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Riflessioni ed analisi su un concetto interessante, quello di abito, abitudine, habitus, attraverso il pensiero di Pierre Bourdieu, tra l’agire del soggetto e le strutture sociali.


 

Nella società attuale si presta particolare attenzione ad un concetto che a lungo è stato poco considerato: quello di abito/habitus/abitudine. Eppure, nell’“Etica Nicomachea”, Aristotele lo considerava il carattere morale prodotto sia dalle nostre virtù che dai nostri vizi, aggiungendo che gli abiti sono acquisiti e non innati: si tratterebbe di inclinazioni naturali perfezionate con il comportamento/integrazione. Qui l’abitudine è esercizio/ripetizione: se ci esercitiamo ad essere coraggiosi esercitiamo la virtù del coraggio, e ciò accade nella fase che va dalla nascita alla maturità, perché poi gli abiti sono più difficili da modificare e l’età matura è meno portata a cambiare. Infatti, è l’educazione, quella assimilata da giovani, che fa acquisire ai cittadini buoni abiti.

Sull’habitus si sono concentrati i lavori di Pierre Bourdieu e della sociologia relazionale, in quanto il mondo si caratterizza per una relazione dialettica, dove ogni elemento coinvolto influisce sull’altro, “in un processo continuo”. Esso trova “il suo dispiegarsi all’interno di particolari universi e mondi sociali”, tra strutture oggettive e costruzioni soggettive, dove si relazionano beni materiali (risorse economiche norme sociali, istituzioni) e schemi mentali incorporati (comportamenti, atteggiamenti, emozioni, sentimenti). (1)

L’habitus è la capacità di vivere le situazioni; una specie di mappa dell’esistenza quotidiana, insieme di principi regolatori, di pratiche, di modi di porsi rispetto alle situazioni che si affrontano, ma è anche: “struttura strutturata e strutturante”. È struttura strutturante, in quanto organizza le pratiche e la percezione delle pratiche; è struttura strutturata, ovvero “il principio di divisione in classi logiche che organizza la percezione del mondo sociale esso stesso il prodotto dell’incorporazione della divisione in classi sociali”. (2)

L’habitus è quel faro che ci conduce, quell’istinto che ci fa prendere una strada al posto di un’altra, il senso pratico incorporato, che permette di prendere posizione all’interno del campo di gioco. È un corpo che ha incorporato le strutture immanenti di un mondo, di un campo “che struttura la percezione di quel mondo e l’azione in quel mondo”. (3)

Habitus, capitale e mezzi di differenziazione sociale sono strumenti di azione e posizionamento sociale: essi ci permettono di agire e reagire all’interno degli ambiti sociali in cui, di volta in volta, siamo coinvolti. Per sintetizzare, la realtà sociale esiste “nelle cose e nei cervelli”, “nel campo e nell’habitus”, “all’esterno e all’interno”, degli agenti. (4)

La nozione di habitus produce strategie, oggettivamente adattate alla situazione. Ad esempio, il gioco all’apparenza è razionale, eppure non è così perché il giocatore decide al di là della costruzione esperta dell’allenatore, dettata dal calcolo razionale. I giocatori si abbandonano alle intuizioni, dettate dal senso pratico, che è “il prodotto dell’esposizione durevole a condizioni simili a quelle nelle quali essi sono situati”. La conclusione è che l’habitus, come direzione di ricerca, intrattiene con il mondo sociale di cui è il prodotto una reale complicità ontologica, “principio di una conoscenza senza coscienza, di un’intenzionalità senza intenzione”. (5)

Procedendo in tal senso, il sociologo afferma che il senso pratico è “invenzione attiva inventiva”, la capacità creatrice, che è quella di un soggetto che agisce; ed allora “la nozione di habitus è un sistema di schemi acquisiti funzionante allo stato pratico come insieme di categorie di percezione e giudizio o come principi di classificazione o come principi organizzatori dell’azione”. L’agente sociale è costituito come operatore pratico di costruzione di oggetti. Sostiene: “Il sociologo scopre la necessità, la costrizione delle condizioni e dei condizionamenti sociali, fino al cuore del soggetto, sotto la forma di quello che io chiamo habitus”. (6)

L’habitus presuppone condotte/azioni orientate ad un fine, senza essere il prodotto di una strategia cosciente o di una determinazione meccanica. È il funzionamento dell’habitus, come disposizioni acquisite nelle relazioni, che diviene “efficiente e operante” quando incontra “le condizioni della sua efficacia, ossia condizioni identiche o analoghe a quelle di cui esso è il prodotto”. (7)

