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EDGAR MORIN

L’attualità del pensiero del teorico della complessità e la centralità della relazione soggetto-oggetto-ambiente per realizzare l’inizio di un inizio.

 

di Pasquale Martucci

 

 

«L’oggettività che va ricercata è quella che integra l’osservato nell’osservazione, e non l’oggettivismo che crede di raggiungere l’oggetto sopprimendo l’osservato, e non fa che privilegiare un metodo di osservazione non relativistico. (…) La vera conoscenza dialettizza incessantemente il rapporto osservatore-osservato, “sottraendo” e “aggiungendo”». (1)

 

Osservando la società attuale, non si può che convenire sulla necessità di acquisire una visione della vita che sia complessa, che tenga conto di una molteplicità di variabili da considerare. Fermandosi all’analisi compartimentalizzata, riduzionistica, non si ha una vera conoscenza ma solo propaganda, notizie parziali se non addirittura false.

Ed allora è necessario affidarsi alla teoria della complessità di Edgar Morin, ad un sociologo e filosofo che ha dedicato tutta la sua vita all’elaborazione dei concetti di “soggetto conoscente”, di “oggetto da conoscere” e della loro “relazione”.

Tra il 1962 e il 1973, il pensatore francese condusse studi sulla “sociologia del presente”, occupandosi della “trasformazione della configurazione culturale delle nostre società”, di un nuovo spirito del tempo, mentre “la sociologia ufficiale credeva di lavorare sul terreno ancora solido della società industriale”. Invece, già si stava affermando un nuovo modello sociale nell’ambito della complessità, quello che definì cultura di massa: “La cultura di massa è una cultura: costituisce un corpo di simboli, di miti, di immagini concernenti la vita pratica e la vita immaginaria, un sistema di proiezioni e di identificazioni specifiche, che si aggiunge alla cultura nazionale e alla cultura umanistica, entrando in concorrenza con loro”. (2)

Edgar Morin è famoso per la teoria della complessità. Già però ne: “Lo spirito del tempo”, affermava quella che sarà la sua ricerca più compiuta, spaziando tra i vari ambiti del sapere, puntando sul rapporto soggetto-oggetto, osservante-osservato, sistemi e feedback, pensiero non riduttivo, per permettere di districarsi nelle diversificate e non certamente semplici istanze sociali. Sarebbe la complessità, su cui occorre compiere uno sforzo epistemologico per conoscerla e comprenderla. E per fare ciò, c’è bisogno di un pensiero complesso e globale, un metodo che “contenga in sé il senso dell’irriducibile legame di ogni cosa con ogni cosa”. (3)

E il metodo sarà proprio il lavoro che comincerà ad elaborare negli anni ottanta del novecento e pubblicherà negli anni successivi in modo sistematizzato. (4)

Si tratta di ambiti metodologici legati a sociologia, filosofia, antropologia, per giungere alla biologia e all’ecologia, cioè “la complessità dell’esistenza” che si sviluppa sul terreno dell’unità dell’uomo, unità dell’uomo di natura e cultura, una nuova alleanza tra scienze dell’uomo e scienze della natura: “l’umanesimo planetario, delineato da Morin, è generato dalla coscienza del fatto che non c’è stata una umanità, ma ci sono state molteplici umanità, molteplici metamorfosi dell’umanità”. (5)

Morin individua nella società il prodotto delle “innumerevoli interazioni fra gli individui”, incluse in tratti propri (cultura, linguaggio, autorità dello Strato) ed in funzione di un tutto, un “sistema” che permette la costituzione di qualità e proprietà, chiamate: emergenze. (6)

