La Capitale europea della Cultura 2022 è un borgo di poco più di diecimila abitanti, circa 4 kmq di estensione e un perimetro frastagliato di circa 16 km: un’isola adagiata lungo la costa del Golfo di Napoli. Con il vicino isolotto di Vivara appartiene al gruppo delle isole Flegree.
Il nome Procida deriva da Prochyta. Le ipotesi etimologiche divergono: la prima parla di Prima Cyme, prossima a Cuma; la seconda riconduce al greco pròkeitai, cioè “giace”, ovvero come appare vista dal mare; la terza considera quel nome riconducibile al greco prochyo, in latino profundo, in quanto sarebbe stata profusa, sollevata dal fondo del mare o della terra; un’altra riconduce alla nutrice di Enea, sepolta qui quando colui che darà origine alla stirpe romana approdò sull’isola. Infine, Procida sarebbe praecidaneus (vendemmiale), per la caratteristica delle sue ottime uve: la storia narra che prima di cominciare a tagliare le uve occorresse sacrificare a Cerere un’agnella o una scrofa, praecaedo (sacrificio prima).
Si presuppone che intorno al XVI-XV secolo a.C. l’isola fosse già abitata da coloni Micenei; durante l’VIII secolo a.C. ci furono i coloni Calcidesi; poi i Greci di Cuma. Con la dominazione romana, Procida divenne sede di ville e insediamenti, luogo di villeggiatura dei patrizi romani e di coltura della vite.
Da qui la storia per la ricostruzione delle origini. A partire da ciò si sono soffermati i progetti che caratterizzeranno l’isola nell’anno 2022, con lo scopo della cooperazione dei cittadini che si sono scambiate idee ed hanno partecipato ai tavoli di confronto. Sono emersi progetti e azioni che poi sono diventati parte integrante del programma culturale: su tutto ha prevalso l’idea dei Legami di mare, ovvero un percorso che ricostruisce il rapporto tra l’isola e i suoi abitanti.
Procida è la perfetta capitale della Cultura, in quanto laboratorio di socialità, mettendo al centro arte e saperi nei processi di trasformazione del territorio attraverso strategie di crescita sostenibile, privilegiando un percorso lento e diffuso, esaltando lo straordinario patrimonio materiale e immateriale. La finalità è di affermare il concetto di globale e locale, cultura originaria e moderna, sviluppo e identità: apertura/chiusura, accoglienza/esclusione, libertà/reclusione, legame/distanza.
Giulia D’Argenio su: Il Mattino di Napoli, il 6 dicembre 2020 ha scritto:
“Procida sarebbe una capitale della cultura sovversiva perché in grado di mettere in discussione (sovvertire) la nostra concezione dello spazio e delle connessioni che lo strutturano. Metterebbe in discussione immaginari, svelerebbe complessità fin qui non ragionate e porrebbe sul piatto la sfida cruciale della sostenibilità”.
Lo slogan: “La cultura non Isola”, vuole proprio rivalutare il patrimonio dei piccoli borghi e le bellezze del Paese, spesso sottovalutate, attraverso un connubio tra istituzioni e enti di formazione, società civile, terzo settore, impresa sociale: il tutto con la collaborazione di creativi, performer, intellettuali, artisti, associazioni locali, network e istituzioni europee. Questo lo scopo di un “turismo lento e di ritorno”, che investe l’intero anno, con iniziative durante tutti i mesi. Agostino Riitano, il direttore di Procida Capitale, ha efficacemente presentato il programma culturale “ragionando su verbi generatori di azioni collettive”: Procida inventa; Procida ispira; Procida include; Procida impara; Procida innova. È il rapporto tra cultura e innovazione. (A. Riitano, “Procida ‘22”, a cura di O. Ragone, C. Sannino, Novanta-Venti, La Repubblica, Guida Editori, gennaio 2022, pp. 21-22)
“La cultura non Isola” prevede una serie di iniziative da gennaio a dicembre 2022, tra comunità e innovazione, accessibilità e inclusività: percorsi formativi sul patrimonio culturale partendo da tradizioni marinare e artigianali, gastronomia, letteratura, racconti e storie, arte, cinema, mostre, concerti, musica; visite guidate alla scoperta dei luoghi, dell’architettura e della storia, relazioni tra uomo e ambiente; laboratori creativi e artistici, fotografia e arte itinerante, web, app, digitale, dispositivi virtuali e multimediali. Da citare: “Ritual Project” (installazioni multimediali alla scoperta delle pratiche rituali); Palazzo d’Avalos: “Fili d’ombra, fili di luce” (la produzione del line nel rapporto dentro/fuori le mura carcerarie); “SprigioArti” (museo d’arte contemporanea); “Una sola moltitudine” (mostra fotografica sulle condizioni carcerarie). Con la consapevolezza che tante piccole e medie imprese operano nella sfera del patrimonio artistico e culturale ed in considerazione che esse sono oggi lo sviluppo del Mezzogiorno, si sono pensate una serie di iniziative ed incontri su: contraddizioni contemporanee, immaginari sostenibili, conservazione del patrimonio culturale, sensibilità ambientali, sviluppo del sapere e della ricerca, della scienza e del progresso, interscambi con artisti e musicisti di tutto il mondo, premi e forme di sensibilizzazione e promozione.
Su tutto, ancora l’isola e il mare, i borghi piccoli e suggestivi.
L’ultima considerazione riguarda Procida e le sue suggestive tradizioni e ricorrenze identitarie, come quelle del periodo della Settimana Santa, tra cui la Processione degli Apostoli del Giovedì Santo e la Processione dei Misteri del Venerdì Santo, che quest’anno saranno ancora di più valorizzate. Nel primo caso, suggestivo è il rito che prevede la lavanda dei piedi e in seguito la processione dei dodici “apostoli” (confratelli) che incappucciati, con una croce sulla spalla e una corona di spine sul capo, sfilano preceduti dal “centurione” e seguiti dai cerimonieri e dagli altri confratelli. Il momento culminante dei riti della settimana, cui partecipa quasi la totalità della popolazione dell’isola, si ritrova comunque nella processione dei Misteri della mattina del Venerdì Santo, talvolta anche indicata come Processione del Cristo morto. Le origini risalirebbero alla seconda metà del Seicento quando era la processione di flagellanti; nella seconda metà del XVIII secolo fu trasformata in una processione di Misteri, ovvero carri allegorici costruiti artigianalmente di carattere religioso, con la statua del Cristo morto e tra il suono della tromba e del tamburo.
Credo che i finanziamenti per Procida Capitale europea della Cultura 2022 possano essere l’occasione per valorizzare i borghi piccoli che necessitano di essere posti all’attenzione più generale senza tradire le sue peculiarità.
Franco Arminio ha scritto che Procida è “un paese in mezzo al mare”, che necessita di persone che hanno inclinazione alla lettura e “l’attitudine a guardare il mondo più che a scavarci dentro come una cava per sfogare la bulimia del guadagno”. (F. Arminio, “Procida ‘22”, cit., pp. 57-58)
A PROCIDA
1 Marina Grande;
2 Palazzo d’Avalos e Terra Murata;
3 Casale Vascello;
4 Marina Corricella;
5 Spiaggette, baie e insenature;
6 Il giro dell’Isola di Procida
7 Area Marina Protetta, tra Ischia, Procida e Vivara;
8 La casa-museo di Graziella;
9 I piatti, armonia di mare e terra;
10 Hotel, appartamenti e bed & breakfast.
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