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L’Italia, e il Mezzogiorno in particolare, ha il primato dello spopolamento e dell’abbandono di paesi che conservano tradizioni e testimonianze sociali e umane, sono portatori di cultura, saperi e storia.

Giuseppe Lupo ha descritto un territorio dove “il tempo transita più lentamente” e dove “chi ci abita ama rincorrere il mito di altre geografie, desidera fuggire verso il teorema di una modernità urbana e mercantile, vuole abbandonare case e terre in nome di un astratto dinamismo, di un bisogno di vita allegra”. (1) La sua analisi si riferisce al rito del viaggiare che spinge verso “un’idea di altrove che non rappresenta solo il crepuscolo di una civiltà, ma il prologo di una sorta di utopia”. (2) L’autore ha descritto il fluire continuo delle epoche che si sovrappongono e scavalcano “come le onde mentre giungono sulle spiagge”, onde che portano l’eco delle lingue: “le lingue dei mondi dimenticati e quelle dei mondi ancora ricordati”. (3)

L’approccio per un’inversione di tendenza dovrebbe essere di rispettare e visitare i luoghi più periferici per accertarne l’esistenza, attraversarli e scoprirli; incontrare le persone, ascoltare e conoscere la loro cultura che è la cultura del territorio; rilevare le risorse costruite intorno ad una storia millenaria. In tal senso, Raffaele Nigro spiega come collina e montagna rappresentano la “ricerca del metafisico, del silenzio che spinge la mente a riflettere sul senso dell’esistenza, sull’autenticità e sulla superficie … sulla vita oltre la vita”. (4)

Se il territorio cilentano ha caratteristiche diversificate: costiera, pianura, rilievi montuosi, che hanno permesso la differenziazione della presenza della popolazione, è proprio la zona più impervia, quella dell’interno, che costituisce una cultura più resistente. È ciò che ho individuato come Genius loci: lo spirito, l’anima, l’atmosfera che si respira, ma anche i colori, gli odori, i suoni, il linguaggio della popolazione, il silenzio. È questo un aspetto trasversale, che riguarda il rapporto tra l’ambiente e l’uomo e le sue abitudini: indica il carattere di un luogo, legato a doppio filo agli aspetti che in esso si affermano, includendovi le opere materiali o immateriali, gli enti e gli individui cui si associa un legame storico-culturale che rende unico e immediatamente riconoscibile un’area. (5)

Per studiare il Cilento è importante affermare il concetto di comunità, ovvero di quelle aggregazioni che si sono create nei secoli e si sono anche differenziate, con un ruolo determinante delle donne che hanno provveduto ad organizzare le famiglie e a tenerle unite. Dalla famiglia il passaggio successivo è stato il mettere insieme i nuclei familiari, per meglio affrontare le sfide della vita. (6)

L’economia comunitaria è essenzialmente legata alle coltivazioni; con la cultura greca, ma anche in precedenza, si introducono artigianato e commercio, pur continuando a vivere per trarre dalla terra il proprio sostentamento. Le comunità hanno una funzione millenaria: partono dal momento in cui le genti abbandonano il nomadismo e diventano stanziali, e per tenere unite le persone creano organizzazioni che riescono a superare gli ostacoli rappresentati dalle frequenti incursioni di altre culture. Negli sviluppi storici, le comunità hanno una funzione aggregante: i pericoli sono rappresentai dalle continue invasioni di altri popoli che, ritenendo quel territorio conforme ai propri standard di vita, cercano di perseguire una sostituzione, che tuttavia non può mai essere integrale, ed allora prendono tutto ciò che c’è di buono dalle stesse diversità.

Altro elemento di pericolo è rappresentato dall’ignoto, dal non conosciuto. Ed allora ci si affida a potenze divine, elaborando racconti e miti, rendendoli manifesti attraverso forme rituali: il divino è inteso come elemento protettivo. Un esempio di ciò è costituito dagli studi e dalle teorizzazioni di Ernesto de Martino, che ha osservato le realtà meridionali, di cui il Cilento ha colto molte specificità, introducendo la relazione mito-protettiva. (7)

