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Il culto della Madonna nel territorio cilentano

di Pasquale Martucci

 

La Madonna piangente vestita a lutto ed in cerca del Figlio incontra San Pietro che la invia a casa di Pilato. Maria chiama il Figlio e lo invita ad aprire la porta. Questi legato chiede dell’acqua, ma i pozzi si sono essiccati. Allora dice: “Mamma, va’ dai fabbri e di’ loro di usare ferri e non chiodi, di farli sottili perché devono conficcarsi nella mia carne delicata”. La Madonna riferisce ai fucinieri che rispondono: “Li faremo più grossi, li faremo di tre chili ognuno, per fargli avere morte e passione”. La Madonna cade a terra, è quasi morta. “Accorrete gente che Maria è caduta e la vogliamo aiutare!”, grida la folla. Maria sente le percosse inflitte al figlio: “Oh Figlio mio flagellato, mi chino alla terra ma non ne prendo vita: nessuna madre muore per un figlio, nessuna madre muore per dolore!”. (1)

 

Il ricorso alla Madonna è frequente: il suo culto è importante in quanto Maria è la donna, la madre che ha generato il figlio; è il simbolo che la dottrina ha conferito a lei quale rappresentante di tutte le donne. Le fu dedicato il mese di maggio nel 1725, quando il gesuita Dionisi pubblicò il libro: “Mese di Maria”, suggerendo di compiere azioni devozionali davanti un altarino attraverso preghiere, doni e l’offerta “del proprio cuore alla Madre di Dio”. (2)

Nel territorio è di rilievo il culto delle sette Madonne unite da un legame di sangue, che fino a poco tempo fa ha ispirato molte leggende. La credenza delle sette sorelle è riconducibile alla simbologia riguardante il numero sette, considerato anche dal Cristianesimo particolarmente importante. Alcuni Vangeli Apocrifi narrano di Anna che dopo sette mesi partorì una bimba: “trascorsi poi i giorni necessari, Anna si purificò, diede la poppa alla bimba e poi le pose il nome di Maria”. Il numero sette (i mesi) ed il ventuno hanno un preciso significato: se il sette è anche l’ultimo giorno della Genesi, “indica un ciclo compiuto ed un rinnovamento positivo”, il ventuno è la perfezione in quanto risultato della moltiplicazione del sette con il tre (attributi della Sapienza). (3)

Ma il sette è anche il numero de: I sette dolori della Beata Vergine Maria (oggi la ricorrenza si chiama Beata Vergine Maria Addolorata). Essi sono: “la morte del Figlio”, “la fuga in Egitto”, “la scomparsa di Gesù per tre giorni fino al ritrovamento nel tempio”, “il viaggio del Cristo con la croce fino al Calvario”, “la Crocifissione con l’addio sulla croce”, “il momento in cui il Figlio è staccato dalla croce” e “la sepoltura”. (4)

Inoltre, il valore del numero sette è universale: sette sono i giorni della settimana, sette i pianeti, i colori dell’arcobaleno, i gradi della perfezione. Il sette poi simboleggia un ciclo completo chiuso associando il quattro (punti cardinali) e il tre (simbolo del cielo). Il sette è anche l’uomo (tre l’anima e quattro il corpo); infine, il sette è il giorno della pienezza e del riposo (Dio si riposò il settimo giorno). (5)

Le Madonne più importanti dell’intero Cilento sono tante, anche se i Santuari ancora oggetto di pellegrinaggio si sono ridotti a causa sia di una perdita del valore del culto che del pericoloso abbandono cui versano le strutture. Il Santuario però ha sempre rappresentato per il pellegrino un alto momento di fede e di profonda libertà interiore. Quando la gente partiva per i Santuari camminando a volte per giorni e notti, pernottando all’addiaccio con il poco cibo raccolto in un grande fazzoletto, si riscontrava un’intensa commozione: “agli occhi di chi non poteva partire sgorgavano abbondanti lacrime ad indicare la compartecipazione al grande avvenimento”. Le immagini della Madonna portate al ritorno erano il segno “di un momento di grazia intensamente vissuto e del quale si voleva rendere compartecipi gli altri”. (6)