Egli dedica parte dell’intero suo percorso di studi ad una “riforma del pensiero”, ponendo la questione di una nuova conoscenza che superi la separazione dei saperi presenti nella nostra epoca. E dedica grandi speculazioni sulla possibilità di educare gli educatori a un pensiero della complessità. Sostiene Morin: “Il cammino non esiste, ma si costruisce camminando”. Il sapere ha bisogno di una organizzazione che gli dia senso: occorre un collegamento tra saperi e cultura, la necessità di una nuova conoscenza che superi la separazione presente nella nostra epoca e che sia capace di educare gli educatori ad un pensiero della complessità. Richiamando una frase di Michel de Montaigne: “È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”, distingue tra “una testa nella quale il sapere è accumulato e non dispone di un principio di selezione e di organizzazione che gli dia senso” e una “testa ben fatta”, che comporta un’attitudine generale a porre, organizzare e collegare i problemi e dare senso al sapere. (7)

Morin sostiene che la cultura è divisa: da una parte la cultura umanistica che si occupa dei problemi umani, stimolando la riflessione sul sapere e sull’integrazione delle conoscenze; dall’altra, la cultura scientifica che, separando i campi della conoscenza, suscita scoperte e geniali teorie, senza tuttavia riflettere sul destino umano e sul divenire della scienza. E tra queste distinzioni, si inserisce la sfida sull’informazione globale, sulla funzione della conoscenza che deve essere “rivisitata e riveduta dal pensiero”. Come si può vedere, per Morin è necessario riformare il pensiero per rispondere a queste sfide e permettere il legame delle due culture disgiunte. (8)

Questo è l’unico modo per affrontare la complessità nella vita quotidiana, sociale, politica, nazionale e mondiale. Di ciò è convinto Giuseppe Gembillo che, nella sua “Laudatio: La filosofia di Edgar Morin”, individua nel metodo del pensatore francese il passaggio dal riduzionismo alla complessità, attraverso “il duplice processo di storicizzazione della logica filosofica e della logica scientifica, unificando questi due percorsi paralleli in un processo circolare”. (9)

Morin vuole fondare una “Scienza nuova”, connotata storicamente, sul modello vichiano. E dunque è il metodo che può separare e collegare all’interno di una visione ampia, per permettere di “incontrare e affrontare nuove alternative”, senza tuttavia cancellare il metodo tradizionale che “non può programmare la scoperta, la conoscenza né l’azione”. Il pensiero complesso è importante perché la realtà è cangiante e presenta sempre novità. L’indicazione è di “cominciare dalla riforma delle idee”, attraverso l’autocritica che permette di discernere quelle idee che camuffano e sfigurano il mondo. Nella storia dell’umanità, l’uomo quando scopre la ragione sembra affidare la “propria facoltà conoscitiva” al solo intelletto, trascurando tutto il resto. Contrappone a ciò “l’uomo intero”, nel quale il processo di conoscenza “è il risultato della collaborazione e della interazione tra razionale e immaginario, tra emozione e riflessione, tra homo sapiens e homo demens”. Il soggetto conoscente “è il figlio del suo divenire”, radicato nel suo processo storico e nella natura di cui è parte integrante. E’ la complessità che prevede: “il tutto è più delle parti che lo compongono, perché le parti che lo compongono, interagendo tra di loro, producono appunto qualcosa di nuovo e imprevedibile, che è, solo e soltanto, il risultato delle interazioni stesse”. (10)

Si tratta di prendere spunto dalla teoria dei sistemi, un “insieme di oggetti e di relazioni tra gli oggetti e i loro attributi”. In tal senso, di rilievo la posizione di Heinz von Foerster che propose di sostituire, ai concetti di “separare”, “distinguere”, “prendere da parte”, i termini complementari di “mettere insieme”, “unificare”, “identificare”. (11)

Partendo da ciò, sono fondamentali per Morin i concetti di inclusione e / e, contrapposta all’o / o, che comporterebbe solo esclusione. (12)

Nella teoria dei sistemi, gli oggetti sono componenti o parti del sistema; gli attributi sono le proprietà degli oggetti (se sono individui gli attributi sono i loro comportamenti); infine le relazioni tengono insieme il sistema. (13)

