L’Associazione storico-culturale “Progetto Centola” e il Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura”
Sabato 25 febbraio 2023, alle ore 16:30, presentano il volume:
Quando dal Sud d’Italia si emigrava in massa in America. Case History della famiglia Natale di Centola (SA)
di Ezio Martuscelli e Pina Valente
Modera:
Rita Gravina (Storica)
Interventi:
Bianca Fasano (Giornalista)
Pasquale Martucci (Sociologo)
Francesco Scianni (Architetto)
Contributi degli autori
L’incontro, si terrà sulla piattaforma Googlemeet. Per partecipare cliccare sul seguente link:
Ezio Martuscelli e Pina Valente hanno scritto un interessante volume: “Quando dal Sud d’Italia si emigrava in massa in America. Case History della famiglia Natale di Centola (SA)”, che percorre oltre cento anni di emigrazione dal nostro territorio, soffermandosi sulle vicende di una famiglia.
Partendo dalle fonti reperite in loco, la ricerca ha inteso coinvolgere anche gli oriundi italo-americani attraverso la costituzione di un network per far conoscere tra loro i parenti e metterli in relazione. Quindi, l’intento ha riguardato molteplici aspetti: conoscenza di una storia che si è svolta in un arco temporale piuttosto vasto; la possibilità di delineare per gli stessi Natale un ricco albero genealogico che ha inteso intrecciare le varie forme di parentela, dalle più semplici della famiglia originaria; infine, la ricostruzione da parte degli autori di tutto il processo intergenerazionale di integrazione nella società americana e di consolidamento attraverso le generazioni successive.
Si può asserire che la ricchezza della documentazione prodotta e la capillarità dei dettagli possa costituire un riscontro scientifico di rilievo, ovvero la ricostruzione storica di una famiglia che estensivamente può rappresentare l’universo delle storie di emigrazione.
Nel titolo gli autori si riferiscono a “case history”, di cui è ricca la letteratura, anche se un simile approccio è stato a lungo considerato un “non tema” nella metodologia della ricerca sociale. Facendo un passo indietro, si può rilevare l’affermazione del contributo delle storie di vita, influenzato dalla lezione weberiana, che ha chiarito molti equivoci e soprattutto ha mostrato come sia possibile il riferimento ad un tipo di approccio che è comune alla storia ed alla sociologia. Inoltre, negli Stati Uniti la ricerca sociologica in tal senso fu favorita dalla Scuola di Chicago, in cui soprattutto Park rilevò l’importanza di una metodologia non essenzialmente statistica, che poneva questioni legate alla ricerca empirica con bibliografie e storie di vita.
La storia delle famiglie e delle persone non può esaurirsi nella ricerca delle loro genealogie e moltissime sono le fonti che possono gettare squarci di luce sulle vicende degli individui e delle loro relazioni, in particolare quelle di migranti e soggetti marginali.
Le storie di vita sono dunque un ambito di ricerca particolarmente fecondo, e credo che il lavoro di Martuscelli e Valente si indirizzi in questa direzione, senza trascurare una comparazione di documenti e di riscontri veramente ampi e significativi.
Questa storia di emigrazione inizia nel 1901 quando Luciano Natale si reca negli Stati Uniti: nel 1907 la moglie e tre figli lo raggiungono in New Jersey. In precedenza, aveva chiamato i quattro nipoti: Bartolomeo, 1902; Giuseppe, 1903; Nicola, 1906; Luigi, 1921.
Il libro si sofferma su questi uomini, provenienti da Centola, e sui loro discendenti che invece nacquero e vissero tutti negli USA. Dai registri americani di immigrati, si ricostruiscono le storie dei quattro Natale, nipoti del primo emigrato Luciano, e della loro discendenza.
Lascio al lettore lo sviluppo delle interessanti vicende, considerando anche tutte le condizioni sociali degli emigranti negli Stati Uniti.
Mi pare di poter asserire che la famiglia Natale nel corso degli anni sia riuscita ad integrarsi nella nuova condizione e a raggiungere nelle generazioni successive un certo successo.
In conclusione, questo lavoro prende in considerazione vicende prossime agli stessi autori, Pina Valente ad esempio, con un coinvolgimento certamente anche emozionale, ma mano che la situazione si amplia e si sviluppa nelle pagine. In particolare, sono di interesse le complesse dinamiche che caratterizzano questo fenomeno, a partire dall’incontro tra culture diverse, con un approccio che permette di guardare all’immigrazione non solo come un evento che ha ripercussioni a livello individuale, ma anche nelle sue componenti pluri-generazionali. Porre al centro dell’attenzione la famiglia Natale significa “attraversare il tempo”, far sviluppare le generazioni e rilevare gli elementi che hanno caratterizzato i primi cilentani che hanno posto il loro piede sulla terra americana.
Il passaggio migratorio certamente ha implicato rottura, separazione, perdita, distacco forte, sradicamento, ma anche possibilità e opportunità di crescita e di sviluppo per le generazioni successive. Un aspetto interessante, che mettono in luce gli autori, è la cura dei legami tra chi parte e chi rimane, chi nasce lontano dal paese d’origine e chi è pronto ad ospitare gli oriundi che hanno voglia dopo tanti anni di ricercare le proprie radici.
Pasquale Martucci
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