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Ritualità e distanze sociali

 

In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali fondate sulla partecipazione attiva e la condivisione degli eventi, elaborando nuove pratiche affidate al potere delle parole e delle immagini.

di Pasquale Martucci

 

Il concetto di distanza sociale è emerso in questi ultimi tempi con la diffusione del “coronavirus”, ed è stato inteso come unico antidoto in grado di fronteggiare la crisi ed evitare che la popolazione intera possa essere contagiata.

La distanza tra individui è una condizione innaturale, un fenomeno nuovo che modifica le relazioni collettive: infatti, l’isolamento produce la mancanza di socialità dell’essere per natura collettivo, di un soggetto che insieme ad altri compie cerimonie, azioni, comportamenti, ma soprattutto rituali in cui avviene la rappresentazione corporea e scenica della stessa comunità.

Per Wulf, i riti sono costruzioni della ricerca, creazione del mondo culturale da parte degli uomini. Tali costruzioni prendono le mosse “da determinati presupposti concettuali e da norme e valori in essi contenuti”. In sostanza, i riti e i rituali rendono possibile alle istituzioni di fondare le comunità, anche se non sono statici ma dinamici e “producono il sociale”, secondo alcune caratteristiche: a) formano le comunità; b) rivestono importanza costitutiva per le istituzioni e le organizzazioni; c) hanno funzione di conservazione, ma anche di evoluzione e innovazione. (1)

Una delle forme rituali più importanti, che fonda l’essere e lo pone in relazione con un mondo soprannaturale di cui cerca di cogliere i messaggi, è costituita dalla pratica religiosa ora necessariamente negata.

Il 27 marzo 2020, da Piazza S. Pietro a Roma, Papa Francesco ha rivolto la preghiera e la benedizione “Urbi et Orbi”, elargendo l’indulgenza plenaria. E’ la vicinanza della Chiesa all’umanità attraverso la preghiera, è la benedizione del Papa al mondo, una esortazione al Signore perché non lasci i suoi figli da soli nella tempesta. Il tutto è trasmesso attraverso immagini televisive che raggiungono il mondo intero in una piazza deserta, ma simbolicamente piena di gente riunita contro il contagio. E le immagini raggiungono quotidianamente milioni di persone, trasmettendo riti e celebrazioni: le “Messe”, la “Divina Misericordia”, il “Rosario da Lourdes”, le preghiere e le varie attestazioni di fede.

Le pratiche religiose si caratterizzano, oltre che per gli atti liturgici, per la “condivisione dell’evento”, legato alla partecipazione della gente. Ed allora, è interessante osservare come, soprattutto nelle ricorrenze della Settimana Santa, si possa celebrare un “rito senza partecipazione”.

In uno studio sulle manifestazioni cilentane di qualche anno fa, per trovare le caratteristiche più importanti degli eventi festivi, furono costruiti alcuni indicatori: rilevanza dell’evento (conoscenza da parte del pubblico e pubblicità); organizzazione (impegno e funzionamento organizzativo); rappresentazione scenica (riuscita della drammatizzazione); partecipazione attiva (coinvolgimento degli attori nella festa); partecipazione passiva (presenza senza essere coinvolti); contenuti culturali (letteratura, storia, arte presenti nella festa); comportamenti rituali (espressioni e gesti degli attori sociali); funzioni rituali (legate alla manifestazione, all’evento); rilievo economico (eventuale sviluppo economico rispetto all’evento); condivisione ed adesione (giudizio positivo da parte del pubblico). Questi indicatori servirono per studiare una serie di manifestazioni, sia religiose che non religiose, osservate e descritte attraverso una metodologia qualitativa (riscontri documentari, partecipazione sul campo, immagini e fotografie dell’evento). Ad essi furono applicati dei giudizi valutativi: insufficiente; sufficiente; più che sufficiente; buono; ottimo. (2)

Ebbene, tra gli eventi religiosi rilevati (messe/celebrazioni, processioni/pellegrinaggi), gli indicatori con punteggi elevati erano rappresentati dai comportamenti e dalle funzioni rituali, ma anche dalla partecipazione attiva all’evento.

