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Nei giorni scorsi abbiamo incontrato Nera D’Auto nella sua casa di Roccadaspide. È un’artista interessante, che espone le sue opere in tutto il territorio nazionale e non solo. Abbiamo ripercorso il suo pensiero artistico e il suo rapporto con il Cilento.


 

di Pasquale Martucci e Antonio Di Rienzo

 

(nella sezione del sito: galleria, alcune foto dei quadri dell’artista)

______________

Nera D’Auto si sente legata al “Movimento dello Spazialismo”, o arte spaziale, fondato nel 1946 da Lucio Fontana. Gli artisti che si riconoscono in questa corrente d’arte moderna riproducono i movimenti delle particelle nella luce, dipingono vertiginose spirali nelle quali si può riconoscere la forma intima dell’energia. Fin dalla metà degli anni novanta del novecento, sulla spinta di quel movimento, furono realizzate tele con buchi, cui fecero seguito i celebri “tagli”, applicati sia in pittura, in scultura e nell’arte ceramica. Fontana si presentava ai suoi critici con tele bucate che definiva concetti spaziali, offrendo un’immagine pura, aerea, assoluta, che attirava comunque molte perplessità. Queste forme d’arte sono basate da un lato dalla materia da plasmare, dall’altro dalla ricerca dell’ignoto del cosmo, che riconduce ad intuizione, mistero, divinazione.

E Nera riconduce la sua arte proprio a questi temi.

Fin dall’infanzia dimostra creatività e curiosità. Disegna, si occupa di grafica, fumetti, legge storie e inizia con i ritratti. Frequenta l’Istituto d’Arte, il Liceo Artistico, dove apprende anatomia dei corpi, figure e nudi, utilizzo dei colori e teorie impressionistiche. La sua ricerca su luce ed energia è spasmodica e la impegnerà per tutta la vita. Incontra gli artisti del “Vortice”, fa parte del gruppo “Vairo”, poi “Centro d’Arte Sud”, frequenta artisti e intellettuali; poi partecipa ad iniziative culturali, aderisce a riviste e giornali; inizia le prime mostre. Continua ancora oggi a percorrere il territorio nazionale e internazionale per esporre: riceve premi, partecipa a cataloghi d’arte e continua incessantemente la ricerca di spazio, luce e colori.

È da sottolineare anche l’impegno culturale e civile nel Cilento.

Tra il 1993-1994, realizzò una mostra internazionale: “I miti della mia terra, il Cilento”. In precedenza, aveva esposto: “Immagini e volti del Cilento”. Le opere sono legate alla materia, in cui il colore diventa il protagonista assoluto del rappresentato e serve anche per sottolineare un carattere. Chiediamo se il Cilento si possa rappresentare attraverso colori che ne delineano le caratteristiche.

Per me i colori del Cilento sono quelli delle persone che lo abitano, che sono gioiosi, capaci di donare, ma anche un po’ malinconici. Se pensiamo ai contadini, certamente il colore è il marroncino. C’è evoluzione, ma i contadini ci sono. Però questa terra è anche vivace e si trovano anche colori più tenui.

Che rapporto hai con la tua terra, visto il tuo impegno civile e le tue numerose iniziative?

Con Peppino Liuccio facemmo una rivista; poi ho collaborato con Bartolo Scandizzi diversi anni. Liuccio voleva che facessi la giornalista ed io invece continuai per la mia strada. A Rocca, dopo la fondazione dell’Associazione “Shunt”, organizzai il “Borgo delle Meraviglie” per diversi anni. Fui la colonna portante. Organizzai in seguito un “Museo Polivalente” con il sostegno della Regione. Ho fatto anche politica, ma non mi sono mai sentita attratta da ciò, e passavo il tempo a disegnare durante le interminabili riunioni. Ho sempre preferito dedicarmi all’arte.

L’arte si relaziona con il nostro profondo e ci fa scoprire cose mai sperimentate. Questo lo affermano un po’ tutti gli artisti, ed è il contrario di chi si dedica solo alla quotidianità. Come ti rapporti con la quotidianità del tuo paese?

Passo del tempo a dipingere e a realizzare le mie opere, non vivo tanto la quotidianità delle persone comuni. Però la gente mi conosce e hanno persino chiamato la via dell’arte il luogo in cui vivo. Credo che mi amino, almeno sembra, perché sono disponibile sempre. E poi, ho anche fatto tanto, come ho detto prima. Mio marito era molto considerato, era profondamente organico alla vita del paese.

