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Quando si realizza un saggio, l’autore si pone almeno due problemi: il primo è di dare valore scientifico al lavoro; l’altro è di cercare di far emergere delle idee nuove rispetto al dibattito in corso sull’argomento trattato.

Lo studioso di mitoarcheologia e psichiatra Luigi Leuzzi ha scritto un testo dal titolo: “Considerazioni in tema di communitas nel Cilento: dalle origini alle transazioni evolutive”. E poi un sottotitolo: “Origini, significati e simboli del Cilento tra tradizione e cambiamento”.

Sembra quasi di imbattersi in un passato in cui i titoli erano esplicativi di speculazioni epistemologiche, magari per confutare e mettere in discussione idee precedentemente formulate. L’autore, con un approccio critico, traccia un cammino che intende presentare un concetto, quello di communitas, entrato prepotentemente nel dibattito sulle società attuali. E ciò perché si sente il bisogno di comunità rispetto alle tendenze globalizzanti; del resto molte ricerche dimostrano che se si abbandona la comunità lo si fa per motivazioni economiche (lavoro, in primis) piuttosto che per la perdita di appartenenza al proprio paese o borgo che dir si voglia. I legami territoriali restano e sono sempre saldi.

Parto dalla definizione di communitas cui si riferisce Leuzzi, evidenziando i concetti di sistema, scambi e relazioni, libertà di autodeterminazione: “La comunità non è semplicemente la somma delle parti e quindi dei membri. (Quando un membro) opera in un sistema aperto è soggetto ed oggetto di un continuo scambio di azioni e retroazioni per cui bisogna definire gli obiettivi operativi quale frutto di relazioni circolari ed allo stesso tempo definire il ruolo (…) non trascurando la libertà di autodeterminarsi di ciascun membro”.

Ad una prima impressione, sembra individuare una comunità in evoluzione, anche se è certamente necessario, come egli fa, partire dalla complessità per affrontare il concetto di communitas.

Le comunità hanno origine millenaria e si affermano quando le genti abbandonano il nomadismo e diventano stanziali: l’autore parla del momento di transizione, quando le donne acquisiscono una rilevanza nella definizione di uno “spazio comune”, da preservare e con il tempo organizzare.

Riprende Luigi Zoja che rileva come, in quella fase, “la donna avrebbe imposto con preveggenza (…) una attenzione agli individui vulnerabili e quindi anelli fragili delle comunità”. Le stesse donne “avrebbero vincolato i cacciatori dopo la predazione a riportare parte della cacciagione all’interno del villaggio per conservarla e ridistribuirla a tutti i membri della comunità”. L’osservazione è certamente la costruzione di un atteggiamento verso l’altro fondato sullo scambio, munus, di cui ha trattato Roberto Esposito e certamente Marcel Mauss, con il concetto di dono.

Il nucleo originario di ogni società è la famiglia (familia), costituita da individui che hanno relazioni di parentela in genere basate su rapporti coniugali: la sposa e i figli del pater familias, che esercitava il controllo/dominio su tutti gli altri componenti, inclusi eventuali servi e schiavi. Il passaggio successivo è l’unione di famiglie che costituiscono una comunità, una organizzazione che, in un determinato territorio, ha un linguaggio comune, una struttura geograficamente limitata, in cui gli abitanti hanno le stesse caratteristiche ed analoghi comportamenti, un senso di appartenenza e di condivisione.

Nell’accezione della communitas tradizionale, ci si riferisce a “legami” basati sulla famiglia estesa, sulla parentela e sull’amicizia, e poi sui piccoli villaggi e sulle aggregazioni rurali.

