L’uomo è parte dell’ambiente, anche se ha scelto di sfruttarlo senza pensare alle conseguenze. È giunto adesso il tempo di cambiare e dobbiamo esserne consapevoli.
Il 5 giugno è la Giornata Mondiale dell’Ambiente, una celebrazione riconosciuta in oltre cento Paesi in tutto il mondo, tra cui l’Italia.
La ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 1972, per ricordare la Conferenza sull’Ambiente che si è svolta a Stoccolma dal 5 a 16 giugno di quell’anno. Durante il summit venne delineato il Programma Ambiente delle Nazioni Unite, che ha l’obiettivo di rendere le persone sempre più consapevoli dei temi della difesa della natura.
Il filo conduttore individuato per quest’anno per la giornata mondiale è il “Ripristino degli Ecosistemi”: l’obiettivo è quello di prevenire e fermare i danni inflitti agli ecosistemi del nostro pianeta.
Si tratta del più grande evento annuale delle Nazioni Unite per promuovere un’azione ambientale positiva, volta a sensibilizzare il mondo per la tutela del nostro pianeta.
Gli esseri umani stanno perdendo e distruggendo le fondamenta della propria sopravvivenza a un ritmo allarmante. Più di 4,7 milioni di ettari di foreste (pari a un’area più grande della Danimarca) vengono persi ogni anno. Di conseguenza, la perdita dell’ecosistema sta privando il mondo di pozzi di assorbimento del carbonio come le foreste e le torbiere. Le emissioni globali di gas serra sono cresciute per tre anni consecutivi e il pianeta è sulla strada verso un cambiamento climatico potenzialmente catastrofico.
Riducendo l’habitat naturale per la fauna selvatica, abbiamo creato le condizioni ideali per il diffondersi degli agenti patogeni, compresi i coronavirus, come dimostrato dal COVID-19.
Con il 5 giugno inizia inoltre il Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema, introdotto con la missione globale di far rivivere miliardi di ettari, dalle foreste ai terreni agricoli, dalla cima delle montagne alle profondità del mare.
Lascia un commento