In altri termini, l’habitus è generatore di pratiche di un universo simile. Gli agenti si lasciano andare alla loro natura, a quello che la storia ha fatto di loro, per essere naturalmente adattati al mondo storico con il quale devono confrontarsi, “per fare ciò che è necessario, per realizzare l’avvenire potenzialmente inscritto in questo mondo in cui essi sono come pesci nell’acqua”. Le azioni non sono il prodotto di un calcolo economico razionale, ma dell’incontro tra un habitus e un campo, tra storie adattate. (8)

In un libro molto interessante di Marco Piazza (9), l’abitudine è intesa secondo tre accezioni.

a) Individualismo qualitativo. Il riferimento è all’approccio dello spiritualismo tedesco, risultato dello sforzo autocreativo: ciò che condividiamo con gli altri è lasciato da parte, perché è una scelta in contrapposizione alla routine e c’è paura e diffidenza dell’alienazione, delle abitudini.

b) Abitudini sociali. Rimosso il superfluo della vita, le abitudini, si esce dalla società per essere originali. È la vita fuori dal comune, che non considera il confronto con il sociale. La domanda è: si può vivere fuori dai costumi? Non è solo però l’individualismo a spingere fuori dall’abitudine. Il riferimento è ad Hegel, Nietzsche, Comte che si occupano del sociale.

c) Prevalenza dei modelli scientifici. È la psicologia scientifica che si combina con la tendenza individualistica. Il pragmatismo aveva creato una continuità tra abitudini mentali e motorie e le nostre abitudini possono modificarsi; è la concezione filosofica dell’abitudine, mentre il comportamentismo ha fatto delle abitudini solo routine. Oggi si riconnette l’abitudine al mentale.

Se Aristotele aveva introdotto la filosofia dell’abitudine attraverso un approccio etico, i lavori di Piazza permettono di compiere il passaggio dalle inclinazioni naturali ad una condotta etica.

Nel 1887 si affermò la teoria di James, che insisteva sulla plasticità degli esseri viventi. Plasticità del cervello sia per gli abiti motori che mentali. Il sistema nervoso cresce nei modi in cui è stato educato e gli abiti sono acquisiti nell’età della formazione e dopo i 30 anni non è pensabile modificarli. L’abitudine è il volano della società ed ogni individuo si confronta con l’abito che ha accettato. Tra Aristotele e James si avverte la possibilità di modificare le proprie abitudini grazie all’uso della ragione: è un’azione sia sul piano fisico-corporeo che mentale. Cartesio, con l’associazione delle parole alle idee, mette in discussione ciò che è appreso in maniera riflessiva: riacquisire le conoscenze attraverso una ri-abitudine razionale. Le abitudini sono sociali/collettive: è la relatività dei costumi che vanno connessi con il razionale, ed allora è necessario mantenere pochi costumi e avere un io riflessivo, consapevole. È sufficiente un solo atto ed è importante la sorpresa che accade quando l’io riflessivo si libera delle abitudini, quelle sbagliate, e tendere alle abitudini corrette. Se gli illuministi si rivolgono ai criteri razionali, è Robertson che nel 1838, ricerca l’abitudine come un lume, un’attività, uno sforzo anche rintracciabile negli istinti più oscuri. Indagare in un ambito morale, in quanto la morale è regno di libertà e rende più facili e spontanee le cose, anche se è tutto contenuto nel segreto dell’educazione. Tra Aristotele e gli altri, c’è una tradizione che cerca di trovare connessioni ontologiche sull’inclinazione. Le abitudini portano impulso a compiere le azioni (potere dei principi di azione), la propensione a fare le cose. Attualizzare un abito è un’inclinazione che sfugge alla volontà (zona intermedia tra essere e avere). Il vestito che indossiamo lo abbiamo su di noi ed è un tutt’uno con noi, come l’héxis che si risolve nell’uso. È l’abito che si modella su di noi e riguarda anche l’inorganico. L’esempio è il violinista: il violino si combina con l’archetto e attraverso l’azione del virtuoso produce un suono differente dalla volontà dello stesso autore. Eger parla nel 1880 di rapporto con la psicoanalisi, ritenendo che si manifesta alla coscienza attraverso l’azione. È la tendenza alla riproduzione, la continuità tra conscio e inconscio, volontario e involontario; è la tendenza al gioco dei fatti psichici e della conoscenza. Noi ci costruiamo puntando al trionfo del vero e del bene, che ci fa abbandonare le abitudini cattive. (10)