Elaborò il concetto di presenza, che segnerà una svolta importante nell’approccio culturale complessivo della società, il distacco che l’umano fa dalla condizione naturale: la vita religiosa protegge dal rischio di perderla attraverso forme devozionali, l’intercessione di un Santo o di una Madonna. Infatti, nei momenti critici dell’esistenza, la religione è una tecnica di “destorificazione del passaggio critico”; di “ripresa delle realtà psichiche alienate”; di “ritorno alla storicità dell’esistere”. Ed allora, attraverso “modelli culturali” essenzialmente legati ai simboli e ai rituali religiosi, si supera il “passaggio critico”. (8)

Uno dei tratti più importanti dell’opera: “Il mondo magico”, riguarda il procedimento adottato per costruire l’universo culturale di stampo magico: i dispositivi magici, mitici e rituali sono funzionali al consolidamento della presenza umana nel mondo, che è fragile ed esposta al pericolo di dissolversi. Quando si verifica ciò, gli istituti magici approntano gli strumenti che consentono alla presenza in crisi di “resistere”. Grazie all’adozione di un simile criterio interpretativo, il mondo magico, inteso come dimensione di cultura e di storia, permette di invalidare tutta una serie di valutazioni negative e di pregiudizi, che considerano il sistema di credenze e di pratiche rituali “primitive” e da superare. (9)

Il territorio cilentano ha visto l’alternanza di popoli che hanno influito sull’ambiente esterno ed hanno da esso accettato tutto quello che potesse consentire di vivere. Le presenze sono state molteplici e diversificate, le culture hanno attinto da: greci, romani, lucani, italici, etruschi, bizantini, il monachesimo italo-greco, e poi ancora: longobardi, normanni, angioini, aragonesi e spagnoli. Infine, i borbonici e Garibaldi con l’Unità d’Italia. Tutte queste popolazioni hanno portato un livello di conoscenza, in termini di progresso, favorendo lo sviluppo.

Partendo da ciò, si può parlare di una costruzione identitaria. Giuseppe Galasso, con la metafora del palinsesto, affermava che c’è sempre una linea univoca e fondante, un’identità di base; poi ci sono aggiustamenti e ancoraggi a ciò che è precedente, con cambiamenti lenti che hanno avuto bisogno di tempo per affermarsi. (10)

Le comunità cilentane hanno preso il meglio e il peggio della storia, ma hanno affermato soprattutto le categorie di dominanti e dominati: questi ultimi sono stati i contadini, gli umili, coloro che della terra hanno fatto la ragione di vita.

L’identità cilentana, che chiamo cilentanità, può essere definita come “un valore collettivo che si è prodotto, in un territorio caratterizzato da un forte isolamento geografico, mediante il confronto continuo della comunità con se stessa, con la natura, con l’ambiente, con il territorio e che si è definito grazie ad un sistema comune di regole e di pratiche di vita. Essa si fonda sulla memoria del passato ma anche sulla volontà di proiettare tale memoria nel futuro”. (11)

Allora, per affrontare qualsiasi studio o ricerca, non si può non considerare una serie di elementi.

Interessi storici territoriali. Essi sono legati ad una serie di considerazioni che gravitano intorno agli autori che della storia del territorio hanno fatto la loro ragione di vita, ricercando le origini di tutto ciò che gravitava intorno al nome Cilento, intorno all’anno mille, includendo le vicende più antiche, quelle che riguardano Greci, Lucani, italici in genere e Romani. Non si sono trascurate le vicende che si sono succedute dal medioevo, dai baroni, dalle rivolte e ribellioni, alla vita organizzata intorno alla cultura contadina.

Patrimonio artistico, architettonico e naturale. Partire da quelle vicende che hanno lasciato molti segni, in parte rivalutati, costituenti le risorse e le bellezze di cui dispone il Cilento e che con grande fatica cerca di affermare e di proporre oltre i confini regionali.

La vita e la cultura materiale. Essa è stata associata nel passato ai cicli lavorativi, le tradizioni che si tramandavano e mantenevano coesa la popolazione, le feste, i riti, i giochi, tutti i momenti dell’esistenza dalla nascita, al matrimonio, alla morte. Tutto era cultura popolare, i mestieri, la vita quotidiana, il senso della comunità con legami e forme solidali.

Linguaggio e oralità. Le espressioni dialettali nelle comunità cilentane del passato erano l’unico linguaggio conosciuto ed utilizzato, che fondava il processo di socializzazione e rendeva salda la struttura sociale.