In studi successivi, furono considerate alcune differenze nella ritualità religiosa: processioni/pellegrinaggi e messe/celebrazioni, di cui si tratterà in seguito. (3)

E’ ancora rilevante la definizione di Paolo Apolito della festa, legata “al vissuto emotivo dei suoi partecipanti”, che si differenzia dal rito, da intendere “come percorso formalizzato che trascende il vissuto dei partecipanti”. Occorre puntare proprio su “socialità” e “partecipazione” per riscoprire l’importanza dell’“ethos festivo”, della piacevolezza del momento, in cui si svolge un complesso di azioni sociali che acquista identità e forza nelle interpretazioni degli attori e nelle pratiche che mettono in opera. Il tutto è riconducibile ad “un sistema standardizzato di organizzazione degli istinti e delle emozioni degli individui”. (4)

Dunque, la festa è il vissuto, è la cornice più generale entro cui si può estrinsecare il rito, legato ad una serie di azioni cerimoniali con al centro gli attributi (corpo e simboli). La festa è vissuta attraverso azioni spontanee, cornice del vissuto, organizzazione, partecipazione attiva e passiva, aspetti storici, sociali e culturali; mentre il rito è insito in percorsi formalizzati, pratiche cerimoniali, eventi ripetuti, partecipazione attiva, elementi simbolici e tradizionali. Gli elementi della feste sono: tempo; luogo; significati ed espressioni che accompagnano l’evento; forme rituali; forme sociali.

Di recente lo stesso Apolito ha studiato le forme attuali di manifestazioni festive, introducendo alcuni concetti: impulso; ritmo; legami; mimesi; sentimento; performer. Si tratta di tutti quegli elementi che contraddistinguono la capacità di entrare in relazione e festeggiare. Di conseguenza, non è la comunità che spinge alla festa, ma una tendenza dell’individuo che cerca nel suo corpo le basi per vivere la festa. E’ la comunità ritmica che evoca il dentro di un festeggiamento (il cuore). Tra gli esseri umani esiste una “musicalità comunicativa” che dà forma alle relazioni, perché siamo corpi “in dialogo ritmico perenne”. (5)

La ritualità più esplicita nelle nostre aree è certamente quella religiosa, che si occupa in particolare del rapporto tra uomo e sacro: la popolazione ha la certezza dell’esistenza di un’entità che ha la responsabilità di ciò di cui l’uomo non è responsabile.

Gli elementi che esplicitano il rituale religioso sono la preghiera e il corpo. La preghiera è la componente essenziale di un insieme di pratiche organizzate e regolate e si caratterizza per: a) un luogo e un tempo in cui compiere l’azione; b) una serie di parole prestabilite e di riflessioni spontanee; c) espressioni e comportamenti verbali e non verbali; d) linguaggio del corpo (gli individui stanno in ginocchio, a capo chino, con le mani giunte); e) utilizzo di oggetti (immagini, medaglie, elementi di devozione, ex voto, rosari, candele, incensi). (6)

Tra le forme rituali della religione, ci sono le messe/celebrazioni e le processioni/pellegrinaggi. Hervieu-Léger ha osservato come il pellegrinaggio possa essere considerato un evento in movimento, una “forma di socialità religiosa che si definisce del segno della mobilità e dell’adesione temporanea”. Si tratta di un evento che implica per il praticante alcune funzioni: a) pratica obbligatoria; b) pratica regolata dall’istituzione; c) pratica fissa; d) pratica comunitaria; e) pratica territoriale (stabile); f) pratica ripetuta. Al contrario, per il pellegrino: a) pratica volontaria; b) pratica autonoma; c) pratica modulabile; d) pratica individuale (scelta); e) pratica mobile; f) pratica straordinaria. Il sociologo francese contrappone le due figure del praticante e del pellegrino, differenziandole per il grado di controllo istituzionale. (7)

In realtà il pellegrinaggio, come pure la stessa processione (basti pensare a quelle che durano ore ed hanno le caratteristiche di un vero e proprio pellegrinaggio), è una metafora del viaggio in cui si superano le frontiere e si opera una separazione con il contesto comune. Si tratta di effettuare una partecipazione fisica (sforzo, sacrificio, sofferenza per raggiungere una meta desiderata). Alcuni intravedono una sorta di rito di iniziazione/purificazione per raggiungere un nuovo status, ovvero una dimensione sociale, partecipativa. Ma anche alcune funzioni del praticante/partecipante alle celebrazioni/messe sono riti di iniziazione cristiani, quali il battesimo e la cresima: una iniziazione effettuata su un piano “spiritualizzato”, in quanto “ci fa perfetti cristiani e veri soldati di Gesù Cristo”. (8)

La ritualità della Settimana Santa, non prescinde dall’elemento legato alla partecipazione.