Qui l’habitus è inteso come condivisione di uno spazio sociale incorporato dagli individui: “un sistema di disposizioni durature e trasmissibili, strutture strutturate predisposte a funzionare come strutture strutturanti, cioè in quanto principi generatori e organizzatori di pratiche e rappresentazioni che possono essere oggettivamente adatte al loro scopo senza presupporre la posizione cosciente di fini e la padronanza esplicita delle operazioni necessarie per raggiungerli”. (11)

Dopo aver compiuto un excursus nella breve storia del pensiero, il riferimento è nuovamente a Bourdieu, che intente l’uomo come oggetto sociale e l’habitus come un sistema vivente: flessibile, con capacità di adattamento. È un principio generativo che produce improvvisazioni regolari (pratiche sociali): è tutto prodotto della storia dell’individuo, un’esperienza sociale “incorporata e interiorizzata”.

Da qui, è interessante osservare l’origine del concetto e le nuove prospettive legate a genere/violenza simbolica, a senso pratico/linguaggio, ai processi di apprendimento (attori, soggetti, riflessività). (12)

In realtà si tratta di verificare le dimensioni dell’habitus: “individuale e collettivo”, la sociologia della prassi che si è molto occupata del concetto di Bourdieu. In “Antropologia riflessiva”, il sociologo parla proprio di habitus come: “sistema socialmente costruito”; come: disposizioni “strutturate e strutturanti”; come: acquisito con la pratica e orientato verso funzioni pratiche. L’habitus contiene schemi mentali e percettivi, principi di giudizio e di valutazioni sociali. È il “sociale fatto corpo”, un “modus operandi” (inteso come modo di agire e comportarsi) che produce pratiche sociali. L’habitus è però creativo e ingegnoso, capace di produrre comportamenti nuovi in situazioni sconosciute. Ha il potenziale dell’arte (pratica) di invenzione. È la storia dell’individuo incorporata e interiorizzata, l’esperienza accumulata e il “modo di operare” ma anche il “prodotto/opera/artefatto”.

Gebauer, riprendendo gli aspetti sociologici di Bourdieu, sottolinea alcuni elementi interessanti: il carattere morale dell’uomo (il riferimento è ad Aristotele), i processi di apprendimento, il rapporto tra le abitudini individuali e il mondo sociale. L’habitus sarebbe un mondo sociale che si sedimenta nel corpo dell’individuo, che ricerca l’eccellenza, la massima dialettica: il modo in cui si formano le abitudini fa la differenza. È di rilievo il ruolo del processo di apprendimento favorito da insegnanti, genitori, cioè chi è preposto al processo. (13)

Per Gebauer l’unità di azione e atteggiamento è l’habitus. È l’intenzione della persona a compiere atti buoni e l’apprendimento è esercizio. Provare piacere nel fare un atto buono, ed allora “azione/piacere”, dirigere il piacere attraverso i canali giusti. I discenti acquisiscono l’habitus e lo mettono in pratica. Ciò accade se si tratta di un allievo ricettivo e capace di apprendere, che modella il suo “corpo naturale” secondo i valori della polis: così diventa essere umano nel suo insieme.

Per Bourdieu la società interiorizzata diviene parte integrante di una persona, guida la condotta e gli stili di vita. È importante la famiglia d’origine e l’istruzione, il gruppo di amici, perché la formazione dell’habitus è esperienza.

Alcuni elementi concettuali, riportano che: a) l’interiorizzazione della struttura è affidata ai rapporti pratici, ai modelli di percezione, al senso pratico, alla sensibilità, al gioco sociale; b) poi c’è il lato operativo, che avviene con l’allenamento del senso pratico osservando il comportamento dei giocatori. Il corpo è corpo vivente, deposito, conoscenza pratica, inculcazione e coinvolgimento attivo; c) la pratica si forma tra infanzia/adolescenza/età adulta. L’habitus è effettivo nel campo in cui si applica per mezzo del senso pratico. È la logica della pratica, la continuità, l’adattamento; d) infine, è l’emergere dell’habitus nelle persone. Con l’azione di insegnanti, genitori si sviluppa la competenza, le regole delle azioni, la situazione in quanto tale. C’è l’inclusione degli elementi dell’habitus, dove il corpo si plasma attraverso azioni autoplasmanti. È l’inclusione reciproca mondo/individuo. Si tratta di strumenti costruiti da e attraverso il mondo: sono giocatori/gioco/reciprocità; assimilazione nel corpo del giocatore per accorgersi se infrange una regola, se realizza trasgressione. Ed allora occorre agire di conseguenza. Nel doppio movimento il corpo si orienta all’esterno (mondo), che va verso il suo interno, con un’inclusione reciproca. Il corpo è esposto, plasmato dal mondo, è il processo di socializzazione; ma il corpo è anche un principio di collettivizzazione, è oggettivazione e spazializzazione. L’agente fa la comparsa e si relazione con altri agenti e si adatta agli strumenti dell’altro. Il concetto di habitus trascende tra esterno e interno. È l’héxis greco, l’equivalente all’habitus latino. (14)

