“Questo secolo oramai alla fine / Saturo di parassiti senza dignità / Mi spinge solo ad essere migliore / Con più volontà / Emanciparmi dall’incubo delle passioni / Cercare l’Uno al di sopra del Bene e del Male / Essere un’immagine divina / Di questa realtà”. (Franco Battiato, “E ti vengo a cercare”, in “Fisiognomica”, 1988”)
Per comprendere Franco Battiato, occorre immergersi “in una fitta trama di simboli”, osserva Guido G. Guerrera nel volume: “Franco Battiato. Niente è come sembra”. Il sottotitolo spinge a guardare al di là delle apparenze, e ciò già sembra un buon inizio per cercare di scoprire un maestro che ci ha lasciato da non troppo tempo (Ionia, 23 marzo 1945 – Milo, 18 maggio 2021).
È la ricerca spirituale la chiave di lettura dell’arte del maestro siciliano, fatta di parole e suoni musicali, che si combinano aprendo le porte al suo pensiero. Guerrera fa bene a tracciare anche i simboli dei testi delle canzoni, per appropriarsi del senso del suo pensiero: “L’era del cinghiale bianco”; “La voce del padrone”; “L’arca di Noè”; “Patriots”; “Orizzonti perduti”; “Mondi lontanissimi”; “Genesi fisiognomica”; “Gilgamesh”; “Caffè de la paix”; “L’imboscata”; “Gommalacca”; “Dieci stratagemmi”; “Il vuoto”; “Apriti sesamo”; “Attraversando il bardo”.
Atmosfere, mondi che si schiudono e accarezzano i sensi di chi ascolta, profumi d’Oriente mescolati con la sicilianità, in un universo in continuo mutamento, cercando “se stessi con volontà, tenacia e assoluto amore”. Così l’autore del libro nella parte introduttiva, che afferma come la musica di Battiato è accettata da coloro che aprono i livelli più profondi della propria coscienza ed entrano in sintonia con i suoni; diverso è invece l’approccio di chi ha scelto altre strade e trova il cantautore ostico e antipatico. Eppure non è così: in lui non c’è atteggiamento saccente, ma solo rispetto dei mali che affliggono il mondo, con un atteggiamento dolente e preoccupato “di fronte a spettacoli di indecenza sociale e abbrutimento morale”.
Il pensatore siciliano definisce i potenti della terra “perfetti e inutili buffoni”, e spera che il mondo diventi più normale, attraverso l’emancipazione dalle passioni, dalla sete di conquista, dalle false idee e dall’abitudine. L’uomo deve avere memoria di sé e solo così può liberarsi; ma la memoria è soprattutto ricerca e sperimentazione di tante cose che sono i mondi che ci possono liberare la mente. Questo il messaggio importante di un cantante, musicista, pensatore e raccoglitore di concetti e parole, note e suoni. Guerrera sostiene che è stato un esploratore delle possibili vie che portano ad una “chiara visione del proprio sé”, cercando un anelito alla purificazione dello spirito per abbattere le tenebre dell’ignoranza in cerca di una luce assoluta. Ovvero: ridursi a nulla e diventare nulla, per essere finalmente tutto. Questo è soprattutto l’ultimo Battiato che non vuole più la popolarità, o almeno non la cerca. Leggeva Renéé Guénon e soprattutto George Ivanovic Gurdjieff, di cui era grande estimatore, citandolo spesso nei suoi versi. Tutta la trama compositiva è intessuta di espressioni di grandi saggi del passato ma anche dei più prossimi al nostro tempo: Mewlana, Rajineesh, Cristo, Jodorowsky.
Presentando le sue canzoni, Guerrera individua i motivi e i simboli offrendo alcuni spunti di riflessione molto suggestivi.
Cos’è il cinghiale bianco? Simbolo antichissimo, è il “massimo grado di elevazione spirituale e ascetismo”. È lo stile di vita improntato al ritiro nei momenti di smarrimento dei valori dello spirito, alla ricerca di un tempo nuovo. Ne: “La voce del padrone”, c’è il centro di gravità permanente – i centri sarebbero sette – e si raggiunge in un conquistato equilibrio tra noi e l’Assoluto. Il gesuita Matteo Ricci è il gesuita euclideo: matematico e cartografo, uno scienziato carismatico. Poi: il tantra, come strumento di conoscenza che predispone all’attivazione e alla canalizzazione delle energie primarie. Per inciso, si tratta della natura sessuata di ogni cosa presente nell’universo (la filosofia tantrica), è l’esaltazione della coppia fusa nell’amore, l’unione tra cielo e terra. “L’arca di Noé” contiene il messaggio: la natura non procede a salti ma va per gradi; mai avere fretta per avere risultati apprezzabili. Ho fatto scalo a Grado rivela la sua impostazione cattolica che si scontra con i pseudo credenti. In: “Patriots”, la bellissima Prospettiva Nevskij, in cui ancora si trova Gurdjieff (il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire). “Orizzonti perduti” è contro il consumismo esasperato; “Mondi lontanissimi” tratta di esplorazione e viaggi. Ne: L’animale, è messo in discussione l’amore che rende schiavi e trasforma in inverno l’anima. “Fisiognomica” è un’indagine raffinata che coglie i sintomi della fragilità e delle cadute cui l’uomo è esposto quando la sua immagine non è somigliante al Dio lontano. “Genesi” e “Gilgamesh” sono due opere liriche. È poi da citare Atlantide, terra di ricchezza e gioia corrotta dall’uomo. “Sui giardini della preesistenza” è come dire: quando c’erano i tempi d’oro! Nei brani del “Caffè de la paix”, ci sono argomenti riconducibili alla meditazione, perché tutti abbiamo la sensazione che qualcosa sta sfuggendo di mano. “L’imboscata” è l’album che contiene La cura, da considerare “il madrigale d’amore” per eccellenza (Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie / Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via / Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo / Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai (…) E guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale). Per Guerrera si tratta del patrimonio interiore di Battiato e della sua sensibilità, considerato un vero capolavoro. Il ballo del potere è proprio contro la sete di potere ed è contenuto in “Gommalacca. I dieci stratagemmi e Il vuoto sono brani che non hanno avuto impatto popolare. E il ridestarsi della coscienza serve ad andare al di là della propria esistenza, per superare la limitatezza della vita. Apriti sesamo è bellissimo per i suoni ed è frutto esclusivo del suo genio. Nel 2014, esce “Attraversando il bardo”, libro e documentario in DVD di Battiato, per cercare il vero senso della vita, oltre il trapasso, lo stato della mente tra vita passata e futura.
Del resto, la testimonianza di Willigis Jager, monaco benedettino, contenuta nel documentario, è emblematica:
“Alla fine della nostra vita non conteranno le nostre prestazioni e le opere compiute. Non ci verrà chiesto se eravamo cattolici o protestanti o cos’altro. Le testimonianze di esperienze di pre-morte ci dicono che prima di tutto, e soprattutto, dovremo chiederci quanto abbiamo amato. Nulla è permanente, niente è duraturo, ma è proprio ciò che noi esseri umani non riusciamo ad accettare …”. (Guido G. Guerrera, “Franco Battiato. Niente è come sembra. Simbologia nei testi”, Verdechiaro Edizioni, settembre 2021, 175)
Il libro di Guerrera è un lavoro importante che permette di apprezzare con sottolineature e citazioni l’opera di un maestro, che è artista e musicista ma anche un pensatore che indica possibili orizzonti da seguire per permettere all’uomo di trovare la coscienza di essere nel mondo e non abbandonarsi a passioni ed assenza di prospettive.
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