Citando Bertalanffy a proposito “delle azioni e delle interazioni che continuamente ci sono tra le parti e il tutto”, la natura umana non è altro che la sua “unità generativa, anatomica, affettiva”, che tuttavia produce individui differenti gli uni dagli altri e culture differenti le une dalle altre. Ed allora: “l’unità crea diversità, e nello stesso tempo la diversità stessa può svilupparsi solo a partire dall’unità”. (14)

Il concetto di unità nella diversità di Morin si realizza osservando che è necessario vivere in una comunità organizzata, quella a cui si appartiene. In questo modo si crea lo sviluppo personale che senza comunità sarebbe solo egoismo. Del resto, una vita solo comunitaria soffocherebbe lo sviluppo personale. (15)

Edgar Morin rileva che il soggetto (l’io) vive in un “movimento permanente” che permette il passaggio dall’io al noi, e viceversa, dove l’io è capace di sacrificarsi per il noi e il noi è sacrificato a vantaggio dell’interesse vitale o materiale dell’io: “sono questi i due poli della soggettività, assolutamente necessari per comprenderla”. (16)

Per comprendere meglio, è necessario introdurre la “trilogia dell’ordine, del disordine e dell’organizzazione”, dove il disordine si organizza in virtù dei principi dell’ordine. Questa è la ragione dell’evoluzione dell’uomo nell’universo. (17)

La conclusione è dunque affidata al pensiero complesso e pensiero globale.

La complessità è impossibilità di semplificazione: è l’unità che produce le sue emergenze, dove si perdono distinzioni e chiarezze, dove i disordini e le incertezze perturbano i fenomeni, dove il soggetto-osservatore si rispecchia nell’oggetto della sua osservazione. (18)

Dunque, l’osservatore è interamente parte in causa della sua azione, dal punto di vista “conoscitivo”, ma anche dal punto di vista “etico”, diventando responsabile della sua  “azione conoscitiva” in rapporto con lo stesso ambiente. E’ un nuovo modo di guardare il mondo, ma anche “un modo nuovo di autoeducarci nel relazionarci ad esso nel presente e nelle prospettive future”. Per fare ciò è necessario acquisire i saperi e superare la barriera delle due culture: scientifica e umanistica. (19)

Nella teorizzazione di Morin, il pensiero deve stabilire frontiere e traversarle, aprire concetti e chiuderli, andare del tutto alle parti e dalle parti al tutto, dubitare e credere, esso deve rifiutare e combattere la contraddizione ma, nello stesso tempo, deve farsene carico e nutrimento. Il pensiero è un dinamismo dialogico ininterrotto, senza il quale non si ha neppure soggetto e oggetto di conoscenza: non si ha più né utilità interna di conoscere né realtà esterna da conoscere.

La conoscenza non può essere considerata come uno strumento pronto all’uso, che si può utilizzare senza conoscerne la natura. La conoscenza della conoscenza deve essere assunta come  necessità prioritaria per educare i giovani ad affrontare i rischi di errore e di illusione che insidiano costantemente la mente umana. Si tratta di attrezzare i giovani a conquistare una priorità vitale: la lucidità. Occorre assumere e sviluppare nell’insegnamento lo studio delle caratteristiche cerebrali, mentali, culturali della conoscenza umana, dei suoi processi e delle sue modalità di formazione, delle disposizioni sia fisiche che culturali che inducono l’illusione o l’errore.