Una volta formato l’habitus, il problema è di definire il rapporto tra habitus e cambiamento costruttivo. Se parliamo di un corpo socializzato, si tratta dell’accesso alla dimensione della temporalità: la conoscenza pratica, la cronologia delle preferenze, dei comportamenti. Ecco l’importanza della stessa filosofia del tempo, legata al cambiamento.

Bourdieu parlava anche dei concetti legati alla facoltà di giudizio e di gusto che possono portare al cambiamento dell’habitus. I gusti infatti funzionano in modo differente dall’insieme dell’identità personale (stili di vita). Se l’identità personale è diversa da quella sociale, quest’ultima è più radicata. Partendo dai processi soggettivi, per attuare il cambiamento è necessario allentare l’ancoraggio alle strutture sociali.

Una ulteriore riflessione porta al concetto di campo in Bourdieu. I campi sono tanti quanti gli ambiti del sociale, in cui gli agenti sono in lotta simbolica tra di loro. Essi investono in una sorta di gioco, in cui gli agenti sono competizione: chi entra nel campo instaura un rapporto che Bourdieu chiama illusio, e definisce: “la condizione del funzionamento di un gioco del quale essa è anche, almeno in parte, il prodotto”. (15) Tra le persone coinvolte c’è un accordo nascosto e tacito che implica di lottare per le cose che si giocano in quel campo. (16) Ciò perché l’azione che guida gli agenti “consiste nell’acquisire l’autorità per indicare agli altri membri la visione dominante da adottare all’interno di quel particolare campo”. (17)

Il campo ha il polo dell’autonomia (che si dota di regole di funzionamento) e dell’eteronomia (non può essere solo rivolto a se stesso, per non rischiare di implodere); dunque è dotato di aperture verso l’esterno. Il campo è lo spazio sociale, il luogo materiale e simbolico in cui viviamo quotidianamente; il capitale è lo strumento di lotta e azione sociale; l’habitus è la capacità di adattamento alle situazioni sociali. (18)

Nel campo le relazioni avvengono sulla scorta del capitale detenuto dall’agente. Significa che tutto avviene attraverso il capitale economico (risorse materiali), sociale (relazioni) e culturale (conoscenze). C’è poi il capitale simbolico, quelle risorse personali che ognuno ha dentro di sé e “che lo caratterizza socialmente”, oltre alla possibilità “di riconoscimento sociale per il quale si lotta quotidianamente”. (19)

In: Meditazioni pascaliane, Bourdieu afferma: “Il capitale simbolico assicura forme di dominio che implicano la dipendenza nei confronti di coloro che esso permette di dominare: è infatti un capitale che esiste solo nella e grazie alla stima, al riconoscimento, alla credenza, al credito, alla fiducia degli altri, e può perpetuarsi solo finché riesce a ottenere che si creda alla sua esistenza”. (20)

Un ulteriore passo in avanti è rilevato da Gebauer, che per spiegare il cambiamento introduce Kant e la facoltà di giudizio, della ragione di operare distinzioni. I giudizi sono standard, appartengono al soggettivo, tuttavia gli agenti comunicano il giudizio agli altri. C’è sempre un sensus communis, la facoltà di operare distinzioni. Lo scopo non è determinare ciò che è giusto, ma ciò che piace (ambito soggettivo), ed allora il giudizio avviene attraverso elementi distintivi (atti classificatori), piace/non piace. Questa è una distinzione significativa: quella del descrivere e classificare, utilizzata per interi gruppi sociali (stili di vita significativi). È autoidentificazione, mezzo per catturare le strutture sociali intere, oggetti e azioni in relazione a posizioni specifiche. Il gusto agisce come istinto, le sensazioni di piacere e di disgusto sono le differenze. Se Kant parlava di gusto dei sensi (gustus reflexus, lavoro empirico, riflesso), è da introdurre anche il concetto di riflessione dell’individuo gustus reflextus (riflettente, la facoltà del giudizio di agire in modo universale). Bourdieu riprende Kant per una validità non tanto universale quanto generale. Nella rappresentazione qualcosa piace, e dunque è il sé che stabilisce la distanza. Se le persone si distaccano acquisiscono una nuova percezione del sé e cambiano l’identità personale. È il mutamento dell’identità soggettiva. (21)