Per Peppino Liuccio ti porti dentro i segni di quel lembo di territorio cilentano che, pur essendo lo spazio fisico e la fonte inesauribile di ispirazione, è solo il pretesto per il tuo percorso artistico che attraverso varie tematiche vola nella universalità dell’arte. È solo un pretesto o c’è qualcosa di più profondo, anche in considerazione del tuo impegno politico e civile per il territorio?

Questo è ciò che pensa. Certamente mi immedesimo in ciò che faccio e passo del tempo a realizzare le mie idee. Credo che però volesse riferirsi ad alcune sculture fatte con i ricci, gli involucri delle castagne. Ho cartoline con sculture dei ricci. Il pretesto potrebbe essere proprio il livello di amore verso il territorio.

Vediamo la tua evoluzione artistica. Sei stata considerata l’artista del colore. Da dove possiamo partire?

La mia partenza è la linea, il mio principio ispiratore. Parto sempre dalla linea, una matita che corre sul foglio e racchiude la materia. Ad un certo punto, la linea negli anni ti fa trovare davanti alla prospettiva, ed allora disegni. Poi piano piano si forma il dipinto: vedo che nell’atmosfera c’è il colore e mi pongo il problema di conoscere il colore e ciò che intendo realizzare con i colori. E mi trovo davanti lo spettro di Newton con la lunghezza d’onda e la frequenza, dove ogni lunghezza d’onda ti dà il colore. Associo ad esso però un sentire, quello di Goethe, ed allora associo nella dialettica del colore lo stato d’animo.

“Il fluire della linea che scorre sul foglio e attraverso mille rivoli segna momenti di vita, esperienze e situazioni in modo chiaro, come puro istante di rappresentazione, è una cosa che mi ha sempre affascinato”, sostieni. Sono sensazioni dell’animo ma anche rappresentazioni di un istante. Ma riesci a mantenere l’istante nonostante il fluire del tempo e, del resto, la completezza del dipinto non può certo esaurirsi in un istante?

È lo stato d’animo l’istante. Ma l’istante non è solo istante. Se non c’è il momento iniziale che senti, l’istante, non esce niente. L’istante mi dà l’idea. Il quadro ha due momenti. Il primo è l’idea.

A questo punto indica un quadro …

Volevo la sospensione. Al centro c’è il fulcro, con l’equilibrio. Il baricentro fa prendere forza. Faccio lo schizzo e poi lavoro qui. Lavoravo e comprendevo che un segno mi invitava a farmi cadere. Dal centro vado verso l’esterno. Se vedete, il colore è la forza che degrada. C’è materia al centro e poi degrada. Nell’universo c’è un punto di riferimento, poi un continuo divenire, aprirsi e chiudersi. Su un mio catalogo di qualche anno fa facevo una grafica che ti dava l’impressione di un continuo divenire. Sulla questione dell’istante, certamente è quello il principio iniziale, da cui parte poi tutto il resto. Certamente il fluire del tempo dà forma, perché è sempre il movimento che caratterizza la vita.

Sei molto legata ai colori. Affermi: “Il colore sul supporto che adopero ha una massa, un segno, un elemento, una plasticità che appartiene ad un codice personale”. Nicola Scontrino ha scritto riferendosi a te: “Il suo riferimento resta la dinamicità del colore, e la rappresentazione di un fatto simbolico non determinante. In questa disputa il segno percorre il colore, lo attraversa, lascia la sua traccia facendo riemergere così tutta una simbologia pittorica che sviluppa una concettualità di cui l’artista resta l’unico possessore”. Puoi spiegare questo tuo legame con i colori?

Sento il colore, mi faccio un alfabeto. Un azzurro è per me lungo, e se penso azzurro vado lontano. Il rosso mi porta al vicino. È condensato. L’azzurro scappa va lontano. Sono sensazioni. Diciamo che il colore è tutto. È lo stato d’animo che rappresento e lo faccio con tanti colori, per dare forma alla materia, perché è la materia che ci caratterizza e rende il fluire delle cose. Dunque, i colori non sono tanto legati ai simboli della natura, quelli che convenzionalmente vengono utilizzati per le rappresentazioni e le immagini, piuttosto a stati d’animo del tutto personali.

A un certo punto arrivi allo squarcio. Oltre al colore, in un periodo più recente c’è “il taglio della tela”, lo studio dello spazio attraverso la luce. Qui c’è un aneddoto divertente, perché pare che la cosa sia iniziata per caso: una tela squarciata ha rilevato una visione dello spazio misterioso, che si è presentato alla tua vista per la prima volta. Lo strofinio ha lacerato la tela e ti ha mostrato un mondo che non avevi prima considerato ma che volevi rendere impalpabile. Perché volevi spingerti a questo?