Per rilevare il concetto e renderlo esplicito, si sono studiati a lungo i termini communitas e sociětas, intesi come coppie concettuali antinomiche: le prime sono da intendere come organismo naturale, reale, dotato di una libertà oggettiva; le società sono un meccanismo artificiale, ideale, in cui si manifesta la libertà soggettiva. Nelle comunità, la volontà è essenziale: cresce e matura organicamente; nelle società, la volontà è arbitraria, tendente ad un pensiero artificiale è guidata dal progresso. I tipi di condotta sono: affetto, amore, riconoscenza, fedeltà (comunità); ricerca del proprio interesse, presunzione, comprensione, amicizia, avidità, brama di profitto, ambizione, brama di sapere (società). Queste considerazioni di sintesi si riferiscono alle tesi di studiosi, quali: F. Tonnïes, “Comunità e società”, Ed. Comunità, 1963, or. 1887; E. Durkheim, “La divisione del lavoro sociale”, Ed. Comunità, 1971, or. 1893; M. Weber, “Comunità”, Donzelli, 2016, oggi il primo di cinque volumi pubblicato da Donzelli nel 2022, dal titolo: “Economia e società”, postumo, contenente l’edizione critica della Max Weber-Gesamtausgabe, pubblicata tra il 1999 e il 2015.

Il Cilento del novecento è stato caratterizzato da una commistione di termini: cultura contadina, comunità, quella che a partire dal contesto di riferimento ha segnato una particolare identità del territorio. È emerso il senso comunitario, l’identificazione delle popolazioni intorno a valori e aspetti di vita semplici e immediati, racchiusi nella cultura quotidiana: le parole e i fatti, le leggende narrate che parlano di Dio e della morte, della superstizione e del mito.

È interessante osservare che le ricerche realizzate sulle comunità rimandano ad una forma territoriale identitaria (chiamata cilentanità), un contesto in cui sono evidenti i valori, gli usi e le tradizioni, che permettono di definire una propria specificità. Su tali questioni, il riferimento è alle ricerche realizzate da Pasquale Martucci e Antonio Di Rienzo, ed in particolare: “Identità cilentana e cultura popolare”, 1997; “Le comunità cilentane del novecento”, 2005; “Cilentanità”, 2008.

Individuando le principali caratteristiche, riconducibili a: atteggiamenti e abitudini (di vita); adattamento (nel rapporto con l’ambiente); appartenenza e attaccamento (ai luoghi e alle persone); subalternità (al potere); accoglienza e disponibilità (nei confronti dell’ospite), si è trovata una coincidenza tra i contenuti rilevabili nella concezione di cilentanità ed in quella classica di comunità rurale, ovvero cultura contadina, popolare. Si trova cioè in perfetta consonanza con tutte le teorizzazioni sociologiche ed antropologiche della comunità classica.

Dove il processo di modernizzazione non è stato particolarmente rapido, sono emersi sentimenti di identificazione collettiva che hanno determinato modi di vita in comune immediati e contatti personali semplici. Gli elementi comunitari contribuiscono alla coesione della popolazione, che avverte la consapevolezza che nella “cultura materiale” si possa trovare il senso del valore identitario. Ma la “cultura materiale” è anche rapporto con l’immaterialità, con superstizione e fatalismo. Questa asserzione trova nell’immaginario collettivo l’idea di una comunità che vive in sé stessa con i propri valori: pensiamo, infatti, a chi sostiene che i racconti di streghe o diavoli o di vita quotidiana servivano a fini educativi, cioè a trasmettere il senso del lecito e del proibito nella società. Partendo da ciò si rileva il simbolico di Leuzzi: diventa importante, cioè, il rapporto con la religione e le forme espressive/rituali che mantengono i legami comunitari.

I Culti Mariani extraurbani, che nel Cilento sono individuati nelle Sette Sorelle, “sarebbero l’esito di una aggregazione inter-comunitaria che riguarda un territorio allargato che nella Civiltà d’altura riconosce un destino comune”. È quella che l’autore chiama “Res lego”, “vincolo ancestrale” di questi luoghi atavici con un nume che permette coesione e communitas.

Entrando nello specifico, scrive: “Il volto megalitico di S. Nazario del Nilo ti interroga ed è una domanda di senso ed allo stesso tempo suggerisce una possibile azione sull’altro da sé che non potrà rimanere inevasa”. Qui diventa essenziale il concetto di reciprocità, dunque l’ambito relazionale, tra io e l’immaginario, che “ci attrae proprio mentre siamo messi di fronte ad un volto numinoso originario che insiste in un tempo iniziale; un ‘altrimenti che’, capace di fondare in maniera basale una dimensione etica da cui non si può prescindere per sostanziare dinamiche di scambio comunicativo di tipo coesistentivo e comunitario”.