Le storie, i cunti. Il racconto, la fiaba, la storia, la leggenda, il mito, interrompono la monotonia della quotidianità, dando l’illusione che l’impossibile non esiste ed esorcizzando il terrore dell’ignoto. Sono le armi con cui si è creata la “coscienza” dell’esistenza di un mondo in cui il male può essere vinto, in cui si può superare il proprio status di subalternità, rifugiandosi nella fantasia, in ciò che può essere ritenuto illogico, irreale.

Le feste e gli eventi. Essi sono considerati secondo la loro componente rituale, in quanto si sono diffuse nella tradizione e nella cultura popolare. Mi riferisco soprattutto alle feste che hanno una rilevanza in quanto consolidate nel tempo e nei luoghi, e che rispondono al criterio di essere vissute nelle comunità. Le pratiche festive comportavano la celebrazione di un rito collettivo simbolico in cui veniva messa in scena la rappresentazione di un teatro popolare di origini e tradizioni arcaiche, attraverso l’esecuzione di azioni, movimenti e gesti, in una gamma di espressioni corporali d’immediata significatività. (12)

È evidente che il territorio non può certo considerarsi omogeneo. Eppure, l’individuazione più efficace ha riguardato aree che possono aggregarsi intorno a zone interne e costiere, ambiti fluviali e riscontri legati alle vie di comunicazione. Ciò per dire che la macro aggregazione Cilento ha risentito di alcune specificità che tengono in considerazione soprattutto gli elementi storico-culturali che hanno determinato tipologie aggregative ancora più evidenti.

Sono tanti autori e studiosi che, da diversi decenni, hanno inteso definire quest’area, che originariamente si estendeva dalla vetta del Monte Stella all’area che va dal Solofrone, poi Sele, e Alento, dall’ampliamento più recente che ha riguardato più o meno il territorio che va da Paestum a Sapri, inglobando in seguito Alburni e Diano, con l’istituzione del Parco Nazionale.

Per parlare di Cilento si possono considerare alcuni lavori che si sono svolti negli ultimi anni. A partire dai primi anni ottanta del novecento, gli studi compiuti da La Greca, La Greca e Di Rienzo hanno riguardato: Monte Calpazio, Monte Stella, Monte Cervati, Monti di Capizzo e Alto Alento, Monte Sacro, Monte Bulgheria, Fiume Bussento (13). Successivamente, le aggregazioni territoriali si assottigliano: Cilento Storico, Calore, Cilento Interno e Basso Cilento (14). Queste considerazioni hanno riguardato prevalentemente il territorio cilentano, senza considerare Alburni e Diano. Una ricerca compiuta per conto dell’Università di Napoli (15), alla fine degli anni novanta, con la piena funzionalità del Parco, riguardò: Area Monti Alburni, Artea Vallo di Diano, Area fiume Calore Salernitano, Area Pianura di Paestum, Area Monte Cervati, Area Monte Stella, Area Valle dell’Alento, Area Monte Sacro, Area Valle del Mingardo, Area Valle del Bussento. Questa aggregazione serviva ad individuare le risorse socio-economiche e culturali per verificare alcuni tipi di intervento. In un altro lavoro pensammo di tracciare alcuni itinerari: Gli Alburni e il Fasanella, Dal Sele al Calore, Il Cervati, Il Monte della Stella, La Valle dell’Alento, Il Monte Sacro, Il mare di Enea, il Fiume Bussento, la Certosa di San Lorenzo, Il Diano. (16)

Gli studi più recenti ci hanno consentito di integrare i vari studi precedenti con ciò che emerge dai riscontri del Parco Nazionale, considerando le seguenti aree: Monti Alburni, Monte Stella, Calore Cervati, Alento Monte Sacro, Mingardo Bussento, Diano-Tanagro. Quest’ultima è una visione più attuale che tiene conto dell’intero territorio pur nelle differenze e specificità: oggi l’individuazione di quest’area nella provincia di Salerno convenzionalmente è riconosciuta come Cilento, considerando anche Alburni e Diano.