Rendendo sempre più sfumato il colore, attraverso lo strofinio della tela ho riscontrato il buco, la lacerazione. Ed ho compreso che c’è anche altro. Mi ispiro certamente a Fontana, che ha per primo individuato lo squarcio, il taglio. E se vedete in tutti i miei lavori, anche nelle sculture, ci sono sempre i buchi. È proprio la ricerca dell’impalpabile. Attraverso lo strofinio cerco di chiedermi: che succede al colore? Si parte da una massa pesante e poi si tende a farla scomparire. Piglio una pezzolina imbevuta di solvente per far diventare il colore sempre più tenue. Si lacera la tela e vedo un mondo. Vedo il miracolo di Fontana, l’altra dimensione. Ognuno vuole dare una dimensione.

Ciro Ruju parla della “consapevolezza di un attraversamento” ed aggiunge: “Nera ci fa entrare in un mondo dove a essere interessata è la luce che si presenta”. L’attraversamento è stato riscontrato con il taglio della tela?

Diciamo che non è proprio così. Quando Ruju ha parlato di attraversamento non avevo ancora elaborato lo squarcio. Evidentemente ha colto la possibilità artistica dell’attraversamento nei miei dipinti e lo ha evidenziato. Vado a Napoli, all’Istituto d’Arte ed ho una conversazione con lui. Ha voluto vedere le mie opere ed è venuto qua. Ed evidentemente ha apprezzato.

De Piscopo ha sostenuto che gli strappi sono “il buco dell’animo dell’artista” di fronte al baratro della vita. Anche se il baratro l’artista lo supera senza eccessiva drammatizzazione. Ti riconosci in ciò?

È vero. L’artista supera gli ostacoli immergendosi nella sua arte. Io non sono drammatica, sono gioiosa. Per me il buco è il divenire, perché una persona quando muore tramanda. È un continuo esserci. Ci sono cose nuove, il divenire continuo.

Pare che ti sei ispirata ad uno spirito ribelle che combatte le idee borghesi, cioè irriverente verso l’ordine costituito. È sempre la diversità, l’essere altro dal consolidato che determina l’arte? E come è possibile che la società borghese poi si appassioni ad artisti “altro da loro”?

Certamente l’artista è irriverente e coglie significati che la vita quotidiana non riesce neppure ad immaginare. E poi, non è che rincorro la vita della società e le persone che si appassionano ai miei quadri, sono loro che si rivolgono a me anche per essere ritratti.

Qual è la giornata di un artista?

In genere la mattina faccio i ritratti. Il ritratto ha bisogno della mente limpida. Ne ho fatti tantissimi di ritratti commissionati. Ho bisogno di vedere un paio di volte i soggetti. Il primo schizzo si fa dal vero. Poi faccio una foto per mantenere l’idea della persona. Prima di finire faccio vedere il lavoro, perché la persona deve essere libera di decidere.

Preferisci ritrarre uomini o donne?

Ritrarre le persone interessanti. Il bello bello non mi piace. È più interessante ritrarre caratteri precisi, non tanto la bellezza, perché la perfezione mi fa rabbrividire. Io a volte vedo il ritratto bellissimo ma loro non sono convinti. Io devo sentire quello che faccio. Intanto per lavorare devo avere la testa libera per consentire il momento inconscio che entra.

Come definiresti un artista?

L’anima dell’artista è chi non si accontenta, è sempre alla ricerca. Deve studiare.

Quale Nera c’è adesso, rispetto al passato?

Con lo stesso affanno, mai paga. Il ritratto non comporta affanno, la creazione invece turba. La realizzazione dell’opera è continua costruzione, non è solo tecnica. Un quadro può riuscire o può non riuscire. Viene apprezzato e magari non da te. Ma io non vendo un’opera che non mi piace.

Quando ti confronti, le persone colgono le stesse cose che hai voluto rappresentare nel lavoro?

L’opera è soggettiva. Non vorrei intervenire, la persona dovrebbe avere le sue idee. Con l’arte moderna non ci sono regole di pittura. Il classicismo è forma, spazio, figura, storia, mentre con il moderno è più difficile. Le persone ci girano intorno, ed anche se il loro punto di vista non è il mio la cosa mi piace, mi fa andare avanti. È uno spunto di riflessione. Una persona competente sa quello che fai, gli incompetenti quando si esprimono mi fanno dialogare. L’arte moderna ha difficoltà di lettura.

