È stato pubblicato il libro: Cosmo Guazzo, I Borghi della Valle del Fasanella. La guida storica-turistica-interattiva, Edizioni Magna Graecia. febbraio 2024.
Un tributo iniziale al compianto poeta Giuseppe Liuccio, riprendendo “Chesta è la terra mia!”, è la traccia per connettere natura, storia, religiosità, cultura, arte, mestieri, paesaggi, itinerari, trekking, prodotti locali, processi di lavorazione, un turismo da inserire in un contesto storico-culturale, qual è quello del Cilento. Liuccio in quella famosissima poesia propone in versi tutte le bellezze e le contraddizioni di una terra legata alla campagna, alla vita comunitaria, ai boschi e alla natura, al suono delle campane e alle chiese, ai portoni dei palazzi e ai castelli, ma soprattutto agli abbandoni e alle speranze nonostante i ritardi che continuano ad esistere e condizionano un territorio che a tratti appare dimenticato anche dai Santi.
C’è tutto ciò nel volume. Eppure Cosmo Guazzo, forse rinfrancato dagli esempi di uomini come Bernardo Marmo, definibile certamente “eroe dei nostri tempi”, trova il senso per inserire un Progetto turistico, dove sono individuati anche i pregi di una lunga solitudine che hanno certamente causato il mancato sviluppo. Ciò è avvenuto per assenza di progettualità e scarso interesse alla politica ambientale e alla cultura materiale.
Il libro di Cosmo Guazzo intende costituire una inversione di tendenza rispetto alle attuali politiche di investimento e di valorizzazione delle risorse esistenti. Una delle possibilità di sviluppo è legato all’opportunità di far fruire i beni materiali e immateriali del territorio attraverso una organizzazione efficiente, il coinvolgimento dei giovani, l’utilizzo di strumenti tecnologici digitali, la pubblicizzazione, la promozione e, non ultimi, servizi infrastrutturali adeguati.
Il Progetto dell’autore è iniziato nel 2012 con il precedente lavoro: “Progetto turistico del Cilento”, che cercava di cogliere le opportunità delle aree interne. Ora le sue riflessioni si soffermano sul territorio di Sant’Angelo a Fasanella e dintorni.
Nel volume Guazzo lascia lo spazio alle argomentazioni di tanti testimoni del territorio, che partono dalle comunità tradizionali e si indirizzano ad un’area che diventa via via più complessa e che giunge alle società digitali di oggi. I contesti vanno dunque attualizzati, connettendo però in maniera unitaria ambiente e sviluppo.
Tutta la parte introduttiva è una riflessione dell’autore che pare confrontarsi con le sue stesse risorse culturali, una sorta di autoanalisi per comprendere cosa si può fare, anche perché è lui stesso parte del contesto e cerca di rilevare le più idonee modalità per la valorizzazione della sua terra.
Il libro è costituito da una ampia prima parte, in cui i riferimenti storici la fanno da padrone, con testi tratti da riviste cilentane, da libri importanti e spunti di riflessione di cultori di storia locale. Guazzo dialoga con loro per una costruzione attenta ai dettagli: su tutti mi va di citare Lucito Di Stefano e i suoi discorsi “Della valle del Fasanella nella Lucania”; poi: Michele Pepe, Raffaele Mare, Antonio Capano, Luigi Leuzzi, Amedeo La Greca, per rilevare solo qualche nome.
La storia e i misteri del passato si trovano in un incontro sincronico con i percorsi da vedere e da gustare, prodotti tipici, proposti da Guazzo. Alcune pagine interessanti riguardano l’Antéce e la Grotta di San Michele Arcangelo, con un ricchissimo supporto di immagini. L’autore in questo continuum di un argomentare complesso, produce però pagine fluide e lineari che approdano alla produzione locale: opifici e tenute vitivinicole; allegamento di bovini e ovini, uliveti e interessanti aziende agricole.
La seconda parte è quella più propriamente progettuale con lo sguardo al turismo, in cui sono riportate indicazioni geografiche e naturalistiche, sentieri ed itinerari per escursioni, ma soprattutto tutti gli elementi di una cultura che si fonda su una storia artistico-architettonica, dai ruderi alle chiese, dai conventi alle cappelle. Un diario/cronaca di “una giornata particolare” evidenzia lo stretto connubio uomo/territorio, una guida nella guida, che pone tra l’altro al centro l’importante lavoro di Bernardo Marmo, un personaggio importante per Guazzo, che sembra abbia particolarmente ispirato il suo fare, il suo agire ed operare per il territorio.
Una appendice sintetica degli itinerari chiude un lavoro che costituisce certamente un buon esempio di come si possa produrre una guida storica-turistica-interattiva dell’affascinante territorio che si colloca tra Alburni e Fasanella.
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