Emilio La Greca Romano è tante cose: poeta e scrittore, docente e giornalista pubblicista (ha collaborato e collabora con diverse testate quotidiane e periodiche), Commendatore Melitense del Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) e Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ma è soprattutto un mio amico.
Ha scritto molto, partendo dalla poesia ed approdando alla poesia. Tra i lavori: Sud come Africa; Profondo Sud; Streghe e Madonne; Il canto dei poveri; Cilento; Eros; Stagioni del cuore; Poesie; Un paese, una storia; Verso Paestum; Mitra e calamaio; Raffaello Lambruschini: autorità e libert in educazione; Gabriele Altilio – Elegantissimus poeta; I Cavalieri di Malta nel Cilento; Cammino di Chiesa; Ernest Hemingway ad Acciaroli; Saragni a oltranza; Versi diversi; Don Carlo Grangetti, Parroco ad Acciaroli-Missionario ed Operatore Sociale; Plano de Laczarulo – paese poesia. È stato poi coautore di pubblicazioni, quali: Voci e volti del Cilento; Usi e costumi del Cilento; Viaggio nel Cilento; I borghi del Cilento; Feste pagane e feste cristiane nella storia delle tradizioni popolari del Cilento. Questi ultimi lavori, con il CI. RI. Cilento Ricerche, la casa editrice che dagli anni ottanta è stato un ritrovo di vari ricercatori e un gruppo di amici.
Tra le ultime pubblicazioni: “D’amore un verso” (2020), una raccolta di poesia e prosa, più la prima che la seconda, o meglio la seconda che diventa poesia e che si esprime in versi con parole sempre misurate e senza eccessi, che si rivolge al tempo ma è senza tempo, che usa le parole per dare vita alla sua poesia. E poi: “Carmina et fragmenta” (molte delle liriche sono disponibili su youtube), da cui traggo spunto per presentare i bellissimi versi di “Torna com’eri quando …”.
Questa poesia che esorta il paese a tornare com’era un tempo, che è poi Acciaroli, la nostra infanzia e giovinezza, con suoni, sapori e paesaggi, ma soprattutto persone genuine e sincere, che ti accoglievano sorridenti e che volevano stare insieme per condividere parole e pensieri e vita comune. Mi immedesimo da amico come creature d’alba, come anime che condividevano cose presenti e ora ricordi lontani.
Ecco perché voglio in questo spazio proporre questo testo, che è poi un ricordo d’amico.
TORNA COM’ERI QUANDO…
Torna com’eri quando…
Abito attesa di rivenuta.
Aspetto il paese che torni.
Fatemi trovare i fumi pochi
e le parole fatti,
queste case come magia
sugli scogli fendenti il mare,
come gloria di famiglia sola;
olezzo nelle vie di buona maniera,
le vuote tasche,
il bene più grasso del cuore.
Torna com’eri quando
questa profondità temporale
di ricordo era mancante.
E tutto bastava a tutti
persino il poco assente.
Torna com’eri quando
non pensavo passassi
e avevo la fede del per sempre.
E si aprivano cuori
come case missionarie
già beate di paradiso.
Torna com’eri quando
parole e pensieri erano uguali
e stavamo raccolti
nel palmo della piazza stretta
dove il sole abitava soltanto mezzogiorno,
ma si attendeva dal moto delle notti
e, ricordato, entrava acceso nella sera,
dopo il fuoco del tramonto.
Torna com’eri quando
eravamo creature d’alba,
ora, nella decadenza del respiro
che trascina anima e ricordo.
Lascia un commento