Nel Cilento, soprattutto il Venerdì Santo è il giorno di passione e di preghiera: le veglie nelle chiese e la Via Crucis lungo le strade costituiscono occasioni di grande partecipazione collettiva. Nella zona del Monte Stella il Venerdì Santo avviene la rappresentazione dei Canti delle Confraternite che rendono omaggio ai “Sepolcri”. I cumpràti dai paesi di appartenenza fanno il giro dei borghi più importanti sfidandosi in competizioni canore ed odi religiose inneggianti la vita e la passione di Cristo, della Madonna e dei Santi. (9)

In alcune rappresentazioni sacre, si assiste a vere e proprie drammatizzazioni, in cui la descrizione della festa non prescinde da quello che in precedenza è stato definito “ethos festivo” (Apolito), ma presuppone comunque uno studio delle immagini rispetto alla rappresentazione proposta.

Lello Mazzacane applicò la “visual anthropology” allo studio delle forme rituali per analizzare e decodificare le forme visibili di “una cultura”, in rapporto con i luoghi, gli oggetti, gli edifici, i corpi della gente. In realtà, la teoria del visuale permette di cogliere in maniera analitica il dato esterno, di sintetizzare le relazioni tra vari aspetti della realtà,  di rimandare/elaborare a qualcosa che non può essere colto visivamente (aspetto analogico). Dunque, non si tratta di un mero strumento tecnico ma di una approccio legato della conoscenza dei fenomeni, rilevando i significati degli stessi e mettendo in relazione i diversi contesti culturali. (10)

Passiamo alla descrizione/narrazione della Via Crucis, che fu oggetto di uno studio alcuni anni fa a Trentinara. (11)

Gesù è legato e frustato, il popolo assiste in silenzio. I soldati si aggirano per la scena e dominano la situazione. Pilato deve decidere se condannare il re dei Giudei o Barabba ed affida alla gente il giudizio, lavandosi le mani: sarà liberato Barabba. Il momento più bello della manifestazione inizia allora con il supplizio di Cristo. Il protagonista è espressivo e dà il meglio di sé nella recita. La gente assiste alla sofferenza impressa sul suo volto. La croce attende il figlio di Dio, una corona di spine è posta sul suo capo. La croce viene deposta sulle sue spalle. Sul volto alcune ferite ed il sangue della corona. L’uomo procede a fatica con il pesante legno; i soldati lo frustano, lo strattonano. Il percorso è delimitato dagli ostacoli che impediscono al pubblico di entrare sulla scena. Gesù cade ed è costretto a rialzarsi, intanto si fa sera. La Madonna va incontro al figlio, gli parla, lo conforta, lo stringe a sé, lo abbraccia. Il Cristo prosegue con la croce in spalla il suo cammino. Dietro di lui la gente che ha scelto Barabba. Viene sorretto per poter meglio sopportare la croce, c’è chi lo aiuta a camminare. Una donna gli asciuga la fronte e gli dà refrigerio. Le frustate e la croce segnano il suo percorso: cade ed è costretto nuovamente a rialzarsi, è sfinito. Il Calvario è ancora lontano. La gente allora si inginocchia dinanzi al figlio di Dio e chiede perdono. Le lacrime solcano i volti, soprattutto quelli delle donne. Lui le benedice, poi prosegue con la croce in spalla. Sul Monte due ladroni sono già posti sulle croci. Gesù giunge e tutto il popolo è dietro di lui. E’ spogliato delle sue lacere vesti, sistemato sulla croce, poi inchiodato. La croce è posta al centro, tra le altre due. Intorno la folla assiste all’evento, molti piangono in ginocchio. Il sale è posto sulle ferite, la pioggia inizia a cadere; pure i fulmini e i tuoni solcano il cielo. La rappresentazione si svolge in questo scenario irreale, il cielo è tetro e sembra proprio attestare la Morte e la Passione di Cristo. I soldati avvertono dei dubbi, un centurione dichiara: Costui era il figlio di Dio. Alla sua morte il corpo è tolto dalla croce e avvolto nel bianco lenzuolo, dopo che Maria e le altre donne lo hanno lavato. La scena si chiude così, senza altri commenti. La tristezza è ora impressa sui volti di tutti, gli spettatori hanno forse il viso segnato da una lacrima.