Un altro esempio è offerto a proposito della visita ai sepolcri che avviene il Venerdì Santo nella zona del Monte Stella. Sostiene: quel monte “in antico detto Cilento contiene l’idea della circolarità (“circum-ambulazione”, nell’espressione di Domenico Nicoletti) che determina uno spazio ed un tempo immanente in cui mentre le confraternite si scambiano le visite delimitano un recinto sacro che a partire da un tempo zero unisce le varie comunità del Monte Cilento in un afflato originario”.

La religione è dunque un aspetto determinante. La Vergine Maria, sostiene Leuzzi, mostra “corrispondenze eidetiche con le icone della Madonna del Santuario del Granato e del Monte Sacro; con la mano sinistra ostenta uno scettro conformato a stelo con frutto di melograno, simbolo di rigenerazione e fertilità, e con la destra regge un Gesù bambino con globo crucifero segno di potere in stretta relazione con il genius loci declinato al femminile”.

Le comunità cilentane si caratterizzano per una profonda devozione, che si estrinseca in una religiosità popolare molto sentita e partecipata, legata essenzialmente al calendario liturgico, agli atti di fede e di preghiera, attraverso il servizio ritualizzato di culto che si deve a Dio. Ed intorno ai momenti cerimoniali, si sviluppa una ritualità organizzata ed istituzionalizzata. Si tratta di dare vita alla tendenza a ricercare il trasporto in uno strano connubio tra sacro e profano, dove il sacro scende al livello del popolo e lo rende partecipe dell’importanza dell’attaccamento al divino, in cui si realizzano le manifestazioni che oggi conferiscono dignità all’aggregazione festiva e la rendono dotata di simboli e riti veramente caratteristici.

Il senso della religiosità popolare è naturale: molti paesi sembrano vivere la presenza del Santo, subire l’influenza di quell’appartenenza al divino che regna nei vicoli, nei centri storici, nelle oscure stradine dei borghi. I luoghi e la solitudine degli stessi rimandano proprio ad un’immagine misteriosa, alla tangibilità di un’idea che qui è viva, reale. Ecco perché l’autore riconduce al ricco apporto simbolico che caratterizza il Cilento e le sue comunità, e di cui si è occupato in altri importanti lavori di mitoarcheologia: “Architettura Sacra del megalitismo”, 2019; “Mitoarcheologia del Cilento e della Lucania occidentale”, 2021; “Megalitismo del Cilento e della Lucania Occidentale”, 2023; “Il codice morfologico del Megalitismo nel Cilento. Immagine e trascendenza”, 2024.

L’autore rileva un simbolo interessante nella “Madonna del Cilento”, opera dell’artista Mario Romano, affissa in una edicola consacrata a Ponte Barizzo: essa costituisce un esempio illuminante di come “rappresentare una identità di un popolo o più specificamente una ecclesia ed allo stesso tempo il patto simbolico in cui inscrive la devozione al culto Mariano nelle antiche terre del Cilento e della Lucania Occidentale, in stretta relazione con una progettualità comunitaria radicata nel passato ma orientata verso il futuro”.

Per una più puntuale significatività: “In fondo si parte da una interrogazione etica e si mantiene un circolo virtuoso che insiste in un tempo immanente che è capace di trascendersi nella contemporaneità di un presente che accoglie il passato e lo accompagna nel transito verso un futuro irriducibile in quanto etico e comunitario”.

I temi di rilievo del contributo di Leuzzi sono: individuo/sistema/contesto; relazione; circolarità. Lo sguardo è sempre attento alle dinamiche locali, che denotano un amore individuale che proietta nella dimensione di quella definita: “anima mundi”, o quella che Christian Norberg Schultz chiama il “genius loci”. Lo studioso realizza un saggio: “Genius loci. Paesaggio ambiente architettura” (Electa, 1986, or. 1980), in cui si pone la questione di come l’architettura si inserisca nel territorio e attraverso quali modalità può trasformarlo in “luogo”, ovvero quel centro visto come un sito con una precisa identità, sempre riconoscibile, con caratteri che possono essere “eterni o mutevoli”. L’architettura deve rispettare ed integrarsi con il luogo, prestando ascolto al suo “genius loci”, queste le conclusioni.