Dunque, l’unificazione è stata fatta in seguito in maniera artificiale intorno al Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, con l’intervento degli uomini che cercano altre modalità, magari più complesse, di vivere ed unirsi. Ciò è avvenuto allargando originariamente i confini, con un’idea di fondo e aggiustamenti successivi, pensando a caratteristiche antropiche, geomorfologiche e ambientali, mettendo in comune un territorio.

L’identità novecentesca è rurale: poi ci sono sviluppi e altre modalità che portano al cambiamento, oggi molto più rapido, che fanno pensare ad un’identità globale, oppure l’assenza stessa di identità, due facce della stessa medaglia. Ed allora, c’è il ripiegamento verso manovre conservative per fermare a tutti i costi il cambiamento, che appare inevitabile.

Ritenendo che non si possa negare che le cose mutino, la domanda è: quale cambiamento?

Non certamente quello verso una società che abbandona il passato e si lega all’idea di un mercato che tutto travolge nella ricerca di un progresso ad ogni costo, che segna sviluppi distruttivi. Alain Touraine, pur non negando il progresso, parlava di un’identità formata da risorse comunitarie che si sono preservate e che continuano ad essere mantenute dalla popolazione. (17)

Ad esempio: se la comunità intende seguire le forme devozionali legate a riti e aspetti mitodologici, perché negarli? Se la comunità si aggrega intorno a prodotti tipici, perché non valorizzarli? Se il territorio dispone di ricchezze paesaggistiche e storico-architettoniche, perché non puntare al loro recupero?

Magari si può partire da qui per indicare una nuova cultura evolutiva o meglio culture evolutive, che servono per volgere lo sguardo alla conoscenza e alla fruizione delle risorse territoriali, producendo una riflessione sui soggetti che vivono le comunità e su come la loro azione possa contribuire a tracciare possibili sviluppi. È necessario indurre a riflettere sulla necessità di acquisire una nuova consapevolezza, partendo dal presupposto che ogni uomo proviene dalla storia, quella del contesto di riferimento e delle esperienze vissute, e con la capacità intellettiva e relazionale deve far risorgere un’altra storia, un “altro mondo”.

Sono convinto che si possa fare qualcosa, magari utilizzando la modernità tecnologica, i servizi e le possibilità territoriali per esaltarne le ricchezze. Per fare questo, occorre ricerca e conoscenza, per realizzare iniziative che valorizzino i centri storici e facciano vivere le “pietre”, il passato, che non deve restare muto e silenzioso; al contrario è necessario coinvolgere le nuove generazioni che devono fruire tutto ciò che c’è di buono della nostra cultura, e trovare in essa le possibilità future, uno sbocco per modificare le cose statiche ed immutabili. (18)

Le ricerche effettuate, in oltre trent’anni di studi territoriali, hanno messo in rilievo due questioni: la vita delle persone di una volta (che determina una specifica identità) e quella dei giovani di oggi, su cui credo debba individuarsi una nuova considerazione del concetto di identità/cilentanità. Ovvero, un riscontro sociale e territoriale su uomini e donne, oltre che su attività che hanno segnato e continuano a segnare la vita quotidiana, che si assesta per trovare moderne rilevanze anche negli eventi, nelle feste, nell’utilizzo del territorio, che un approccio storico-paesaggistico e simbolico-psicologico non possono del tutto rendere palesi.

Il riferimento è alla complessità che parte dalla storia e si confronta con una soggettività che sembra caratterizzare la vita più attuale. La storia è fondante, come pure il territorio e tutti i suoi simboli, il linguaggio che continua a costituire uno degli indicatori di studio sull’identità, le stesse modalità comportamentali delle persone che amano e vivono con differenti accezioni la vita più attuale. Un esempio: se l’uomo di una volta riproponeva l’esistenza contadina, la comunità di vita e di mestieri, l’utilizzo degli eventi di non lavoro, oggi c’è un giovane che conosce il suo passato ma anche il suo futuro, che utilizza gli strumenti della tecnologia per cercare di affermarsi in un territorio in cui il collettivo è stato soppiantato dal soggettivo, non dall’individualismo, ma dalla capacità di vivere in sintonia con lo sviluppo. (19)