Questa manifestazione religiosa vede la partecipazione di numerosi personaggi in costume che entrano in relazione e rievoca la passione e la morte di Cristo con tutti i suoi significati e i suoi simboli. Si mette in scena una narrazione, una forma universalmente riconosciuta di una comune visione del mondo, una “congiunzione tra il mondo profano e il mondo sacro che ci trascende”. E questa narrazione non è altro che un mito, che chiarisce ed evoca attraverso la ritualità “dando corpo ad immagini che tutti riconoscono come proprie”. (12)

Il mito può essere considerato un racconto sacro che svela dei misteri e che dà la risposta a molti interrogativi degli uomini, nel loro rapporto con il mondo esterno. Nelle prime accezioni si tratta un elemento organizzatore delle società, specie di quelle che ancora non hanno formalizzato le leggi che governano il mondo. In assenza di regole, l’uomo rischierebbe di perdersi e cadere nell’ansia e nella paura, per cui attraverso i miti egli trova il senso della realtà e costruisce un ordine in un contesto che sarebbe incomprensibile. E, avvertendo il bisogno di superare e risolvere le contraddizioni di “natura”, il mito serve a rendere spiegabile un rito, un atto formale, un bisogno e corrisponde al sistema di credenze di un gruppo. (13)

Émile Durkheim vede i miti e la religione come espressione della realtà sociale: partendo dall’assunto che “le rappresentazioni religiose sono rappresentazioni collettive”, afferma che tutto dipende dall’organizzazione e dalle istituzioni sociali. L’uomo ha natura duplice: essere individuale/essere sociale. Occupandosi dei concetti di soprannaturale e di divinità, rileva analoga duplicità in: credenze (rappresentazioni) e riti (azioni); sacro/profano (dove i divieti e i tabù proteggono dal profano); magia (dove c’è assenza di regole) e religione (dove si esercita la collettività solidale). Definisce i miti come appartenenti al “sistema delle credenze” che si esprimono attraverso il “sistema rituale”, con cui stanno in continua relazione. (14)

Ora accade che la ritualità è privata dell’elemento essenziale della partecipazione proprio per l’affermazione della “distanza sociale”. E ciò avviene attraverso una nuova ritualità con il ricorso alle immagini, ovvero a cerimonie messe in scena e trasmesse senza la partecipazione del pubblico.

Per poter spiegare il nuovo fenomeno che si afferma, ovvero trasmettere una realtà senza la presenza di fedeli all’evento e far acquisire l’immaginazione di una ritualità, occorre rinviare a tre concetti essenziali. Il primo è quello di segno, inteso come qualcosa che sta per qualcos’altro e comunica qualcosa ad altri. Si realizza dunque l’interpretazione da parte di una coscienza, un processo cognitivo di comprensione, un processo che implica la comunicazione. (15) Poi vi è la mimesis, che significa sia imitare che rendersi somigliante. E’ nel rapporto tra realtà data e rappresentata, imitazione di qualcosa che non è dato. Essa racchiude l’oggetto imitato, il processo di imitazione, colui che imita, rinviando a immaginazione, linguaggio e corpo. (16) Infine, il concetto di immagine, che deve intendere la realtà come un “essere nell’immagine”, rimandare al sacrificio nella ritualità cattolica e contenere: a) presenza magica; b) rappresentazione artistica; c) simulazione tecnica. (17)

Scrive Kamper che, se eikon (imago) significa relazione in cui compaiono gradazioni di somiglianza (il figlio è l’eikon del padre), ecco perché la chiesa usa la definizione di uomo come immagine di Dio. Si vive nella rappresentazione del mondo cercando di trovare un aldilà nelle immagini stesse, per esorcizzare la paura della morte e raggiungere il desiderio di essere immortali. Con le immagini non è possibile né ricordare né dimenticare: “l’immaginario è quel voler dimenticare che ricorda e quel voler ricordare che dimentica”. Meno sono le immagini e maggiore è il ricordo e più sono le immagini e minore è la memoria. Purtuttavia, è difficile un’esistenza senza immagini, in quanto esse significano “presenza, rappresentazione e simulazione di una cosa assente”, dove la presenza è la dimensione magica, la rappresentazione riunisce le forze della mimesis, “la capacità di porre le immagini come immagini”, la simulazione è illusione. (18)

Presenza, rappresentazione e simulazione costituiscono l’oggetto di una nuova riflessione da compiere rispetto ad una ritualità senza pubblico che caratterizzerà, e per la prima volta, le prossime funzioni e pratiche religiose. Occorrerà osservare se si riuscirà a dare senso ad una ritualità, affidata alle parole, alle preghiere e ai canti, senza la rappresentazione e messa in scena dei corpi dei fedeli.

