libera e sfrenata” (20). Come a dire: c’è una società statica, ma almeno per un giorno avvertiamo la possibilità del sovvertimento dell’ordine sociale.

Tornando a quel saggio, è proprio la tendenza dell’individuo a cercare nel suo corpo le basi per vivere la festa. Per Apolito, il festeggiare “ti permette di entrare in una unità sociale che ti accoglie, ti prende e trascina in un tutt’uno che armonicamente fluttua nello spazio delle azioni collettive”. Si tratta di una esperienza del noi, che pare superare lo stesso presupposto di manifestarsi in luoghi/non luoghi. Nelle feste spontanee, ci si sente unito all’altro “in una effervescenza di intenzionalità condivise e in una fortissima percezione del noi”. (21)

“Dunque, si tratta di verificare il dentro dei corpi, che si scatenano in un impulso e in un ritmo involontario. E ciò a prescindere dalla festa istituzionalizzata e vissuta dalla comunità del noi condiviso. Si tratta lo stesso di un noi, magari precario, legato al momento, ma si realizza comunque la ricerca dello stare insieme, danzare, secondo un impulso tipico dell’uomo. E’ all’interno dell’individuo che si manifesta la tendenza a festeggiare, al di là delle occasioni offerte dalla comunità. E quello stesso individuo cerca gli altri per mostrare questa sua propensione: proprio in contatto con gli altri può dare il meglio di sé e costruire rapporti”. (22)

Sono le relazioni dunque a configurarci, a far convivere le differenze. Il resto porta a chiusure, egemonie, razze, concetti di antirelazione, atteggiamento contrario allo scambio. E’ bene tenere a mente, dice Favole, di avere delle vie di fuga che ci aprono agli altri e ci porta all’interdipendenza. E’ la famiglia del con: convivenza, condivisione, compagnia, convivialità, compartecipare, compatire, ecc … Si tratta di un progetto di società in cui ci si fonde, con cui stare insieme, soffrire insieme. Il noi e il cum ci fa abbattere i muri in cui siamo finiti. (23)

La conclusione non poteva non essere affidata alle vie di fuga individuate per cercare di modificare ed aprire la cultura statica e immodificabile.

“Siamo esseri meta-culturali, non semplicemente prodotti e produttori di cultura. E’ la capacità di uscirne che ci definisce. (…) La cultura, le culture sono ragnatele che ci imprigionano, ma offrono anche impercettibili fili per librarsi o pensare di librarsi verso il cielo. Penso dunque fuggo”. (24)

 

Note:

  1. A. Favole, “Vie di fuga. Otto passi per uscire dalla propria cultura”, Utet – Dialoghi sull’uomo – DeA Planeta Libri S.r.l., 2018, 126.
  2. Il XII Congresso A.I.M.S., dal titolo: “Umanità in conflitto” si è svolto a Napoli, Stazione Marittima il 15 e il 16 novembre 2019. L’intervento di Adriano Favole, il 15 novembre, ha avuto un riscontro importante a proposito del concetto di identità.
  3. Cfr.: M. Mauss, “Saggio sul dono”, Einaudi 2002 (1923-1924).
  4. A. Favole, “Vie di fuga…”, cit., 13.
  5. U. Fabietti, “Elementi di antropologia culturale”, Mondadori 2010.
  6. A. Favole, “Vie di fuga…”, cit., 19.
  7. Ivi, 22.
  8. Ivi, 23.
  9. Ivi, 25.
  10. Il libro è: F. Remotti, “Fare umanità. I drammi dell’antropo-poiesi”, Laterza 2013. La citazione è ripresa da: A. Favole, “Vie di fuga…”, cit., 36.
  11. Cfr.: F. Remotti: “Contro l’identità”, Laterza 1996; “L’ossessione identitaria”, Laterza 2010.
  12. A. Favole, “Vie di fuga…”, cit., 39-40.
  13. Cfr.: P. Martucci, A. Di Rienzo, “Identità cilentana e cultura popolare”, CI. RI. Cilento Ricerche 1997; P. Martucci, “Le comunità cilentane del novecento”, Ed. Arci Postiglione, 2005; P. Martucci, “La vita quotidiana e il senso della cultura popolare cilentana”, Annali Storici di Principato di Citra, Anno V n.2 Tomo II/2007, 151-179; P. Martucci, “Cilentanità”, Ed. Arci Postiglione, 2008.
  14. Il saggio, scritto con Antonio Di Rienzo, dal titolo: “Memorie rituali. Le feste, le manifestazioni e le rappresentazioni identitarie nelle comunità del Cilento e del Vallo di Diano”, fu pubblicato dalla rivista “Il Postiglione” nn. 23-24, giugno 2011, 271-283.
  15. Ivi, 273-274.
  16. Ivi, 274.
  17. Nell’ambito del Congresso A.I.M.S., Favole si esprime sull’ampliamento dell’orizzonte sociale senza abbandonare quella che è la cultura di riferimento.
  18. Favole cita: P. Apolito, “Ritmi di feste”, Il Mulino 2014, in A. Favole, “Vie di fuga…”, cit., 41-42.
  19. Cfr.: P. Martucci, “Comunità in festa. Forme e significati degli eventi festivi nel passaggio dal noi comunitario al noi relazionale. Una ricerca su alcune manifestazioni cilentane”, Il Postiglione nn. 27-31, giugno 2018, 259-289. Sulle feste ho realizzato diversi lavori: P. Martucci, A. Di Rienzo, “Il sacro e il profano”, Edizioni Studi e Ricerche, 1999; P. Martucci, A. Di Rienzo, “Re frasche re Santu Liu”, Ed. Arci Postiglione 2000; P. Martucci, “Le feste ritrovate. Uno studio sociologico sulle feste religiose nel territorio del Cilento e del Vallo di Diano”, Il Postiglione, Anno XIII n. 14 giugno 2001, 211-239; P. Martucci, “La festa, le credenze e i riti. I significati della Notte di San Giovanni nel Cilento”, Il Postiglione, Anno XXI n. 22 giugno 2009, 205-216. Di recente sul sito: http://www.ricocrea.it, ho pubblicato alcuni lavori su: “Il rito re Santu Liu” a Postiglione; “Il Culto di San Lucido” ad Aquara; “Il canto delle Confraternite” nel Cilento antico”; “Il rito di San Pantaleo” a Vallo della Lucania.
  20. Cfr.: P. Apolito, “Festa”, “Enciclopedia delle scienze sociali”, Istituto Treccani, 1992, 63-69.
  21. P. Apolito, “Ritmi di feste”, cit.,184-185.
  22. P. Martucci, “Comunità in festa…”, cit., 266.
  23. A. Favole, “Culture, conflitti, vie di fuga. Un approccio antropologico”, intervento al Congresso A.I.M.S..
  24. A. Favole, “Vie di fuga…”, cit., 78.

 

 

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Ottobre 24th, 2020

Alla ricerca delle radici – Velia

La potenza di Elea di Pasquale Martucci   Nel territorio cilentano, una città molto importante fu certamente la romana Velia, […]

Settembre 8th, 2020

Dibattito / Marx, operaismo e teoria

Ho ricevuto da Antonio Peduzzi uno scritto di Mario Tronti, a proposito ed intorno alla sua ultima pubblicazione: “La teoria […]

Agosto 30th, 2020

“Aspromonte, la terra degli ultimi”

Note a margine del film di Mimmo Calopresti: “Aspromonte, la terra degli ultimi”. Comunità e destino di Pasquale Martucci   […]

Agosto 25th, 2020

Il pensiero / Hegel

Lo Spirito Assoluto nella dialettica hegeliana di Pasquale Martucci   Il 27 agosto di 250 anni fa nasceva Georg Wilhelm […]

Agosto 15th, 2020

Storia e radici – Il Cilento

Cilento: alla ricerca delle origini di Pasquale Martucci   Il Cilento è oggi una zona molto ampia, che parte dal […]

Luglio 24th, 2020

Idee e società – Ferdinand Tönnies

Il concetto di comunità in Tönnies di Pasquale Martucci   «La teoria della società riguarda una costruzione artificiale, un aggregato […]

Luglio 13th, 2020

Riti e cultura popolare / il grano

La passione del grano e la dimensione di verità di Pasquale Martucci   Un antico rituale, rilevato da Ernesto de […]

Luglio 10th, 2020

Idee / Franco Ferrarotti

La fenomenologia del sacro di Pasquale Martucci   Le ricerche di Franco Ferrarotti, seguendo una metodologia qualitativa con il ricercatore […]

Luglio 1st, 2020

Pagine di storia / Anno 1828

I moti nel Cilento: lo studio di una Rappresentazione Rituale di Pasquale Martucci   In alcuni paesi del Cilento, si ricordano […]

Giugno 25th, 2020

Pagine di Storia – Pisacane

Sapri: la Rievocazione di Pisacane di Pasquale Martucci   Sapri è conosciuta, al di là della splendida collocazione geografica nel […]

Giugno 20th, 2020

Pagine di storia / Torri costiere

Le torri costiere del Cilento   di Pasquale Martucci   Percorrendo la costa cilentana, si possono osservare una serie di […]