Si tratta di favorire l’interdipendenza tra questi elementi, che producono le azioni che le moderne società esercitano su loro stesse e su ciò che le circonda (relazioni, conflitti, azioni, creazione, cambiamento, temi ecologici). Ed oltre: le società moderne devono acquisire quel livello di soggettivazione riconoscendo l’interdipendenza di tutti i livelli dei comportamenti umani, reintroducendo i sentimenti, le relazioni e il riconoscimento dell’altro in quanto soggetto. Il sociologo Touraine ha individuato la centralità del soggetto per ridare senso e valore alla modernità. Il cambiamento è rappresentato dallo sforzo dell’individuo di diventare attore, di mettersi al servizio della sua esigenza e del suo desiderio “di resistere al proprio smembramento” in un universo in movimento, privo di ordine e di equilibrio. Si tratta di un “soggetto culturale” in grado di ritornare padrone del proprio destino, capace di cambiare la propria realtà a partire da sé e in relazione con gli altri. (20)

Michel Foucault ha introdotto la soggettivazione. Studiando i modi di soggettivazione dell’essere umano nella nostra cultura, è rilevante notare che la maniera in cui un essere umano si trasforma in soggetto riguarda la formazione dei saperi e i principi di fondo intorno ai quali essi si organizzano e si costituiscono: “i saperi stabiliscono una norma per i comportamenti, con l’effetto di dirigerli o, più radicalmente, di recluderli o sorvegliarli. Infine, sono di rilievo le tecniche del rapporto a sé, attraverso le quali un individuo è portato a riconoscersi come soggetto. Questo approccio di Foucault include i percorsi seguendo i quali il soggetto viene costituito “nella sua identità”, ed è portato a pronunciare un certo “io sono”. Il soggetto è “discorsivamente” determinato, attraverso una vera e propria costruzione, mai fuori da meccanismi costitutivi di natura discorsiva, frutto di pratiche, storicamente determinate, il cui scopo è “la libertà in quanto governo di sé e degli altri”. (21)

Gli elementi legati a soggetto, soggettività, soggettivazione, permettono di affermare le istanze del soggetto, nei suoi spazi di libertà, ma calato in pratiche comuni che restano quelle relazionali con l’altro, il territorio e l’ambiente.

Mi sembra che qualcosa si stia muovendo in questa direzione anche nel territorio cilentano: è il caso ad esempio di recenti iniziative per la valorizzazione delle risorse tradizionali e renderle meglio fruibili in chiave moderna, attraverso non l’individualismo ma un ruolo attivo di soggetti che si confrontano e vivono il loro contesto di riferimento. È l’ambito relazionale che fa compiere il passaggio verso la modernità, verso la soggettivazione.

Questo è il motivo che permette di valutare ipotesi di intervento che riguardino innovativi approcci da contestualizzare senza incorrere in intenti nostalgici del passato. Intraprendere e realizzare uno sviluppo sostenibile è possibile quando l’uomo non si abbandona al fatalismo e alla rassegnazione, ma crea ed opera non solo per se stesso ma soprattutto per l’affermazione della sua comunità. (22)

La società cilentana va evidenziata attraverso la storia, le origini, lo sviluppo e il riscatto del territorio; la cultura, la religiosità, le tradizioni popolari, i miti e le credenze; l’identità, la cilentanità; lo sviluppo territoriale tra tradizione e modernità. Queste sono le azioni che dovrebbero fare i cilentani, evitando di attendere lo scorrere degli eventi: essi sono soggetti e non più individui gettati nella comunità senza meta e senza alcun futuro.

I cilentani/soggetti devono trovare idee e nuove consapevolezze, devono agire ed operare per poter affermare la loro vita in questa terra ricca di storia e bellezza, fascino e cultura.

Partendo da tutto questo, diventa determinante studiare in maniera complessiva la società, che ci circonda per orientarla al futuro, affidandosi a tutte le forme epistemologiche, avendo presente che la cultura, o meglio le culture sono fluide e sempre contaminate: in una parola sono identità evolutive.

