Martedì 11 luglio 2023 si è svolta a Centola, presso la sede del Centro Sociale, la presentazione del volume: “A strong unbroken bond”, curato da Pina Valente, con la collaborazione di Bert Marinko, cui hanno assistito molti esponenti della famiglia Natale. Si tratta ormai di ben cinque generazioni che si sono succedute, a partire dal 1901 quando Luciano Natale, il primo della famiglia emigrò negli Stati Uniti. L’uomo chiamò in seguito i nipoti, i figli del fratello Raffaele, a distanza di alcuni anni: Bartolomeo, 1902; Giuseppe, 1903; Nicola, 1906; Luigi, 1921.
Questi fatti sono già stati riportati nel precedente libro uscito alcuni mesi fa, curato da Ezio Martuscelli e Pina Valente: “Quando dal Sud d’Italia si emigrava in massa in America. Case History della famiglia Natale di Centola (SA)”. Ora però, Pina Valente ha avvertito l’esigenza di ripubblicarlo in inglese, arricchendolo di tre capitoli finali, una prefazione ed altre foto, che ha un titolo molto significativo: “Un forte legame ininterrotto”.
Il libro si presenta in una bella veste grafica, una differente impaginazione ed una copertina che simboleggia le valigie del viaggio, quello che in genere era di sola andata, ma che ora rappresenta, con la presenza delle ultime generazioni di questa famiglia di Centola, una sorta di ritorno o almeno una ricomposizione di legami che non si interrompono e continuano nel tempo.
La serata è stata organizzata alla perfezione dall’autrice che ha interagito con Bert Marinko, collegato in streaming dagli Stati Uniti. La moderatrice Maria Mollo, poetessa e scrittrice, ha presentato alcune poesie che hanno toccato il cuore della platea, costituita da molti americani centolesi, ed ha fornito interessanti suggestioni sul libro intervistando la Valente. Un intervento di rilievo è stato quello di Anna Guida, vice presidente dell’A.N.F.E. (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati). La parte emotivamente più toccante è stata affidata a Julia Coppola, che ha prodotto le sue riflessioni nel volume e rappresenta la terza generazione dei Natale. È la nipote di Bartolomeo, emigrato ai primi del novecento: ha conosciuto dunque il nonno (prima generazione) e condivide la vita dei nipoti (quinta). Julia è dunque la custode di questa lunga tradizione di italo-americani, che ora non parla più la nostra lingua ma scopre in numerosi viaggi a Centola il senso dei legami e delle radici. Pina Valente ha tradotto gli interventi degli italiani e quelli dei suoi parenti americani.
La serata ha avuto degli spazi canori che hanno contribuito ad attenuare le emozioni, con le performances di Maria Dora Razzino e, nel finale, del suo bambino, che hanno molto coinvolto la platea.
In conclusione, un rinfresco ha contribuito a rinsaldare interscambi ed a stringere centolesi ed americani accomunati da legami di sangue, nonostante oggi ci siano distanze geografiche che tuttavia non attenuano la vicinanza affettiva.
L’intento del libro, con il ricco materiale fotografico, gli alberi genealogici e le testimonianze dei protagonisti, è di costituire l’approfondimento di una storia minore, quella di una famiglia, che tuttavia fa parte di un fenomeno che ha a lungo caratterizzato la condizione delle nostre genti. È un problema che purtroppo persiste e diventa dannoso soprattutto per lo spopolamento e l’abbandono del territorio.
Se il passaggio migratorio certamente ha implicato rottura, separazione, perdita, distacco forte, sradicamento, nel caso dei Natale ha anche offerto possibilità e opportunità di crescita e di sviluppo per le generazioni successive. Un aspetto interessante, che Pina Valente e Ezio Martuscelli hanno messo in luce con le loro ricerche, è la cura dei legami tra chi parte e chi rimane, chi nasce lontano dal paese d’origine e chi è pronto ad ospitare gli oriundi che hanno voglia dopo tanti anni di ricercare le proprie radici.
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