 

Note:

  1. C. Wulf, “Rito”, in “Le idee dell’antropologia”, a cura di C. Wulf, Ed. Bruno Mondadori, 2002, or. 1997, pp.1054-1062.
  2. P. Martucci, “Le feste ritrovate. Uno studio sociologico sulle feste religiose nel territorio del Cilento e del Vallo di Diano”, Il Postiglione, A. XIII N. 14 – giugno 2001, pp.211-239.
  3. Cfr.: P. Martucci, A. Di Rienzo, “Memorie rituali. Le feste, le manifestazioni e le rappresentazioni identitarie nelle comunità del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni”, Il Postiglione, Anni XXII-XXIII, numeri: ventitré-ventiquattro – giugno 2011, pp. 271-284; P. Martucci, “Comunità in festa. Forme e significati degli eventi festivi nel passaggio dal noi comunitario al noi relazionale. Una ricerca su alcune manifestazioni cilentane”, Il Postiglione nn. 27-31, giugno 2018, 259-289.
  4. P. Apolito, “Il tramonto del totem”, FrancoAngeli 1993, pp.73-79.
  5. P. Apolito, “Ritmi di festa. Corpo, danza, socialità”, Il Mulino 2014, p.51.
  6. Cfr.: P. Martucci, “Il rito re Santu Liu: significati e forme di espressività popolare. Lo studio di una festa”, Postiglione 30 aprile 2016, in: http://www.ricocrea.it; P. Martucci, “I significati antropologici del Culto di San Lucido”, Aquara 24 luglio 2018, in http://www.ricocrea.it.
  7. D. Hervieu-Léger, “Il pellegrino e il convertito”, Il Mulino 2003, or. 1999, p.87.
  8. G. Vignola, “I riti di iniziazione”, Ed. Odoya 2019, pp.222-223.
  9. Cfr.: P. Martucci, “Il Cilento Antico e il canto dei cumpràti”, in http://www.ricocrea.it, 14.04.2019.
  10. L. Mazzacane, L.M. Lombardi Satriani, “Perché le feste”, Savelli 1974; L. Mazzacane, “Struttura di festa”, Franco Angeli 1985; L. Mazzacane, “Non più museo. L’originale e la copia nell’epoca della riproducibilità digitale”, in “Voci”, Annuale di Scienze Umane, A. XII 2015, pp.75-94. Cfr.: P. Chiozzi, “Manuale di antropologia visuale”, Unicopli 1993; U. Conti, “Lo spazio del visuale. Manuale sull’utilizzo dell’immagine nella ricerca sociale”, Armando 2016; F. Faeta, “Strategie dell’occhio. Saggi di etnografia visiva”, Angeli 2003; F. Faeta, “La fotografia come descrizione densa. Antropologia, fonti e documenti”, in “Voci”, Annuale di Scienze Umane, A. XII 2015, pp.28-43; G.D. Fragapane, “La fotografia come paradigma interdisciplinare”, in RSF rivista di studi di fotografia, n.4-2016; C. Geertz, “Antropologia interpretativa”, Il Mulino 2001; A. Ricci (a cura di), “Etnografie visive nella ricerca antropologica contemporanea: cinema, video, fotografia, realtà virtuale”, in “Voci”, Annuale di scienze umane, A. XII 2015, pp.5-14.
  11. Cfr.: P. Martucci, A. Di Rienzo, “Il sacro e il profano”, Edizioni Studi e Ricerche 1999, p.99. Il materiale audiovisivo fu fornito dalla Pro-loco di Trentinara il 13 febbraio 1999.
  12. G. Vignola, cit., p.295.
  13. M. Detienne, “Mito”, Enciclopedia delle Scienze Sociali, Treccani 1996, pp.716-727.
  14. E. Durkheim, “Le forme elementari della vita religiosa”, Mimesis 2013, or. 1912.
  15. J. Trabant, “Segno”, in “Le idee dell’antropologia”, cit., p.647.
  16. C. Wulf, “Mimesis”, in “Le idee dell’antropologia”, cit., p.1039.
  17. D. Kamper, “Immagine”, in “Le idee dell’antropologia”, cit., p.595.
  18. Ivi, pp.596-600.