E’ sempre esistita una profonda devozione per Maria: dal 1850 al 1915 nel territorio cilentano “vi erano ben 56 tra chiese, cappelle ed altari, che ricordavano l’Annunciazione di Maria”. Nel VI secolo, a Paestum ci si riuniva nel tempio di Cerere, trasformato in chiesa cristiana e nell’attigua “Basilica paleocristiana dedicata a Maria” (V secolo). Nella stessa Velia, tra le prime città della Magna Grecia che ascoltavano il Vangelo, i cristiani “si riunivano presso la famiglia romana dei Gavino”. E la stessa Basilica Paleocristiana, attigua alla villa romana dei Gavino, conservava il corpo dell’Apostolo Matteo; la Cattedrale di Salerno dove fu poi trasferito il corpo del santo era dedicata a Maria. Maria Odegitrìa fu la protettrice dei monaci italogreci che portavano sempre con sé una piccola icona della Vergine. (7)

L’invocazione alla Madonna, quale figura mediatrice dell’incontro con Dio, appartiene al V secolo, al Concilio di Efeso che definì Maria, madre di Dio. Si aggiunsero in seguito altre preghiere portate da una nuova ondata di monaci. Infine, nella fase “cenobitica”, gli abati “mostrarono la loro corale devozione per la Vergine, designando quale eponimo delle loro chiese e dei loro cenobi il nome di Maria”. (8)

La più antica chiesa, sorta nella zona nel IX secolo, fu proprio dedicata alla Madonna: il Cenobio di Santa Maria di Pattano. Pellegrini da tutti i paesi convenivano in quel luogo, persino da Policastro e da posti lontani. Nei secoli X e XI tante furono le chiese in onore di Maria: a Castellabate, Torricelle, Capaccio, Trentinara; più tardi a Rofrano, sul Monte Stella, ad Agnone Cilento e Castel S. Lorenzo. I primi Santuari si collocano intorno al X secolo. Quello del Monte Gelbison conserva la statua della Madonna seduta con il Bambino. Si tratta di un tipo di statua orientale: per questo motivo è attribuibile ai monaci italogreci la stessa realizzazione del Santuario. Esso costituisce il vertice di una triangolare cintura di Cappelle e Santuari che racchiuse tutto il retroterra dell’antica città pagana di Elea. La cintura doveva dissacrare templi ed edicole che si trovavano sulla vetta della Civitella o sul colle di Catona. (9)

Nel X secolo sorsero anche altri cenobi, cui però furono attribuiti eponimi di Santi orientali. Tra il XII e il XIII secolo iniziano le prime composizioni pittoriche di cui un esempio importante è costituito dalle decorazioni della chiesa di Pattano, con la centrale figura di Maria nell’abside della chiesa, oggi detta di San Filadelfo. Gli artisti che si cimentarono in queste raffigurazioni, pervasi da profonda fede, cercavano di trasferire “l’adorazione del Cristo, lo splendente Signore del Mondo e la Venerazione per la Mater Dei che sempre concupiva il cuore degli uomini”. (10)

Nel XII secolo viene diffusa l’Ave Maria e nel 1221 la preghiera del Rosario, la cui stesura definitiva fu del domenicano De Laroche, nel XV secolo.

Il culto di Maria dal 1500 cominciò a differenziarsi a seconda dei titoli con cui era chiamata: Santa Maria degli Eremiti (San Mango), Santa Maria di Cardunabili (Agropoli), Santa Maria della Speranza e del Perpetuo Soccorso (Altavilla Silentina), Santa Maria Stella Maris (Castellabate), Santa Maria Apparenta (Cicerale), Santa Maria de Coelo (Laurino). (11)

I titoli di Maria venivano modificati solo nel caso di costruzione ex novo di chiese e di abbandono di cappelle e altari per estinzione delle famiglie che li avevano eretti. I culti della Madonna furono estesi in seguito in tutta la cristianità. Le Madonne ricorrono in tante località. Le principali: Santa Maria degli Angeli (16 paesi); Natività di Maria (11); Madonna di Loreto (20); Vergine del Carmine (50); Madonna dell’Arco (11); Vergine Dolente (42); Vergine di Costantinopoli (43); Santa Maria di Nives (17); Madonna dell’Assunta (35); Madonna dell’Immacolata (20); Concezione di Maria (34); Vergine della Pietà (27); Madonna del Soccorso (17). (12)

Alcuni studiosi hanno cercato di ricondurre alle sette Madonne il modo di aggregare “un’area culturale omogenea”. Si tratta della visibilità da una certa prospettiva di una serie di Santuari (per l’appunto sette) o meglio della consapevolezza che esistono, che servono quasi a proteggere le popolazioni dalla presenza delle avversità per la loro collocazione sulle vette di monti e colli. (13)