 

 

Note:

 

  1. Cerulo M., a cura di, in Bourdieu P., Sul concetto di campo in sociologia, Armando, 2010, pp. 19-20.
  2. Ivi, p. 26. Cfr.: Bourdieu P., La distinction. Critique social du jugement, Èdition de minuit, 1979, p. 191; Bourdieu P., Campo del potere e campo intellettuale, Manifesto libri, 2002, p. 19.
  3. Bourdieu P., Ragioni pratiche, Il Mulino, 1995, or. 1994, p. 139.
  4. Bourdieu P., Risposte, Per un’antropologia riflessiva, Bollati Boringhieri, 1992, pp. 94-95.
  5. Bourdieu P., Cose dette. Verso una sociologia riflessiva, Orthotes, 2013, or. 1987, pp. 42-43.
  6. Ivi, pp. 45-47.
  7. Ivi, p. 142.
  8. Ivi, 142-143.
  9. Piazza, Creature dell’abitudine, Il Mulino, 2018.
  10. Ivi.
  11. Bourdieu, Il senso pratico, Armando, 2005.
  12. Krais, G. Gebauer, Habitus, Armando, 2009, or. 2002.
  13. Ivi.
  14. Ivi.
  15. Bourdieu P., Le regole dell’arte, Il Saggiatore 2005, or. 1992, p. 303.
  16. Bourdieu P., Ragioni pratiche, Il Mulino, 1995, or. 1994, p. 136.
  17. Bourdieu P., Sul concetto di campo in sociologia, cit., p. 21.
  18. Ivi, p. 27.
  19. Ivi, pp. 24-25.
  20. Bourdieu P., Meditazioni pascaliane, Feltrinelli, 1998, or. 1997, pp. 174-175.
  21. Krais, G. Gebauer, Habitus, cit.

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Novembre 4th, 2020

C’era Molpa oltre Palinuro

Dal mare di Palinuro si possono osservare alcune grotte impareggiabili, rocce ed una spiaggia di sabbia che brilla. La leggenda […]

Ottobre 24th, 2020

Alla ricerca delle radici – Velia

La potenza di Elea di Pasquale Martucci   Nel territorio cilentano, una città molto importante fu certamente la romana Velia, […]

Settembre 8th, 2020

Dibattito / Marx, operaismo e teoria

Ho ricevuto da Antonio Peduzzi uno scritto di Mario Tronti, a proposito ed intorno alla sua ultima pubblicazione: “La teoria […]

Agosto 30th, 2020

“Aspromonte, la terra degli ultimi”

Note a margine del film di Mimmo Calopresti: “Aspromonte, la terra degli ultimi”. Comunità e destino di Pasquale Martucci   […]

Agosto 25th, 2020

Il pensiero / Hegel

Lo Spirito Assoluto nella dialettica hegeliana di Pasquale Martucci   Il 27 agosto di 250 anni fa nasceva Georg Wilhelm […]

Agosto 15th, 2020

Storia e radici – Il Cilento

Cilento: alla ricerca delle origini di Pasquale Martucci   Il Cilento è oggi una zona molto ampia, che parte dal […]

Luglio 24th, 2020

Idee e società – Ferdinand Tönnies

Il concetto di comunità in Tönnies di Pasquale Martucci   «La teoria della società riguarda una costruzione artificiale, un aggregato […]

Luglio 13th, 2020

Riti e cultura popolare / il grano

La passione del grano e la dimensione di verità di Pasquale Martucci   Un antico rituale, rilevato da Ernesto de […]

Luglio 10th, 2020

Idee / Franco Ferrarotti

La fenomenologia del sacro di Pasquale Martucci   Le ricerche di Franco Ferrarotti, seguendo una metodologia qualitativa con il ricercatore […]

Luglio 1st, 2020

Pagine di storia / Anno 1828

I moti nel Cilento: lo studio di una Rappresentazione Rituale di Pasquale Martucci   In alcuni paesi del Cilento, si ricordano […]

Giugno 25th, 2020

Pagine di Storia – Pisacane

Sapri: la Rievocazione di Pisacane di Pasquale Martucci   Sapri è conosciuta, al di là della splendida collocazione geografica nel […]