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Dicembre 8th, 2020

Un poeta e il suo tempo

Alcune riflessioni sul volume: A. Barbero, “Dante”, Laterza 2020 ……………….. Sabato 11 giugno 1289, il giorno di San Barnaba, Dante […]

Dicembre 2nd, 2020

San Giovanni a Piro: il Cenobio basiliano

San Giovanni a Piro è il paese degli archi, delle stradine strette, delle scale e balaustre, dei comignoli merlati, dei […]

Novembre 29th, 2020

Paese d’anima e memoria

Di seguito pubblico due poesie dense d’amore e ricordi del paese natio di Emilio La Greca Romano —————————————————————– “A tessitura […]

Novembre 24th, 2020

L’attualità di Spinoza

Baruch Spinozaè tra le figure più affascinanti e fraintese della storia della filosofia, come è accaduto a tanti pensatori vittime […]

Novembre 22nd, 2020

Terremoto dell’Irpinia … quarant’anni fa

Scene di pianto, volti atterriti, momenti di lutto, disagi esistenziali tornano oggi alla memoria: sono passati ben quarant’anni dal terremoto, […]

Novembre 14th, 2020

Il dominio dei Social Media

Lo sviluppo del web ha radicalmente trasformato la società con l’introduzione di tecnologie user-driven, come blogs, social networks e piattaforme […]

Novembre 8th, 2020

Ricordi e memoria / Torna com’eri quando …

Emilio La Greca Romano è tante cose: poeta e scrittore, docente e giornalista pubblicista (ha collaborato e collabora con diverse testate […]

Novembre 4th, 2020

C’era Molpa oltre Palinuro

Dal mare di Palinuro si possono osservare alcune grotte impareggiabili, rocce ed una spiaggia di sabbia che brilla. La leggenda […]

Ottobre 24th, 2020

Alla ricerca delle radici – Velia

La potenza di Elea di Pasquale Martucci   Nel territorio cilentano, una città molto importante fu certamente la romana Velia, […]

Settembre 8th, 2020

Dibattito / Marx, operaismo e teoria

Ho ricevuto da Antonio Peduzzi uno scritto di Mario Tronti, a proposito ed intorno alla sua ultima pubblicazione: “La teoria […]

Agosto 30th, 2020

“Aspromonte, la terra degli ultimi”

Note a margine del film di Mimmo Calopresti: “Aspromonte, la terra degli ultimi”. Comunità e destino di Pasquale Martucci   […]

Agosto 25th, 2020

Il pensiero / Hegel

Lo Spirito Assoluto nella dialettica hegeliana di Pasquale Martucci   Il 27 agosto di 250 anni fa nasceva Georg Wilhelm […]

Agosto 15th, 2020

Storia e radici – Il Cilento

Cilento: alla ricerca delle origini di Pasquale Martucci   Il Cilento è oggi una zona molto ampia, che parte dal […]

Luglio 24th, 2020

Idee e società – Ferdinand Tönnies

Il concetto di comunità in Tönnies di Pasquale Martucci   «La teoria della società riguarda una costruzione artificiale, un aggregato […]

Luglio 13th, 2020

Riti e cultura popolare / il grano

La passione del grano e la dimensione di verità di Pasquale Martucci   Un antico rituale, rilevato da Ernesto de […]

Luglio 10th, 2020

Idee / Franco Ferrarotti

La fenomenologia del sacro di Pasquale Martucci   Le ricerche di Franco Ferrarotti, seguendo una metodologia qualitativa con il ricercatore […]

Luglio 1st, 2020

Pagine di storia / Anno 1828

I moti nel Cilento: lo studio di una Rappresentazione Rituale di Pasquale Martucci   In alcuni paesi del Cilento, si ricordano […]

Giugno 25th, 2020

Pagine di Storia – Pisacane

Sapri: la Rievocazione di Pisacane di Pasquale Martucci   Sapri è conosciuta, al di là della splendida collocazione geografica nel […]