Per cogliere le mutue relazioni e le influenze reciproche tra le parti entro un mondo complesso, la condizione umana deve essere l’oggetto fondamentale di tutto l’insegnamento. E’ possibile, a partire dalle attuali discipline, riconoscere l’unità e la complessità umane, ricomponendo e organizzando conoscenze attualmente frammentate nelle scienze della natura, nelle scienze umane, nella letteratura e nella filosofia. E’ necessario che tutti coloro che hanno il compito di insegnare siano i primi ad avere consapevolezza delle incertezze che avvolgono il nostro tempo. Un tale studio sarà tanto più efficace se si individueranno non i sintomi, ma le cause del razzismo, della xenofobia e del disprezzo. L’etica dovrà essere sviluppata a partire dalla consapevolezza che l’uomo è a un tempo individuo, parte di una società, parte di una specie. Così dovremo promuovere lo sviluppo congiunto dell’autonomia individuale, della partecipazione sociale e della coscienza di appartenere alla specie umana. (20)

A partire da queste considerazioni si  possono abbozzare le due grandi finalità etico-politiche del nuovo millennio: stabilire un controllo reciproco tra la società e gli individui attraverso la democrazia, concepire l’umanità come una comunità planetaria.

Edgar Morin offre alcune indicazioni sul come realizzare un pensiero aperto, globale e complesso:

“Dobbiamo evitare ciò che definiamo razionalizzazione, cioè dei sistemi logici senza tuttavia alcuna base, alcun fondamento. Dobbiamo evitare la dogmatizzazione, cioè l’indurimento delle nostre idee, il rifiuto di confrontarle con l’esperienza. Dobbiamo abbandonare una razionalità chiusa (…) per dedicarci ad una razionalità aperta, in grado di conoscere i propri limiti e cosciente dell’irrazionalizzabile. Dobbiamo continuamente lottare per non credere a quelle illusioni che sono in grado di prendere la solidità di una credenza mitologica. In questo mondo globale siamo messi a confronto con le difficoltà del pensiero globale, che sono le stesse difficoltà del pensiero complesso. Viviamo l’inizio di un inizio”. (21)

 

 

Note:

 

    1. E. Morin, 1962, “Lo spirito del tempo”, Meltemi 2002, 2005, 2008, 2017.
    2. Ivi.
    3. Cfr.: M. Cerruti, 2016, Prefazione “Edgar Morin, l’umanista planetario”, in E. Morin, “7 lezioni sul pensiero globale”, Cortina, VIII.
    4. Sul metodo, cfr.: Morin, 2001, “Il metodo: I. La natura della natura”, Cortina (su fisica e chimica); E. Morin, 2004, “Il metodo: II. La vita della vita”, Cortina (su biologia ed ecologia); E. Morin, 2007, “Il metodo: III. La conoscenza della conoscenza”, Cortina (sull’antropologia della conoscenza); E. Morin, 2008, “Il metodo: IV. Le idee: habitat, vita, organizzazione, usi e costumi”, Cortina (sull’ecologia della conoscenza); E. Morin, 2002, “Il metodo: V. L’identità umana”, Cortina (sull’antropo-sociologia); E. Morin, 2005, “Il metodo: VI. Etica”, Cortina (sull’etica).
    5. M. Cerruti, Prefazione, “Edgar Morin. L’umanista planetario”, cit., X-XI.
    6. E. Morin, “7 lezioni sul pensiero globale”, cit., 4.
    7. E. Morin, 2000, “La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero”, Cortina.
    8. Ivi.
    9. E. Morin, G. Cotroneo, G. Gembillo, 2003, “Un viandante della complessità. Morin filosofo a Messina”, a cura di A. Anselmo, Armando Siciliano.
    10. G. Gembillo, “Laudatio”, in “Un viandante della complessità, cit.
    11. H. von Foerster, 1987, “Sistemi che osservano”, Astrolabio.
    12. E. Morin, “7 lezioni sul pensiero globale”, cit.
    13. H. von Foerster , “Sistemi che osservano”, cit. Sulla teoria dei sistemi, cfr.: L. von Bertalanffy, 1968, “Teoria generale dei sistemi”, ISEDI 1971; G. Bateson, 1972, “Verso un’ecologia della mente”, Adelphi, 1976; G. Bateson, 1979, “Mente e natura”, Adelphi, 2008; P. Watzlawick, I.H. Beavin, D.D. Jackson, 1971, “Pragmatica della comunicazione umana”, Astrolabio 1997.
    14. E. Morin, “7 lezioni sul pensiero globale”, cit., 100-101.
    15. Ivi, 69.
    16. Ivi, 14-15.
    17. Ivi, 39.
    18. E. Morin, “Il Metodo. La natura della natura”, cit.
    19. E. Morin, G. Cotroneo, G. Gembillo, “Un viandante della complessità”, cit.
    20. E. Morin, “La testa ben fatta”, cit.
    21. E. Morin, “7 lezioni sul pensiero globale”, cit., 113-114.