Sul queste tematiche nel 2023 ho pubblicato per Susil Edizioni un volume: “Del Cilento e del suo Genius Loci”, in cui affermavo che al centro della dimensione uomo/territorio c’è il genius loci, l’immaginario sociale, le espressioni tradizionali e legate alla cultura popolare di un territorio ricco anche di silenzi, colori, odori, suoni, di una cultura millenaria. Si parte dal megalitismo, di cui Leuzzi fornisce numerosi esempi anche in questo saggio, e dalle varie civiltà che si sono succedute ed hanno lasciato il segno, alle opere materiali e immateriali, agli individui che si sono affermati grazie ad un legame storico-culturale che rende unico e riconoscibile il Cilento.

La comunità di cui tratta Leuzzi parte certamente dalla tradizione: quando ci sono scelte libere e possibilità di decidere, gli uomini hanno davanti a sé funzioni sociali precostituite, cui dovranno adeguarsi per assumere delle responsabilità. Ed allora passano “dalla condizione di oggetti di tutela a quella di soggetti degli obblighi, dei doveri di responsabilità e dei poteri”. Per molto tempo le prestazioni di lavoro furono inquadrate nello schema paternalistico del rapporto padre-figlio e l’alleanza matrimoniale ebbe la funzione “di sanzionare unioni di carattere politico ed economico”. La citazione è di Fernand Braudel, “Il Mediterraneo: lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni”, Bompiani, 2017, or. 1985.

Il senso del ragionamento di Leuzzi trova rilievo in un capitolo: “Transazioni evolutive”, che si occupa dell’Ermeneutica del soggetto. Viene individuato un soggetto “che si rapportava all’alterità in passato” e che ora diviene “oggetto nudo perdendo l’aura che lo investiva di mistero”. Quel corpo ora è parte di una “catena di montaggio che sostituisce gli istanti con altri sostituti istantanei”. Il sistema educativo “interculturale” e la relazione possono continuare ad esprimere “una esperienza comunitaria”.

Occorre riferirsi all’evoluzione delle comunità, affidata  alla “costruzione e rappresentazione della realtà”, in un contesto in cui l’identità possa essere riproposta e ricostruita, piuttosto che avere caratteristiche di staticità. L’identità permette di realizzare un processo che faccia interagire elementi differenti che vedono coinvolti la storia, la vita socio-economica, i comportamenti e la psicologia degli stessi, ed anche le istituzioni, il diritto che va ad inserirsi ed influenzare con i suoi disposti la società. Si tratta di una rinegoziazione continua: la formazione delle identità, o più correttamente la loro riformazione, diviene un compito che dura per tutta la vita, senza arrivare mai a conclusione. C’è sempre da svolgere un lavoro di ri-aggiustamento, poiché le condizioni di vita, il ventaglio delle opportunità cambiano in continuazione.

L’identità, in una società in continua evoluzione “mantiene costante un rapporto tra struttura e relazione come ci indica Francesco Remotti” (Leuzzi), è  intesa come “costruzione sociale”, che si realizza attraverso l’interiorizzazione di oggetti sociali e delle componenti normative, in considerazione che ogni individuo è frutto della propria cultura e società, nonché della propria esperienza di attore che si adatta alle relazioni sociali, in un mondo definito dalla libertà, creatività e modernità.

È necessario favorire l’interdipendenza tra questi elementi, che producono le azioni che le moderne società esercitano su loro stesse e su ciò che le circonda; inoltre, le società moderne devono acquisire quel livello di soggettivazione riconoscendo l’interdipendenza di tutti i livelli dei comportamenti umani, reintroducendo i sentimenti, le relazioni e il riconoscimento dell’altro in quanto soggetto.

Il cambiamento è rappresentato dallo sforzo dell’individuo di diventare attore, di mettersi al servizio della sua esigenza e del suo desiderio di affrontare un universo in movimento. Si tratta di un soggetto culturale in grado di ritornare padrone del proprio destino, capace di cambiare la propria realtà a partire da sé e in relazione con gli altri.

