Il concetto di comunità in Tönnies
di Pasquale Martucci
«La teoria della società riguarda una costruzione artificiale, un aggregato di esseri umani che solo superficialmente assomiglia alla comunità, nella misura in cui anche in essa gli individui vivono pacificamente gli uni accanto agli altri. Però, mentre nella comunità gli esseri umani restano essenzialmente uniti nonostante i fattori che li separano, nella società restano essenzialmente separati nonostante i fattori che li uniscono».
Questa frase propone chiaramente le teorizzazioni del sociologo tedesco Ferdinand Tönnies e l’importanza che le sue concettualizzazioni hanno rappresentato per gli sviluppi delle scienze sociali. La sua riflessione è un’indagine sui limiti del moderno contrattualismo, per tentare un superamento delle due fondamentali teorie sulla società, quella storico-organicistica e quella contrattualista, introducendo la famosa tipologia “comunità / società”, quale strumento fondamentale per la comprensione del cambiamento sociale. Per spiegare le sue tesi, Ferdinand Tönnies scrisse nel 1887: “Comunità e società”, in cui affrontava la netta contrapposizione tra comunità (Gemeinschaft) e società (Gesellschaft): mentre quest’ultima si basa su considerazioni di tipo utilitaristico o funzionale e stabilisce, tra i suoi membri, relazioni fondate su interesse e obiettivi specifici, la comunità è un’unità vivente di sentimenti, emozioni e idee, che instaura, tra i suoi membri, un legame profondo e intimo.
L’etimologia di comunità rimanda a communitas, derivato di communis, “che compie il suo incarico (munus) insieme con (cum) altri”: la comunità è “una struttura organizzativa sociale, di estensione limitata, in cui gli abitanti hanno caratteristiche comuni” e sono legati a norme di comportamento, valori, religione, storia, tradizioni e costumi condivisi. Gli esempi dei legami comunitari sono le relazioni familiari, di vicinato, di amicizia: insomma, tutti quei rapporti che “non perseguono uno scopo determinato, ma che sono fini a sé stessi”. La comunità è costituita da relazioni che trascendono gli interessi particolari di ogni individuo.
Per sintetizzare, esiste un senso di appartenenza alla stessa comunità, un tutto organico che si articola attraverso tre forme: la comunità di sangue (legami su basi parentali), la comunità di luogo (si concretizza nei piccoli villaggi o nelle comunità rurali), la comunità spirituale (fondata su concordia ed amicizia).
La società invece è una costruzione artificiale di relazioni dove prevale la volontà individuale, i cui rapporti sono di competitività, concorrenza ed indifferenza verso tutto ciò che concerne gli altri. Lo scambio commerciale è l’esempio più tipico di una relazione societaria: la regola del gioco è quella di trarre il massimo profitto dallo scambio.
Ho ripreso in più di una circostanza nei miei lavori gli studi di Tonnïes sulla comunità e i suoi rapporti basati sulla reciprocità e assenza di obblighi.
Questi concetti sono stati utilizzati per spiegare le comunità cilentane e le loro caratteristiche particolari: a) elementi comuni che le caratterizzano; b) dimensione e riconoscimento da parte dei suoi membri; c) autosufficienza, ovvero capacità di provvedere alle necessità dei suoi componenti; d) luogo e contesto di riferimento.
Questo accadeva fino agli ultimi decenni del novecento nel territorio in cui l’identità veniva definita cilentanità, ovvero concettualmente una comunità molto simile alla società contadina, a ciò che Tonnïes legava al riconoscimento ed alla sicurezza, al luogo di appartenenza: lavoro, famiglia e vicinato. Si tratta dell’appartenenza ad una realtà sociale che rappresenta gli individui e identifica la popolazione con il territorio, con uno spazio circoscritto: le relazioni tra le popolazioni sono intense soprattutto in quello spazio nel quale si afferma un “insieme di regole, valori e credenze”. La comunità ha un patrimonio comune e coerente che controllerà gli eventi che in esso si sviluppano.
La riflessione di Tönnies si differenzia dalle filosofie di Hobbes e Spinoza, che a suo dire rappresenterebbero il punto di partenza del moderno soggettivismo. Se la comunità si fonda su legami che permettono la convivenza pacifica dei membri, è il diritto naturale che stabilisce le regole fondamentali della proprietà e dei modi di appropriazione e le regole in forza delle quali l’individuo può decidere del suo destino. La riflessione di Tönnies si sofferma sul fatto che l’età moderna conosce una enorme intensificazione dei traffici e dei commerci, e ciò impone una normazione che coincide con l’ordinamento sociale che si va affermando, in cui l’uomo è politicamente funzionale alla nuova situazione sociale ed economica. Il paradigma contrattualistico legittima la modalità privata di appropriarsi della ricchezza, così che l’individuo possa sperare di migliorare la sua condizione tramite una infinita serie di contratti. La società ora si presenta come un ordine in movimento, una costruzione astratta e impersonale che si compone grazie ai desideri e alle volontà degli individui che sono coinvolti tutti in una relazione necessaria a fissare le regole di una collettività. L’individuo societario è guidato da una volontà dominata interamente dal pensiero dello scopo e volta ad una continua appropriazione del futuro. Si tratta di una costruzione artificiale e arbitraria dei membri della società che entrano in relazione, anche se il problema è costituito dal limite delle relazioni complesse che l’individuo instaura.
Tönnies è dell’avviso dunque che la comunità sia un organismo vivente, mentre la società un aggregato e un prodotto meccanico. La forma comunitaria, fondata sul sentimento di appartenenza e sulla partecipazione spontanea, predomina in epoca pre-industriale, mentre la forma societaria, basata sulla razionalità e sullo scambio, domina nella moderna società industriale. E’ importante osservare che nella sua costruzione i concetti di comunità e società non sono separabili, dal momento che sono costruiti per opposizione, come elementi di un unico schema interpretativo.
Con le sue argomentazioni il sociologo tedesco riesce a caratterizzare un’epoca storica: da un lato, la vita familiare, rurale e legata a costumi e tradizioni; dall’altra, una vita metropolitana, basata sulle convenzioni e sulla politica.
Le influenze che il suo pensiero ha esercitato sul paradigma sociologico sono state evidenti: Durkheim ha parlato di solidarietà meccanica e organica; Weber è sceso sul terreno analitico per argomentare di comunità ed associazione; Parsons, sulla stessa falsariga, ha introdotto i “pattern variables”, ovvero dicotomie riconducibili a società (neutralità affettiva, orientamento all’io, universalismo, rendimento, specificità) e a comunità (affettività, orientamento alla collettività, particolarismo, attribuzione, diffusività), anche se conclude con un concetto di comunità sociale che mette fine all’antagonismo di Tönnies.
Ad ogni modo la distinzione del sociologo tedesco continua ad essere attuale per rilevare i limiti dell’avanzata di una società materialistica e massificata, oggi frutto del progresso tecnico, del liberismo economico e del dominio dell’interesse privato.
Partendo da Tönnies, si può indicare un processo inverso a quello imposto dalla società che domina il mondo, per orientarsi verso un sistema dove il rapporto umano e l’uomo siano nuovamente al centro della vita reale. Forse nella società di oggi sarebbe opportuno trovare proprio quelle forme di correlazione tra comunità e società, ovvero riscoprire i legami e le forme solidali, oltre che perseguire una modernità attenta al territorio e al rispetto della natura.
Lascia un commento