Giugno 20th, 2020

Pagine di storia / Torri costiere

Le torri costiere del Cilento   di Pasquale Martucci   Percorrendo la costa cilentana, si possono osservare una serie di […]

Giugno 8th, 2020

Seminario ISCRA: “L’insostenibile peso della felicità e della speranza”

Possibili processi di pensiero di Pasquale Martucci   In occasione del Seminario ISCRA online (6-7 giugno 2020), dal titolo: “L’insostenibile […]

Maggio 31st, 2020

Ricerca&territorio – Mitologia

U curdone ru monaco Aspetti mitologici e cultura popolare cilentana di Pasquale Martucci (il saggio è disponibile integralmente e con […]

Maggio 21st, 2020

LAURINO / SANT’ELENA

Un culto antico e importante di Pasquale Martucci   “La storia di Laurino è strettamente intrecciata a quella della sua santa […]

Maggio 17th, 2020

Epistemologia della complessità – EDGAR MORIN

EDGAR MORIN L’attualità del pensiero del teorico della complessità e la centralità della relazione soggetto-oggetto-ambiente per realizzare l’inizio di un […]

Aprile 29th, 2020

Pagine di storia / I Basiliani

I Basiliani e le comunità cilentane di Pasquale Martucci   A questi monaci, arrivati nel territorio a nuclei sparsi o […]

Aprile 25th, 2020

Martin Heidegger – letture critiche

Contro l’odio, i fascismi e i populismi, propongo la lettura del volume di Antonio Peduzzi sulle controverse idee del grande […]

Aprile 16th, 2020

Sapori&saperi – la tipicità cilentana

La storia dell’alimentazione e la tipicità cilentana di Pasquale Martucci   La scoperta e la riproposizione della tradizione alimentare è […]

Aprile 11th, 2020

Gli insegnamenti di un maestro: Aldo Musacchio

Cultura e formazione umana come fattori indispensabili allo sviluppo   Il sociologo dello sviluppo Aldo Musacchio, docente in diverse Università […]

Aprile 9th, 2020

Coronavirus: biologia o economia?

Coronavirus: biologia o economia?   Il filosofo Umberto Galimberti propone le sue argomentazioni/concettualizzazioni sul Coronavirus. Riprendo alcune parole chiave tratte […]

Marzo 29th, 2020

Le paure sociali – Ritualità e distanze sociali

Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Novembre 22nd, 2024

Il vero ritratto di Dante immateriale

Gaetano Barbella invia uno scritto (che pubblico di seguito) in cui considera la figura di Dante Alighieri attraverso una “nuova […]

Novembre 19th, 2024

Il turismo e le nuove tecnologie

Quando parliamo di turismo, la prima considerazione è di valutare il rapporto tra i turisti/visitatori e l’ambiente esterno, le risorse […]

Novembre 17th, 2024

I giovani incontrano l’arte: l’osservazione di una interazione

Un interessante esperimento di interazione tra i giovani è l’arte è stato realizzato lo scorso 15 novembre 2024, presso l’Auditorium […]

Novembre 14th, 2024

La sociologia di Franco Ferrarotti

È scomparso all’età di 98 anni Franco Ferrarotti, considerato da molti il padre della sociologia, certamente colui che ha contribuito […]

Novembre 11th, 2024

La parola viva

Paul Ricoeur, in “La parole est mon royaume” (Esprit, 1955), sosteneva che la parola era il suo lavoro, il suo […]

Novembre 5th, 2024

Osservare il margine: lo sguardo di Gaetano Barbella

Gaetano Barbella mi ha trasmesso uno scritto che riprende l’ultima parte dell’articolo “Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine”. Ringrazio […]

Novembre 4th, 2024

Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine

Il secondo sguardo si occupa del concetto di margine, periferia, distanza di un territorio dal suo centro. Il margine e […]

Ottobre 28th, 2024

Il senso della singolarità

Il sociologo Danilo Martuccelli nelle sue ricerche si è dedicato alle problematiche dell’individuo nella sua relazione con la società, introducendo […]

Ottobre 21st, 2024

Sguardi sociologici (1) / Il sociologo del territorio

Inizio questa rubrica, per offrire un punto di vista che parta da lontano e vada lontano. E che si rivolga […]

Ottobre 17th, 2024

Premio: “L’identità del Cilento” (seconda edizione)

Il Premio Artistico-Letterario: “L’identità del Cilento”, riservato ai giovani del territorio dell’antico Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è giunto […]