Sull’elemento soggettivo, l’autore così si esprime: “Ognuno di noi dovrebbe lasciarsi andare ed accogliere ed essere accolto in una relazione di fiducia gli aspetti emozionali e per questo intangibili ma insostituibili proprio mentre l’istituzione richiede un supposto sapere specialistico e ci inserisce in una rete di competenze e relazioni che si affollano al punto tale di creare una barriera di fraintendimenti comunicativi e di molteplici interazioni incomprese”.

Nel saggio proposto, Leuzzi si avvale di un approccio che utilizza “una modalità eidetica” e, citando Edmund Husserl e Martin Heidegger, si affida ad “un modello fenomenologico ed esistenziale”. Questa precisazione introduce i tanti studiosi che sono a supporto delle sue tesi e che legittimano molte concettualizzazioni applicate al Cilento, il vero oggetto di studio, con i suoi simboli e i significati esistenziali che permettono l’affermazione della communitas. George Dumezìl, George Bataille, Daniel Goleman, Roberto Esposito, Byung Chul Han, Ludwing Binswanger, Hans Georg Gadamer, Martin Heidegger, James Hillman, Emmanuel Levìnas, Paul Ricoeur, Massimo Recalcati, sono solo alcuni nomi che delineano un percorso tra antropologia, filosofia, psicologia.

Credo di poter condividere con Luigi Leuzzi una possibile prospettiva, che si risolve nel ripensamento di una nuova identità/cilentanità in una comunità che si confronta con le nuove generazioni, incontrando l’alterità e lavorando sull’interdipendenza e sul noi soggettivo. Ciò significa intraprendere e agire, non abbandonarsi al fatalismo e alla rassegnazione, creando ed operando non solo per se stesso ma soprattutto per l’affermazione della propria comunità.

Marco Aime parla oggi di comunità inclusive che devono garantire una maggiore partecipazione: è centrale l’elemento del noi (cum) “condivisione, comune, cooperazione”. Si deve agire sul bene comune nelle comunità di cittadini. L’antropologo usa la metafora del ponte: “il ponte deve unire ciò che si tenta di dividere. Ci sarà qualcuno che tenterà di abbatterlo, ma altri cercheranno di ricostruirlo unendo nuovamente gli individui in comunità”. (M. Aime, “Comunità”, Il Mulino, 2019, p. 127)

La società cilentana, attraverso la sua storia e le sue tradizioni, deve puntare ad un’identità tra tradizione e modernità, perché i cilentani sono soggetti e non più individui gettati nella comunità senza meta e senza futuro.

Pasquale Martucci

(Prefazione al volume di Luigi Leuzzi: “Considerazioni in tema di communitas nel Cilento: dalle origini alle transazioni evolutive”)

2 Responses to “Sul concetto di communitas”

  1. Antonio

    Grazie allo Psichiatra Leuzzi per avere scritto un interessante saggio e grazie al Sociologo per la splendida prefazione

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Riti e cultura popolare / il grano

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Luglio 10th, 2020

Idee / Franco Ferrarotti

La fenomenologia del sacro di Pasquale Martucci   Le ricerche di Franco Ferrarotti, seguendo una metodologia qualitativa con il ricercatore […]

Luglio 1st, 2020

Pagine di storia / Anno 1828

I moti nel Cilento: lo studio di una Rappresentazione Rituale di Pasquale Martucci   In alcuni paesi del Cilento, si ricordano […]

Giugno 25th, 2020

Pagine di Storia – Pisacane

Sapri: la Rievocazione di Pisacane di Pasquale Martucci   Sapri è conosciuta, al di là della splendida collocazione geografica nel […]

Giugno 20th, 2020

Pagine di storia / Torri costiere

Le torri costiere del Cilento   di Pasquale Martucci   Percorrendo la costa cilentana, si possono osservare una serie di […]

Giugno 8th, 2020

Seminario ISCRA: “L’insostenibile peso della felicità e della speranza”