Giugno 8th, 2020

Seminario ISCRA: “L’insostenibile peso della felicità e della speranza”

Possibili processi di pensiero di Pasquale Martucci   In occasione del Seminario ISCRA online (6-7 giugno 2020), dal titolo: “L’insostenibile […]

Maggio 31st, 2020

Ricerca&territorio – Mitologia

U curdone ru monaco Aspetti mitologici e cultura popolare cilentana di Pasquale Martucci (il saggio è disponibile integralmente e con […]

Maggio 21st, 2020

LAURINO / SANT’ELENA

Un culto antico e importante di Pasquale Martucci   “La storia di Laurino è strettamente intrecciata a quella della sua santa […]

Maggio 17th, 2020

Epistemologia della complessità – EDGAR MORIN

EDGAR MORIN L’attualità del pensiero del teorico della complessità e la centralità della relazione soggetto-oggetto-ambiente per realizzare l’inizio di un […]

Aprile 29th, 2020

Pagine di storia / I Basiliani

I Basiliani e le comunità cilentane di Pasquale Martucci   A questi monaci, arrivati nel territorio a nuclei sparsi o […]

Aprile 25th, 2020

Martin Heidegger – letture critiche

Contro l’odio, i fascismi e i populismi, propongo la lettura del volume di Antonio Peduzzi sulle controverse idee del grande […]

Aprile 16th, 2020

Sapori&saperi – la tipicità cilentana

La storia dell’alimentazione e la tipicità cilentana di Pasquale Martucci   La scoperta e la riproposizione della tradizione alimentare è […]

Aprile 11th, 2020

Gli insegnamenti di un maestro: Aldo Musacchio

Cultura e formazione umana come fattori indispensabili allo sviluppo   Il sociologo dello sviluppo Aldo Musacchio, docente in diverse Università […]

Aprile 9th, 2020

Coronavirus: biologia o economia?

Coronavirus: biologia o economia?   Il filosofo Umberto Galimberti propone le sue argomentazioni/concettualizzazioni sul Coronavirus. Riprendo alcune parole chiave tratte […]

Marzo 29th, 2020

Le paure sociali – Ritualità e distanze sociali

Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Ottobre 28th, 2024

Il senso della singolarità

Il sociologo Danilo Martuccelli nelle sue ricerche si è dedicato alle problematiche dell’individuo nella sua relazione con la società, introducendo […]

Ottobre 21st, 2024

Sguardi sociologici (1) / Il sociologo del territorio

Inizio questa rubrica, per offrire un punto di vista che parta da lontano e vada lontano. E che si rivolga […]

Ottobre 17th, 2024

Premio: “L’identità del Cilento” (seconda edizione)

Il Premio Artistico-Letterario: “L’identità del Cilento”, riservato ai giovani del territorio dell’antico Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è giunto […]

Ottobre 14th, 2024

L’anima della tofa

Note sul libro di Gerardo Vassallo: “La tofa: una conchiglia e la voce della sua anima”, Galzerano Editore, settembre 2024 […]

Ottobre 9th, 2024

Sull’ermeneutica di Gadamer

Hans-Georg Gadamer è il filosofo che ha affermato l’universalità dell’ermeneutica, rilevando il “primato della dimensione storico-linguistica rispetto a ogni forma possibile di […]

Ottobre 2nd, 2024

Le immagini dell’identità cilentana

Qualche riflessione sulla prima edizione del Premio: “Identità del Cilento”, riservato ai giovani. L’approccio visuale.   Il Premio “L’identità del […]

Settembre 26th, 2024

Vallo della Lucania. Presentazione del libro: “Identità Evolutive”

Sabato 28 settembre 2024, alle ore 18:30 a Vallo della Lucania, sarà presentato il libro scritto da Luigi Leuzzi e […]

Settembre 20th, 2024

Prospettive tra psiche e società

“Psiche, che significa anima, io, viene simboleggiata dalla farfalla, anima sfuggente che ha una vita così breve. È lieve, difficile […]

Settembre 11th, 2024

Festivalfilosofia 2024: “I tanti volti di psiche”

Da venerdì 13 a domenica 15 settembre, a Modena, Carpi e Sassuolo si terrà l’annuale Festivalfilosofia dedicato a “psiche”. Saranno approfonditi […]

Settembre 6th, 2024

Vallo della Lucania: “Il Patrimonio Culturale del Cilento”

Sabato 7 settembre 2024, alle ore 18:00, a Vallo della Lucania sarà presentato il libro, curato da Luciana Gravina ed […]