 

Note:

  1. G. Lupo, “Appennino come Medio Occidente”, in R. Nigro, G. Lupo, Civiltà Appenino, Donzelli, 2022, p. 98.
  2. Ivi, p. 135.
  3. Ivi, p. 88.
  4. R. Nigro, “L’Italia verticale”, in: R. Nigro, G. Lupo, Civiltà Appenino, cit., p. 10.
  5. P. Martucci, “Del Cilento e del suo Genius Loci. Epistemologia di un territorio tra tradizione e cambiamento”, Susil Edizioni, 2023.
  6. P. Martucci, “Le comunità cilentane del Novecento”, Ed. Arci Postiglione, 2005.
  7. E. de Martino, “Il mondo magico”, Bollati Boringhieri, 2017, or. 1948; E. de Martino, “Sud e magia”, Feltrinelli, 2001, or. 1959.
  8. E. de Martino, “La fine del mondo. Contributo alle analisi delle apocalissi culturali”, a cura di C. Gallini, Einaudi, ed. 2002, or. 1977, p. 663.
  9. E. de Martino, “Il mondo magico”, cit.
  10. A. Musi, “Mezzogiorno Moderno”, Salerno Editrice, 2022, p. 26.
  11. La definizione è del sociologo Aldo Musacchio, in P. Martucci, A. Di Rienzo, “Identità cilentana e cultura popolare”, CI.RI. Cilento Ricerche, 1997.
  12. P. Martucci, “Del Cilento e del suo Genius Loci”, cit.
  13. A. Di Rienzo, A. La Greca, E. La Greca, “Viaggio nel Cilento”, CI.RI. Cilento Ricerche, 1984.
  14. A. Di Rienzo, A. La Greca, E. La Greca, “I borghi del Cilento”, CI.RI. Cilento Ricerche, 1985.
  15. P. Martucci, A. Di Rienzo, “Tutela e valorizzazione economica del patrimonio socio-culturale del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano”, Progetto C.N.R., CPS Ricerche-Università di Napoli, Facoltà di Sociologia, 1998-2000.
  16. P. Martucci, A. Di Rienzo, “Re frasche re Santu Liu. Una ricerca sulla religiosità popolare nelle comunità degli Alburni e del Fasanella”, Centro Cultura e Studi Storici Alburnus, 2000.
  17. A. Touraine, “In difesa della modernità”, Cortina, 2019.
  18. P. Martucci, “Del Cilento e del suo Genius loci”, cit., pp. 239-240.
  19. A. Touraine, “In difesa della modernità”, cit.
  20. Ivi.
  21. M. Foucault, “L’ermeneutica del soggetto, Feltrinelli, 2003; G. Deleuze, “La soggettivazione. Corso su Michel Foucault” (1985-1986) Vol. 3, Ombre Corte, 2020.
  22. P. Martucci, “Identità, Territorio, Soggetti. Le creatività culturali come occasione di sviluppo”, in L’emigrazione nel Cilento tra diaspora e ritorno possibile, a cura di L. Gravina e E. Martuscelli, Associazione “Progetto Centola” e Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura”, maggio 2023, pp. 43-57.

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Gennaio 20th, 2021

La scissione di Livorno e la nascita del PCd’I

Il I° Congresso del Partito Comunista d’Italia, quello fondativo, si svolse a Livorno il 21 gennaio 1921, dopo che i delegati della frazione comunista abbandonarono il […]

Gennaio 15th, 2021

Filosofia – Misano Adriatico

Sfide – I filosofi interrogano il nostro tempo Rassegna filosofica ON-LINE Comune di Misano Quali sono le sfide del XXI […]

Gennaio 13th, 2021

I 45 anni de LA REPUBBLICA osservando “anime e stelle danzanti”

Quando il 14 gennaio 1976 fa veniva pubblicato il primo numero del quotidiano: la Repubblica, lo aspettavano in tanti che […]

Gennaio 6th, 2021

Mutamento dei modelli di genere

Negli ultimi anni, la violenza sulle donne è diventato un problema di stringente attualità, da quando è emersa con grande […]

Dicembre 31st, 2020

BUON ANNO 2021 – L’importanza di essere diversi per realizzare la conoscenza

Alcune brevi note su un personaggio genio e sregolatezza. Edmund Kean (Londra, 17 marzo 1787 – Richmond, 15 maggio 1833), […]

Dicembre 27th, 2020

SMART WORKING

Dal taylorismo al telelavoro, dalle società pre-industriali a quelle post-industriali, il sociologo Domenico De Masi, affrontando gli ambiti di questo […]