Possibili processi di pensiero di Pasquale Martucci   In occasione del Seminario ISCRA online (6-7 giugno 2020), dal titolo: “L’insostenibile […]

Maggio 31st, 2020

Ricerca&territorio – Mitologia

U curdone ru monaco Aspetti mitologici e cultura popolare cilentana di Pasquale Martucci (il saggio è disponibile integralmente e con […]

Maggio 21st, 2020

LAURINO / SANT’ELENA

Un culto antico e importante di Pasquale Martucci   “La storia di Laurino è strettamente intrecciata a quella della sua santa […]

Maggio 17th, 2020

Epistemologia della complessità – EDGAR MORIN

EDGAR MORIN L’attualità del pensiero del teorico della complessità e la centralità della relazione soggetto-oggetto-ambiente per realizzare l’inizio di un […]

Aprile 29th, 2020

Pagine di storia / I Basiliani

I Basiliani e le comunità cilentane di Pasquale Martucci   A questi monaci, arrivati nel territorio a nuclei sparsi o […]

Aprile 25th, 2020

Martin Heidegger – letture critiche

Contro l’odio, i fascismi e i populismi, propongo la lettura del volume di Antonio Peduzzi sulle controverse idee del grande […]

Aprile 16th, 2020

Sapori&saperi – la tipicità cilentana

La storia dell’alimentazione e la tipicità cilentana di Pasquale Martucci   La scoperta e la riproposizione della tradizione alimentare è […]

Aprile 11th, 2020

Gli insegnamenti di un maestro: Aldo Musacchio

Cultura e formazione umana come fattori indispensabili allo sviluppo   Il sociologo dello sviluppo Aldo Musacchio, docente in diverse Università […]

Aprile 9th, 2020

Coronavirus: biologia o economia?

Coronavirus: biologia o economia?   Il filosofo Umberto Galimberti propone le sue argomentazioni/concettualizzazioni sul Coronavirus. Riprendo alcune parole chiave tratte […]

Marzo 29th, 2020

Le paure sociali – Ritualità e distanze sociali

Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Dicembre 16th, 2024

Sul concetto di communitas

Quando si realizza un saggio, l’autore si pone almeno due problemi: il primo è di dare valore scientifico al lavoro; […]

Dicembre 10th, 2024

Su turismo e cultura

Ricevo da Gianni D’Alessandro il seguente scritto critico rispetto ad un turismo che potrebbe essere distruttivo per la cultura dei […]

Dicembre 6th, 2024

Le storie negate

Alcune considerazioni a partire dal romanzo di Giovanna Di Francia: “Anche in carcere viene Natale”, Independently published, 2023.   Ascoltare […]

Dicembre 3rd, 2024

Sguardi sociologici 3 – Spopolamento, qualche numero

Il territorio cilentano conosce il triste fenomeno dello spopolamento specie nelle zone più interne. Ciò accade per il problema della […]

Novembre 28th, 2024

Giovani ed emigrazione: la percezione del fenomeno

In questo scritto, mi occuperò dell’emigrazione giovanile che caratterizza in maniera diffusa l’intero Paese, confrontando le ricerche realizzate da vari […]

Novembre 22nd, 2024

Il vero ritratto di Dante immateriale

Gaetano Barbella invia uno scritto (che pubblico di seguito) in cui considera la figura di Dante Alighieri attraverso una “nuova […]

Novembre 19th, 2024

Il turismo e le nuove tecnologie

Quando parliamo di turismo, la prima considerazione è di valutare il rapporto tra i turisti/visitatori e l’ambiente esterno, le risorse […]

Novembre 17th, 2024

I giovani incontrano l’arte: l’osservazione di una interazione

Un interessante esperimento di interazione tra i giovani è l’arte è stato realizzato lo scorso 15 novembre 2024, presso l’Auditorium […]

Novembre 14th, 2024

La sociologia di Franco Ferrarotti

È scomparso all’età di 98 anni Franco Ferrarotti, considerato da molti il padre della sociologia, certamente colui che ha contribuito […]

Novembre 11th, 2024

La parola viva

Paul Ricoeur, in “La parole est mon royaume” (Esprit, 1955), sosteneva che la parola era il suo lavoro, il suo […]