Nell’ambito degli accordi di cooperazione internazionale tra Italia ed altri Paesi, di recente è stata stipulata un’intesa tra il Comune di Campora (SA) e Gharb, oppure L-Għarb, che deriva dalla comunità che si organizzò, durante la dominazione araba tra l’870 e il 1090 d.C., nell’isola di Gozo a Malta.
Il coinvolgimento dei piani di interscambio culturale ed economico riguarda intese con comuni, scuole, università, imprese, associazioni, professionisti, che operano in regime di non profit. L’Italia collabora con Enti ed istituzioni internazionali, Nazioni Unite e Unesco, per sostenere le attività di cooperazione, attraverso programmi e progetti da inserire entro una cornice normativa e finanziaria, per favorire proprio gli scambi culturali. In particolare, si tratta di formazione e ricerca in materia di beni e attività, promuovendo la conoscenza del patrimonio locale, nazionale ed internazionale, con riferimento a realtà territoriali e percorsi culturali determinati.
È questo il caso dell’intesa con il villaggio maltese. Si tratta dell’attivazione di una forma di dialogo interculturale e interreligioso nel Mediterraneo, che rientra nelle logiche partecipative per il consolidamento della pace, della fratellanza e degli scambi. Attraverso una Promo Agenzia, un organismo strategico per la realizzazione di piani individualizzati di formazione micro linguistica, Learning English by Acting, nell’alternanza scuola lavoro e nell’acquisizione di competenze trasversali, si realizzeranno scambi culturali ed economici, cui possono aderire associazioni di categoria, scuole, università, start up.
L’iniziativa nasce per le analogie identitarie tra Cilento e Malta.
A Gharb, nella piazza del paese si trova il Museo del Folklore che racconta la storia rurale dell’isola. È un’esclusiva casa di villaggio dell’inizio del XVIII secolo con 28 stanze piene di oggetti storici associati ai mestieri e ai passatempi tradizionali di Gozo, dalla molitura alla stampa, dalla falegnameria alla vinificazione, dalla pesca all’artigianato. Il paese si caratterizza per la sua chiesa parrocchiale barocca, costruita dal 1699 al 1729. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce resti di insediamenti neolitici e dell’età del bronzo.
Il paese fino a non troppo tempo fa era popolato quasi esclusivamente da persone che lavoravano i campi circostanti la fertile zona di Gozo. Gli abitanti sono anche rinomati artigiani, famosi per la fabbricazione della “lama l-Għarb”, un coltello affilato tradizionale. Inoltre, ci sono fabbri, tessitori di cotone e merlettaie, falegnami e maestri nella lavorazione della canna. Infine, i maltesi sono abili pescatori e pastori che producono il miglior formaggio Gozo dell’isola.
Campora, paese che fa parte del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, già nell’etimologia significa campus, luogo a propensione agricola. È un piccolo comune montano che vanta una delle maggiori estensioni di patrimonio boschivo, con la presenza di corsi d’acqua, alberi di faggi e querce, dove è possibile trovare varie tipologie di funghi. La chiesa principale è dedicata a San Nicola, che all’interno presenta un rilevante affresco che raffigura il santo; il campanile è particolarmente suggestivo. La cappella della Madonna della Neve è importante per la tradizione cilentana. Il 5 agosto si realizza la “Processione dei canestri”, in cui alcune ragazze dal centro al luogo in cui è ubicata la cappella portano cesti di frutta e formaggi; il rito vede coinvolti le statue dei santi e la banda musicale. Quella estiva è la data in cui si conclude il periodo del raccolto, dunque una commistione di sacro e vita materiale, cui partecipano i montanari, i contadini gli emigranti, che chiedono la protezione e l’intercessione della Madonna per realizzare proficui raccolti.
Gharb e Campora hanno dunque analogie identitarie comunitarie, con le dovute differenze linguistiche, comportamentali e di stili di vita, anche se le abitudini contadine sono simili ed andrebbero poste a confronto e studiate.
L’interesse per questo tipo di iniziative è sentito, soprattutto perché la cooperazione culturale sta diventando uno degli obbiettivi più importanti nella politica internazionale delle nazioni che cercano di promuovere scambi ed accordi culturali, rilevando che ogni popolo ha il diritto e il dovere di sviluppare la propria cultura, privilegiando la diversità e compiendo azioni di reciproca influenza.
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