Il centro cilentano dedicherà le giornate del 2 e del 4 marzo 2025 al Carnevale e alla Màschkarata, l’antico rituale di San Mauro Cilento, che dal 2023 è stato inserito nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale della Campania.
In occasione del Carnevale di San Mauro Cilento, durante la Màschkarata si propone da tempo la maschera della “doppia persona”, un manichino montato sulla schiena dell’attore che interpreta il ruolo, e che si muove in maniera ricurva.
Nell’interpretazione comune sono due personaggi, uno umano, che prevale nella parte della testa, e l’altro un fantoccio che, attaccati l’un l’altro, indossano maschere mostruose.
Eppure, alcune testimonianze popolari sostengono che si tratterebbe di una donna che porta sulle spalle un uomo, con la possibile interpretazione riguardante il ruolo della donna che si accolla tutte le fatiche della vita.
La “doppia persona”, rappresentata nel Carnevale di San Mauro Cilento, certamente subisce l’influenza di dinamiche che parrebbero oscure, ma che invece sembrano legate alla condizione umana che si libera dalle sue follie e accetta il duale, un meccanismo che erroneamente le nostre società cercano di nascondere.
Questa maschera riconduce alla doppiezza, riscontrata in una stessa persona, che al tempo stesso rappresenta la divisione tra umano e non umano: è una dimensione che produce ambiguità, antagonismo, il giorno e la notte, il mondo terreno e l’aldilà, le differenze tra gli uomini.
La “doppia persona” potrebbe anche essere una doppia forza per scacciare il male. In tal senso, significherebbe ripercorrere la funzione apotropaica, ovvero allontanare il male con atteggiamenti esorcizzanti, attingendo dal mondo esoterico e del simbolismo, per tenere lontano la negatività.
Se nel Carnevale si realizza un’identità umana che si confronta con un vivere contraddittorio, con al centro il conflitto bene e male, ragione e istinto, è la stessa comunità organizzata che lascia spazio ad un aspetto duale, individuato soprattutto nello smarrimento della coscienza, nel travestimento, nell’altro da me. In questa festa si manifesta la condizione del ribaltamento dell’ordine sociale, come riportato negli scritti di Annabella Rossi e Roberto De Simone. Secondo alcune testimonianze, a San Mauro Cilento la maschera della “doppia persona” riprodurrebbe una donna che porta sulle spalle l’uomo.
Questo aspetto individuerebbe una figura femminile che diventa la rappresentazione in pubblico di funzioni che erano nella cultura popolare relegate al privato.
È un dato di fatto che la donna aveva il compito di prendersi cura di …: figli, marito, parentela, vicinato, per giungere alla funzione di esercizio della preparazione di erbe e medicamenti per alleviare le sofferenze.
Tutto ciò era legato ad una collocazione domestica, intima, così come era intima la gestione della casa, su cui esercitava il dominio. Nella cultura contadina si occupava di lavorare la terra e con il tempo di assolvere ad uffici più estesi, per giungere ad attività lavorative fuori dal contesto familiare.
La donna sorregge non solo metaforicamente l’uomo, ma sembrerebbe rappresentare una forza, un carattere che per la prima volta è esplicitato.
È vero che nella logica del ribaltamento dei ruoli ciò potrebbe accadere, ma quel ribaltamento aveva trovato senso solo nel travestimento al maschile del dominato che prende il posto per un giorno del dominante.
La funzione eversiva e liberatoria sia a livello collettivo che individuale si manifestava per un disagio socio-economico, oppure per problematiche di tipo psicologico, quasi sempre inconsce.
Nel caso della Màschkarata, il senso della “doppia persona”, riconducibile alla donna che trasporta sulle spalle l’uomo, potrebbe configurare una cultura popolare in cui l’aspirazione femminile, intesa come sogno e speranza, è di esercitare una posizione predominante almeno nel contesto legato al ribaltamento carnevalesco dei ruoli in quel tipo di comunità.
(Tratto dal saggio: P. Martucci, “La maschera della doppia persona”, in corso di pubblicazione)
Sulla Màschkarata di San Mauro Cilento, ricevo un commenti di Gaetano Barbella che ringrazio.
gaetano.barbella@gmail.com
La figura mostra un uomo sulla cui testa si erge l’uomo in lui che si vanta con orgoglio. Di lato, con la sua mano destra, agita il corpo della donna che regge un infante. E con il braccio di sinistra indica la donna con l’infante per dire, “eccola chi è la donna”? “Un essere informe”.
Ma se col piede destro lui assicura la stabilità, con l’altro è unito alla donna e progenie.
É una ‘A Màschkarata ma è anche la sua sorte, perché l’uomo è nella testa è la donna che genera è la vera realtà, la certezza della vita.
È vero «il senso della “doppia persona”, riconducibile alla donna che trasporta sulle spalle l’uomo» come ha detto lei, prof. Pasquale Martucci.
Nello spirito dionisiaco delle manifestazioni carnevalesche si sovverte l’ordine costituito e la donna ribalta le posizioni di una società maschilista cone quella del Cilento ed assume cosi un ruolo singolare e plurale.
L’incontro dell’uomo con la donna inoltre in senso junghiano rappresenta la complementarità dell’anima e delle proiezioni emozionali che vengono il più delle volte irretite da un ordine razionale,mentre in senso lacaniano tale evento rappresenta l’ora della verità in cui il maschio devi svestirsi dei luoghi comuni ed incontrare l’alterita’
A San Mauro Cilento si svolge una rappresentazione rituale singolare, che mi ha portato a compiere studi specifici sulla doppia persona. La pubblicazione, di cui ho curato l’introduzione, sarà a breve disponibile. Grazie per i numerosi riscontri.