Dicembre 16th, 2020

Diano e il Castello della Congiura

Teggiano con il suo centro storico medievale è collocata su un’altura a 637 metri s.l.m.; poi inizia la discesa lungo […]

Dicembre 8th, 2020

Un poeta e il suo tempo

Alcune riflessioni sul volume: A. Barbero, “Dante”, Laterza 2020 ……………….. Sabato 11 giugno 1289, il giorno di San Barnaba, Dante […]

Dicembre 2nd, 2020

San Giovanni a Piro: il Cenobio basiliano

San Giovanni a Piro è il paese degli archi, delle stradine strette, delle scale e balaustre, dei comignoli merlati, dei […]

Novembre 29th, 2020

Paese d’anima e memoria

Di seguito pubblico due poesie dense d’amore e ricordi del paese natio di Emilio La Greca Romano —————————————————————– “A tessitura […]

Novembre 24th, 2020

L’attualità di Spinoza

Baruch Spinozaè tra le figure più affascinanti e fraintese della storia della filosofia, come è accaduto a tanti pensatori vittime […]

Novembre 22nd, 2020

Terremoto dell’Irpinia … quarant’anni fa

Scene di pianto, volti atterriti, momenti di lutto, disagi esistenziali tornano oggi alla memoria: sono passati ben quarant’anni dal terremoto, […]

Novembre 14th, 2020

Il dominio dei Social Media

Lo sviluppo del web ha radicalmente trasformato la società con l’introduzione di tecnologie user-driven, come blogs, social networks e piattaforme […]

Novembre 8th, 2020

Ricordi e memoria / Torna com’eri quando …

Emilio La Greca Romano è tante cose: poeta e scrittore, docente e giornalista pubblicista (ha collaborato e collabora con diverse testate […]

Novembre 4th, 2020

C’era Molpa oltre Palinuro

Dal mare di Palinuro si possono osservare alcune grotte impareggiabili, rocce ed una spiaggia di sabbia che brilla. La leggenda […]

Ottobre 24th, 2020

Alla ricerca delle radici – Velia

La potenza di Elea di Pasquale Martucci   Nel territorio cilentano, una città molto importante fu certamente la romana Velia, […]

Settembre 8th, 2020

Dibattito / Marx, operaismo e teoria

Ho ricevuto da Antonio Peduzzi uno scritto di Mario Tronti, a proposito ed intorno alla sua ultima pubblicazione: “La teoria […]

Agosto 30th, 2020

“Aspromonte, la terra degli ultimi”

Note a margine del film di Mimmo Calopresti: “Aspromonte, la terra degli ultimi”. Comunità e destino di Pasquale Martucci   […]

Agosto 25th, 2020

Il pensiero / Hegel

Lo Spirito Assoluto nella dialettica hegeliana di Pasquale Martucci   Il 27 agosto di 250 anni fa nasceva Georg Wilhelm […]

Agosto 15th, 2020

Storia e radici – Il Cilento

Cilento: alla ricerca delle origini di Pasquale Martucci   Il Cilento è oggi una zona molto ampia, che parte dal […]

Luglio 24th, 2020

Idee e società – Ferdinand Tönnies

Il concetto di comunità in Tönnies di Pasquale Martucci   «La teoria della società riguarda una costruzione artificiale, un aggregato […]

Luglio 13th, 2020

Riti e cultura popolare / il grano

La passione del grano e la dimensione di verità di Pasquale Martucci   Un antico rituale, rilevato da Ernesto de […]

Luglio 10th, 2020

Idee / Franco Ferrarotti

La fenomenologia del sacro di Pasquale Martucci   Le ricerche di Franco Ferrarotti, seguendo una metodologia qualitativa con il ricercatore […]

Luglio 1st, 2020

Pagine di storia / Anno 1828

I moti nel Cilento: lo studio di una Rappresentazione Rituale di Pasquale Martucci   In alcuni paesi del Cilento, si ricordano […]

Giugno 25th, 2020

Pagine di Storia – Pisacane

Sapri: la Rievocazione di Pisacane di Pasquale Martucci   Sapri è conosciuta, al di là della splendida collocazione geografica nel […]

Giugno 20th, 2020

Pagine di storia / Torri costiere

Le torri costiere del Cilento   di Pasquale Martucci   Percorrendo la costa cilentana, si possono osservare una serie di […]