Le Madonne considerate, anche se di Santuari ne esistono molti altri, sono: la Madonna del Sacro Monte (Novi Velia-Monte Gelbison); la Madonna del Granato (Capaccio-Monte Calpazio); la Madonna della Stella (Sessa C.to-Monte Stella); la Madonna della Neve (Piaggine, Sanza-Monte Cervati); la Madonna della Pietrasanta (S. Giovanni a Piro-Monte Pietrasanta). La Madonna della Civitella (Moio della Civitella-Monte Civitella) e la Madonna del Carmine (Catona-Monte del Carmine) costituiscono le restanti Madonne, anche se il loro culto, ormai poco praticato, è limitato a poche manifestazioni religiose. (14)

Di seguito, riporto esempi devozionali della Madonna del Sacro Monte (Novi Velia-Monte Gelbison) e della Madonna della Stella (Sessa Cilento-Monte Stella).

Il fascino del Monte Gelbison è reso ancora più grande dalla presenza del Santuario e dall’influenza spirituale che ha sempre esercitato sulle genti. Grande richiamo infatti è quello del pellegrinaggio che si svolge in un periodo abbastanza lungo e vede coinvolte popolazioni variegate che si recano in gruppi. Gelbison in arabo significa Monte dell’Idolo: Gel (Monte), is (residuo dell’articolo) e son (idolo). Questo nome richiama i Saraceni che saccheggiarono le nostre coste tra l’800 e il 1000. Il Santuario esisteva intorno al mille e la fondazione è attribuibile ai monaci per due ragioni: “una nicchia scoperta dai pastori è rivolta verso oriente” (era il modo di fare degli asceti che provenivano da quelle regioni); la statua della Madonna che ha caratteristiche orientali. (15)

Una leggenda relativa alla Madonna di Novi Velia è quella della fondazione.

Sul Monte si stava costruendo la statua dedicata alla Madonna nel luogo dove oggi è la fontana di Jome Friddo. Tutto ciò che veniva costruito di giorno veniva abbattuto di notte. Una domenica mattina alcuni pastori videro la Madonna che diceva: “Chi vuol vedere Maria sopra al Monte deve salire!”. Andarono sulla montagna e la trovarono seduta sopra un faggio. E proprio sul tronco di un faggio è stata scolpita la sua statua. (16)

Le grazie che si chiedevano alla Madonna erano molte, anche se poi erano seguite dalla negazione dei segni devozionali.

Una donna aveva una figlia sordomuta. La condusse al santuario dove invocò la guarigione della figlia e portò una giovenca in sacrificio. Durante la celebrazione della messa avvenne il miracolo. La donna ritornando in paese ebbe l’ardire di affermare: “Ho avuto la grazia, ma ho anche dato la giovenca!”. Quando giunse a casa trovò la giovenca legata nei pressi dell’uscio e notò che la bambina era ritornata come prima. (17)

Qualche anno fa una famiglia molto devota, che si recava periodicamente al Santuario facendo doni alla Madonna, riceve dopo tante invocazioni la possibilità di un trapianto per il figlio, da anni in attesa di un donatore. Il ragazzo è operato e recupera le sue forze. E’ una grande festa: viene offerto in sacrificio un agnello. La processione al Santuario è a piedi e sono coinvolti familiari ed amici. Lungo il percorso non si contano le invocazioni e i canti alla Madonna. (18)

Il Monte della Stella un tempo era conosciuto come Monte Cilento e ai tempi di Roma su di esso fu fondata la Città di Petilia. Gli abitanti di questa città (siamo intorno al Mille), dinanzi alle distruzioni saracene, furono costretti a fuggire e si fermarono in località Sirignano (in seguito San Mauro). Un monaco costruì su quel monte una cappella (S. Maria della Stella), detta comunemente ‘a Maronna ra Stella. Nel 1444, Angelo Sambato ebbe l’autorizzazione a ritirarsi in eremitaggio sul Monte e la consegna della piccola cappella. I padri carmelitani tennero la chiesa in custodia fino al 1807, quando la stessa fu incorporata nei beni dello Stato. Dal 1820 la chiesa passò dalla famiglia Del Giudice a Pompeo Lebano e, infine, ai fratelli De Feo di Omignano che, dopo aver rifatto la statua, la tennero con sé per preservarla da atti vandalici. La chiesa è situata a m.1131 di altezza ed è composta di una sola navata ampia e alta ma priva di infissi. Nel muro orientale della navata, ad un’altezza di circa quattro metri si trova una nicchia dove era conservata la statua della Madonna. (19)