Sei condizionata dai giudizi degli altri?

No, assolutamente. A me non serve fare arte per mangiare. È vero che se devo andare a Venezia ci vogliono i soldi, le mostre sono care. Ci sono i galleristi, i cataloghi, le strutture. Sgarbi ha fatto una mostra a Monza, ed entrare nel catalogo di Sgarbi costa.

Ci conduce nella sua casa per fotografare le sue opere e continua ad indicarci materia, caratteristiche, colori. Continuerebbe a farlo per ore.

Rosa Spinillo ha sostenuto che “l’arte non è espressione del mondo esteriore, ma solo estrinsecazione di quello intimo”. Per cui è la visualizzazione di forme, linee e colori il complesso oscuro dei sentimenti che si agitano dentro ciascuno di noi. Ovvero una sorta di abbandonarsi all’arte ed essere proiettati in un mondo forse fantastico, non limitandosi alle apparenze.  Osservando le opere di Nera pensiamo di poter condividere appieno queste parole. Si tratta di un’artista che insegue sempre ciò che è poco evidente e ciò che cambia, perché tutto è movimento ed occorre mutare continuamente l’immaginazione per cogliere il senso di una natura che non è immobile ma in evoluzione.

2 Responses to “Roccadaspide / Arte. Nera tra linee, colori e buchi”

  1. Nera d'Auto

    Pasquale, la ringrazio per aver voluto pubblicare il nostro incontro su ciò che riguarda il mio fare arte. Devo dire che a volte il mio pensiero non è risultato molto chiaro anche se le sue domande erano pertinenti e ben fatte. Certamente il tema non era di facile svolgimento e inoltre i troppi momenti focalizzati nella discussione sono risultati un poco confusi nell’insieme delle risposte. Mi auguro che ci possa essere un momento di maggiore chiarezza per tutta quei momenti della mia vita artistica che hai voluto, così cortesemente, ripercorrere. Grazie ancora. A presto Nera.

    • Pasquale Martucci

      L’intervista ha avuto riscontri positivi. Certo si sarebbe potuto dire tanto altro, ma credo vada bene così. Certamente ci incontreremo e parleremo ancora. Grazie soprattutto per il prezioso lavoro artistico, che moltissimi apprezzano.

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Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Novembre 19th, 2024

Il turismo e le nuove tecnologie

Quando parliamo di turismo, la prima considerazione è di valutare il rapporto tra i turisti/visitatori e l’ambiente esterno, le risorse […]

Novembre 17th, 2024

I giovani incontrano l’arte: l’osservazione di una interazione

Un interessante esperimento di interazione tra i giovani è l’arte è stato realizzato lo scorso 15 novembre 2024, presso l’Auditorium […]

Novembre 14th, 2024

La sociologia di Franco Ferrarotti

È scomparso all’età di 98 anni Franco Ferrarotti, considerato da molti il padre della sociologia, certamente colui che ha contribuito […]

Novembre 11th, 2024

La parola viva

Paul Ricoeur, in “La parole est mon royaume” (Esprit, 1955), sosteneva che la parola era il suo lavoro, il suo […]

Novembre 5th, 2024

Osservare il margine: lo sguardo di Gaetano Barbella

Gaetano Barbella mi ha trasmesso uno scritto che riprende l’ultima parte dell’articolo “Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine”. Ringrazio […]

Novembre 4th, 2024

Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine

Il secondo sguardo si occupa del concetto di margine, periferia, distanza di un territorio dal suo centro. Il margine e […]

Ottobre 28th, 2024

Il senso della singolarità

Il sociologo Danilo Martuccelli nelle sue ricerche si è dedicato alle problematiche dell’individuo nella sua relazione con la società, introducendo […]

Ottobre 21st, 2024

Sguardi sociologici (1) / Il sociologo del territorio

Inizio questa rubrica, per offrire un punto di vista che parta da lontano e vada lontano. E che si rivolga […]

Ottobre 17th, 2024

Premio: “L’identità del Cilento” (seconda edizione)

Il Premio Artistico-Letterario: “L’identità del Cilento”, riservato ai giovani del territorio dell’antico Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è giunto […]

Ottobre 14th, 2024

L’anima della tofa

Note sul libro di Gerardo Vassallo: “La tofa: una conchiglia e la voce della sua anima”, Galzerano Editore, settembre 2024 […]