Giugno 8th, 2020

Seminario ISCRA: “L’insostenibile peso della felicità e della speranza”

Possibili processi di pensiero di Pasquale Martucci   In occasione del Seminario ISCRA online (6-7 giugno 2020), dal titolo: “L’insostenibile […]

Maggio 31st, 2020

Ricerca&territorio – Mitologia

U curdone ru monaco Aspetti mitologici e cultura popolare cilentana di Pasquale Martucci (il saggio è disponibile integralmente e con […]

Maggio 21st, 2020

LAURINO / SANT’ELENA

Un culto antico e importante di Pasquale Martucci   “La storia di Laurino è strettamente intrecciata a quella della sua santa […]

Maggio 17th, 2020

Epistemologia della complessità – EDGAR MORIN

EDGAR MORIN L’attualità del pensiero del teorico della complessità e la centralità della relazione soggetto-oggetto-ambiente per realizzare l’inizio di un […]

Aprile 29th, 2020

Pagine di storia / I Basiliani

I Basiliani e le comunità cilentane di Pasquale Martucci   A questi monaci, arrivati nel territorio a nuclei sparsi o […]

Aprile 25th, 2020

Martin Heidegger – letture critiche

Contro l’odio, i fascismi e i populismi, propongo la lettura del volume di Antonio Peduzzi sulle controverse idee del grande […]

Aprile 16th, 2020

Sapori&saperi – la tipicità cilentana

La storia dell’alimentazione e la tipicità cilentana di Pasquale Martucci   La scoperta e la riproposizione della tradizione alimentare è […]

Aprile 11th, 2020

Gli insegnamenti di un maestro: Aldo Musacchio

Cultura e formazione umana come fattori indispensabili allo sviluppo   Il sociologo dello sviluppo Aldo Musacchio, docente in diverse Università […]

Aprile 9th, 2020

Coronavirus: biologia o economia?

Coronavirus: biologia o economia?   Il filosofo Umberto Galimberti propone le sue argomentazioni/concettualizzazioni sul Coronavirus. Riprendo alcune parole chiave tratte […]

Marzo 29th, 2020

Le paure sociali – Ritualità e distanze sociali

Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Novembre 22nd, 2024

Il vero ritratto di Dante immateriale

Gaetano Barbella invia uno scritto (che pubblico di seguito) in cui considera la figura di Dante Alighieri attraverso una “nuova […]

Novembre 19th, 2024

Il turismo e le nuove tecnologie

Quando parliamo di turismo, la prima considerazione è di valutare il rapporto tra i turisti/visitatori e l’ambiente esterno, le risorse […]

Novembre 17th, 2024

I giovani incontrano l’arte: l’osservazione di una interazione

Un interessante esperimento di interazione tra i giovani è l’arte è stato realizzato lo scorso 15 novembre 2024, presso l’Auditorium […]

Novembre 14th, 2024

La sociologia di Franco Ferrarotti

È scomparso all’età di 98 anni Franco Ferrarotti, considerato da molti il padre della sociologia, certamente colui che ha contribuito […]

Novembre 11th, 2024

La parola viva

Paul Ricoeur, in “La parole est mon royaume” (Esprit, 1955), sosteneva che la parola era il suo lavoro, il suo […]

Novembre 5th, 2024

Osservare il margine: lo sguardo di Gaetano Barbella

Gaetano Barbella mi ha trasmesso uno scritto che riprende l’ultima parte dell’articolo “Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine”. Ringrazio […]

Novembre 4th, 2024

Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine

Il secondo sguardo si occupa del concetto di margine, periferia, distanza di un territorio dal suo centro. Il margine e […]

Ottobre 28th, 2024

Il senso della singolarità

Il sociologo Danilo Martuccelli nelle sue ricerche si è dedicato alle problematiche dell’individuo nella sua relazione con la società, introducendo […]

Ottobre 21st, 2024

Sguardi sociologici (1) / Il sociologo del territorio

Inizio questa rubrica, per offrire un punto di vista che parta da lontano e vada lontano. E che si rivolga […]

Ottobre 17th, 2024

Premio: “L’identità del Cilento” (seconda edizione)

Il Premio Artistico-Letterario: “L’identità del Cilento”, riservato ai giovani del territorio dell’antico Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è giunto […]