Anticamente, quando la statua restava nella chiesa, molti pellegrini a piedi si recavano sul Monte preceduti da un quadro pesante con l’immagine della Madonna, portato in testa dalle donne e seguito dalle cente in ex voto alla Madonna per grazia ricevuta o da ricevere. Vi era poi il rito del trasporto della statua dalla casa della famiglia De Feo alla Stella. Giunti sulla vetta, prima di recarsi in chiesa, occorreva percorrere nove giri intorno al tempio, cantando inni alla Madonna. In chiesa, le donne approntavano l’altare e sistemavano la statua nella nicchia in mezzo ai fiori. Sia davanti al Santuario che durante l’ascesa al Monte, nei tratti pianeggianti e presso le sorgenti, si effettuavano una serie di riti e di manifestazioni che rappresentavano una commistione di sacro e profano: accanto ad immagini e oggetti sacri si vedeva la presenza di “zufoli, tamburi, danze, libagioni e pratiche propiziatorie”. (20)

L’aspetto propiziatorio si concretizzava nello sfregamento del ventre da parte delle donne sulla preta ru mulacchio, oppure nel rito della preta ‘nzetata. Sul Monte, si trova un poggio che si affaccia su uno strapiombo di circa otto metri. Perpendicolare ad esso vi è una roccia in cui è situato un buco naturale di circa venti centimetri di larghezza ed altrettanti di profondità (‘a preta ‘nzetata). Le donne raccoglievano nove piccole pietre e da una distanza di circa dieci metri le lanciavano nel buco. Per ogni pietra non centrata c’era da aspettare ancora un anno prima di sposarsi. I rituali in funzione della fertilità erano quelli più in uso: c’erano poi manifestazioni che simbolizzavano la rinascita (le sorgenti d’acqua), la liberazione dalla negatività (l’ascesa per ripidi crinali). (21)

Quelle forme rituali rappresentavano la vita, sia che si trattasse di un matrimonio, oppure della procreazione, o ancora della liberazione da un male che potesse attentare all’esistenza umana. E tutte quelle manifestazioni di fede erano proprio rivolte alla Madonna, a colei cui rivolgersi per dare senso ai propri limiti, per affidarle la comunità che sulla religione popolare, sul mistero, sulla sacralità, sulla speranza e sulla carità ha sempre fondato il senso della vita, la quotidianità e la propria storia, cultura ed identità.

 

Note:

 

  1. Si tratta di una sintesi del “Canto della Madonna”, un’importante lode, praticata sulla Civitella, caratterizzante il dolore e il pianto di una madre per il figlio: Domenico Fiore, intervista, Capaccio, 27 marzo 1999; Pietro Carbone, interviste, Cannalonga, 7 agosto 1996 e 30 gennaio 1999. Cfr.: P. Martucci, A. Di Rienzo, 1999, “Il sacro e il profano”, Ed. Studi e Ricerche, pp. 54-55.
  2. A. Cattabiani, 1988, “Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i riti dell’anno”, Rusconi Libri, p. 225.
  3. Ivi, p. 284.
  4. Ivi, p. 290.
  5. C. Pont-Humbert, 1997, “Dizionario dei simboli, dei riti e delle credenze”, Editori Riuniti, pp. 207-208.
  6. S. Della Pepe, intervento al “Congresso Mariano”, Vallo della Lucania, anno 1987-1988.
  7. P. Ebner, intervento al “Congresso Mariano”, Vallo della Lucania, anno 1987-1988.
  8. Ivi.
  9. Ivi.
  10. Ivi.
  11. Ivi.
  12. Ivi.
  13. Cfr.: A. La Greca, 1993, “Guida del Cilento. Il Folklore”, Edizioni CPC, p. 101; P. Martucci, A. Di Rienzo, “Il sacro e il profano”, cit., p. 58.
  14. Cfr.: P. Martucci, A. Di Rienzo, “Il sacro e il profano”, cit. p. 58.
  15. C. Troccoli, intervento al “Congresso Mariano”, Vallo della Lucania, anno 1987-1988.
  16. Angiulina Guzzo, intervista, Novi Velia, 17 luglio 1996.
  17. Annamaria Iannuzzi, intervista, Novi Velia, 25 novembre 1998.
  18. Nellina Guzzo, intervista, Novi Velia, 25 novembre 1998.
  19. F. Dentoni Litta, 1986, “Antiche tradizioni del Cilento”, Edizioni CI.RI. Cilento Ricerche, pp. 62-63.
  20. De Marco, 1994, “Il Monte della Stella nel Cilento Antico”, Edizioni CPC, p. 35.
  21. Ivi.