Giugno 20th, 2020

Pagine di storia / Torri costiere

Le torri costiere del Cilento   di Pasquale Martucci   Percorrendo la costa cilentana, si possono osservare una serie di […]

Giugno 8th, 2020

Seminario ISCRA: “L’insostenibile peso della felicità e della speranza”

Possibili processi di pensiero di Pasquale Martucci   In occasione del Seminario ISCRA online (6-7 giugno 2020), dal titolo: “L’insostenibile […]

Maggio 31st, 2020

Ricerca&territorio – Mitologia

U curdone ru monaco Aspetti mitologici e cultura popolare cilentana di Pasquale Martucci (il saggio è disponibile integralmente e con […]

Maggio 21st, 2020

LAURINO / SANT’ELENA

Un culto antico e importante di Pasquale Martucci   “La storia di Laurino è strettamente intrecciata a quella della sua santa […]

Maggio 17th, 2020

Epistemologia della complessità – EDGAR MORIN

EDGAR MORIN L’attualità del pensiero del teorico della complessità e la centralità della relazione soggetto-oggetto-ambiente per realizzare l’inizio di un […]

Aprile 29th, 2020

Pagine di storia / I Basiliani

I Basiliani e le comunità cilentane di Pasquale Martucci   A questi monaci, arrivati nel territorio a nuclei sparsi o […]

Aprile 25th, 2020

Martin Heidegger – letture critiche

Contro l’odio, i fascismi e i populismi, propongo la lettura del volume di Antonio Peduzzi sulle controverse idee del grande […]

Aprile 16th, 2020

Sapori&saperi – la tipicità cilentana

La storia dell’alimentazione e la tipicità cilentana di Pasquale Martucci   La scoperta e la riproposizione della tradizione alimentare è […]

Aprile 11th, 2020

Gli insegnamenti di un maestro: Aldo Musacchio

Cultura e formazione umana come fattori indispensabili allo sviluppo   Il sociologo dello sviluppo Aldo Musacchio, docente in diverse Università […]

Aprile 9th, 2020

Coronavirus: biologia o economia?

Coronavirus: biologia o economia?   Il filosofo Umberto Galimberti propone le sue argomentazioni/concettualizzazioni sul Coronavirus. Riprendo alcune parole chiave tratte […]

Marzo 29th, 2020

Le paure sociali – Ritualità e distanze sociali

Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Novembre 19th, 2024

Il turismo e le nuove tecnologie

Quando parliamo di turismo, la prima considerazione è di valutare il rapporto tra i turisti/visitatori e l’ambiente esterno, le risorse […]

Novembre 17th, 2024

I giovani incontrano l’arte: l’osservazione di una interazione

Un interessante esperimento di interazione tra i giovani è l’arte è stato realizzato lo scorso 15 novembre 2024, presso l’Auditorium […]

Novembre 14th, 2024

La sociologia di Franco Ferrarotti

È scomparso all’età di 98 anni Franco Ferrarotti, considerato da molti il padre della sociologia, certamente colui che ha contribuito […]

Novembre 11th, 2024

La parola viva

Paul Ricoeur, in “La parole est mon royaume” (Esprit, 1955), sosteneva che la parola era il suo lavoro, il suo […]

Novembre 5th, 2024

Osservare il margine: lo sguardo di Gaetano Barbella

Gaetano Barbella mi ha trasmesso uno scritto che riprende l’ultima parte dell’articolo “Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine”. Ringrazio […]

Novembre 4th, 2024

Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine

Il secondo sguardo si occupa del concetto di margine, periferia, distanza di un territorio dal suo centro. Il margine e […]

Ottobre 28th, 2024

Il senso della singolarità

Il sociologo Danilo Martuccelli nelle sue ricerche si è dedicato alle problematiche dell’individuo nella sua relazione con la società, introducendo […]

Ottobre 21st, 2024

Sguardi sociologici (1) / Il sociologo del territorio

Inizio questa rubrica, per offrire un punto di vista che parta da lontano e vada lontano. E che si rivolga […]

Ottobre 17th, 2024

Premio: “L’identità del Cilento” (seconda edizione)

Il Premio Artistico-Letterario: “L’identità del Cilento”, riservato ai giovani del territorio dell’antico Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è giunto […]

Ottobre 14th, 2024

L’anima della tofa

Note sul libro di Gerardo Vassallo: “La tofa: una conchiglia e la voce della sua anima”, Galzerano Editore, settembre 2024 […]