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Pagine di storia / I Basiliani

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Aprile 25th, 2020

Martin Heidegger – letture critiche

Contro l’odio, i fascismi e i populismi, propongo la lettura del volume di Antonio Peduzzi sulle controverse idee del grande […]

Aprile 16th, 2020

Sapori&saperi – la tipicità cilentana

La storia dell’alimentazione e la tipicità cilentana di Pasquale Martucci   La scoperta e la riproposizione della tradizione alimentare è […]

Aprile 11th, 2020

Gli insegnamenti di un maestro: Aldo Musacchio

Cultura e formazione umana come fattori indispensabili allo sviluppo   Il sociologo dello sviluppo Aldo Musacchio, docente in diverse Università […]

Aprile 9th, 2020

Coronavirus: biologia o economia?

Coronavirus: biologia o economia?   Il filosofo Umberto Galimberti propone le sue argomentazioni/concettualizzazioni sul Coronavirus. Riprendo alcune parole chiave tratte […]

Marzo 29th, 2020

Le paure sociali – Ritualità e distanze sociali

Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Dicembre 20th, 2024

Per uscire dalla palude

Alla ricerca di nuove prospettive, nel romanzo di Pasquale Carelli: “Le creature del cielo negato” (Argo Libri, 2023)   “… […]

Dicembre 16th, 2024

Sul concetto di communitas

Quando si realizza un saggio, l’autore si pone almeno due problemi: il primo è di dare valore scientifico al lavoro; […]

Dicembre 10th, 2024

Su turismo e cultura

Ricevo da Gianni D’Alessandro il seguente scritto critico rispetto ad un turismo che potrebbe essere distruttivo per la cultura dei […]

Dicembre 6th, 2024

Le storie negate

Alcune considerazioni a partire dal romanzo di Giovanna Di Francia: “Anche in carcere viene Natale”, Independently published, 2023.   Ascoltare […]

Dicembre 3rd, 2024

Sguardi sociologici 3 – Spopolamento, qualche numero

Il territorio cilentano conosce il triste fenomeno dello spopolamento specie nelle zone più interne. Ciò accade per il problema della […]

Novembre 28th, 2024

Giovani ed emigrazione: la percezione del fenomeno

In questo scritto, mi occuperò dell’emigrazione giovanile che caratterizza in maniera diffusa l’intero Paese, confrontando le ricerche realizzate da vari […]

Novembre 22nd, 2024

Il vero ritratto di Dante immateriale

Gaetano Barbella invia uno scritto (che pubblico di seguito) in cui considera la figura di Dante Alighieri attraverso una “nuova […]

Novembre 19th, 2024

Il turismo e le nuove tecnologie

Quando parliamo di turismo, la prima considerazione è di valutare il rapporto tra i turisti/visitatori e l’ambiente esterno, le risorse […]

Novembre 17th, 2024

I giovani incontrano l’arte: l’osservazione di una interazione

Un interessante esperimento di interazione tra i giovani è l’arte è stato realizzato lo scorso 15 novembre 2024, presso l’Auditorium […]

Novembre 14th, 2024

La sociologia di Franco Ferrarotti

È scomparso all’età di 98 anni Franco Ferrarotti, considerato da molti il padre della sociologia, certamente colui che ha contribuito […]