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Sapri: la Rievocazione di Pisacane di Pasquale Martucci   Sapri è conosciuta, al di là della splendida collocazione geografica nel […]

Giugno 20th, 2020

Pagine di storia / Torri costiere

Le torri costiere del Cilento   di Pasquale Martucci   Percorrendo la costa cilentana, si possono osservare una serie di […]

Giugno 8th, 2020

Seminario ISCRA: “L’insostenibile peso della felicità e della speranza”

Possibili processi di pensiero di Pasquale Martucci   In occasione del Seminario ISCRA online (6-7 giugno 2020), dal titolo: “L’insostenibile […]

Maggio 31st, 2020

Ricerca&territorio – Mitologia

U curdone ru monaco Aspetti mitologici e cultura popolare cilentana di Pasquale Martucci (il saggio è disponibile integralmente e con […]

Maggio 21st, 2020

LAURINO / SANT’ELENA

Un culto antico e importante di Pasquale Martucci   “La storia di Laurino è strettamente intrecciata a quella della sua santa […]

Maggio 17th, 2020

Epistemologia della complessità – EDGAR MORIN

EDGAR MORIN L’attualità del pensiero del teorico della complessità e la centralità della relazione soggetto-oggetto-ambiente per realizzare l’inizio di un […]

Aprile 29th, 2020

Pagine di storia / I Basiliani

I Basiliani e le comunità cilentane di Pasquale Martucci   A questi monaci, arrivati nel territorio a nuclei sparsi o […]

Aprile 25th, 2020

Martin Heidegger – letture critiche

Contro l’odio, i fascismi e i populismi, propongo la lettura del volume di Antonio Peduzzi sulle controverse idee del grande […]

Aprile 16th, 2020

Sapori&saperi – la tipicità cilentana

La storia dell’alimentazione e la tipicità cilentana di Pasquale Martucci   La scoperta e la riproposizione della tradizione alimentare è […]

Aprile 11th, 2020

Gli insegnamenti di un maestro: Aldo Musacchio

Cultura e formazione umana come fattori indispensabili allo sviluppo   Il sociologo dello sviluppo Aldo Musacchio, docente in diverse Università […]

Aprile 9th, 2020

Coronavirus: biologia o economia?

Coronavirus: biologia o economia?   Il filosofo Umberto Galimberti propone le sue argomentazioni/concettualizzazioni sul Coronavirus. Riprendo alcune parole chiave tratte […]

Marzo 29th, 2020

Le paure sociali – Ritualità e distanze sociali

Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Novembre 19th, 2024

Il turismo e le nuove tecnologie

Quando parliamo di turismo, la prima considerazione è di valutare il rapporto tra i turisti/visitatori e l’ambiente esterno, le risorse […]

Novembre 17th, 2024

I giovani incontrano l’arte: l’osservazione di una interazione

Un interessante esperimento di interazione tra i giovani è l’arte è stato realizzato lo scorso 15 novembre 2024, presso l’Auditorium […]

Novembre 14th, 2024

La sociologia di Franco Ferrarotti

È scomparso all’età di 98 anni Franco Ferrarotti, considerato da molti il padre della sociologia, certamente colui che ha contribuito […]

Novembre 11th, 2024

La parola viva

Paul Ricoeur, in “La parole est mon royaume” (Esprit, 1955), sosteneva che la parola era il suo lavoro, il suo […]

Novembre 5th, 2024

Osservare il margine: lo sguardo di Gaetano Barbella

Gaetano Barbella mi ha trasmesso uno scritto che riprende l’ultima parte dell’articolo “Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine”. Ringrazio […]

Novembre 4th, 2024

Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine

Il secondo sguardo si occupa del concetto di margine, periferia, distanza di un territorio dal suo centro. Il margine e […]

Ottobre 28th, 2024

Il senso della singolarità

Il sociologo Danilo Martuccelli nelle sue ricerche si è dedicato alle problematiche dell’individuo nella sua relazione con la società, introducendo […]

Ottobre 21st, 2024

Sguardi sociologici (1) / Il sociologo del territorio

Inizio questa rubrica, per offrire un punto di vista che parta da lontano e vada lontano. E che si rivolga […]

Ottobre 17th, 2024

Premio: “L’identità del Cilento” (seconda edizione)

Il Premio Artistico-Letterario: “L’identità del Cilento”, riservato ai giovani del territorio dell’antico Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è giunto […]

Ottobre 14th, 2024

L’anima della tofa

Note sul libro di Gerardo Vassallo: “La tofa: una conchiglia e la voce della sua anima”, Galzerano Editore, settembre 2024 […]