Per l’8 marzo, giornata internazionale dei diritti delle donne, propongo l’analisi di un film pluripremiato, considerato femminista per il fatto che mette al centro la possibilità della donna di esercitare il suo libero arbitrio.
Si è aggiudicato il Leone d’oro quale miglior film all’ottantesima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (2023); poi nel 2024 ha avuto quattro premi Oscar (migliore attrice, scenografia, costumi, trucco e acconciatura) e due Golden Globe (miglior film e migliore attrice).
Con risvolti imprevedibili e affidati anche ad un lavoro di fantasia, il film: “Povere creature!” (Poor Things) del 2023, diretto dal regista greco Yorgos Lanthimos, adattamento del romanzo del 1992 di Alasdair Gray, richiama molti personaggi della letteratura: Frankenstein su tutti, le paure umane vittime dello sviluppo tecnologico che fa compiere esperimenti illeciti o eticamente discutibili. I riferimenti sono poi ad autori come Lewis Carroll o Vladimir Nabokof, oppure ad Arthur Conan Doyle, per trattare le disuguaglianze sociali, le relazioni interpersonali, la memoria e la ricerca dell’identità personale.
L’ambientazione è la Glasgow dell’epoca tardo-vittoriana, che conosceva lacerazioni e divari sociali e culturali, equilibri precari tra ipocrisia sociale e sfruttamento, rapporto controverso tra fede e scienza. Le donne non avevano diritti: non potevano votare, citare qualcuno in giudizio, possedere alcuna proprietà. Erano considerate esseri puri e puliti (donna angelo) e i loro corpi non dovevano essere utilizzati per sforzi fisici o pratiche sessuali. Il loro ruolo si riduceva a procreare ed occuparsi della casa.
In questo contesto, un famoso chirurgo Godwin Baxter (Willem Dafoe) è dedito ad esperimenti scientifici. Innesta in una giovane donna morta suicida, Bella Baxter (Emma Stone), il cervello del feto che ha in grembo, resuscitandola. Il medico alleva con amore paterno e iper-protettivo la donna, che deve apprendere come affrontare l’esistenza. All’inizio ha il cervello di una bambina che pensa e agisce senza filtri, anche se tutto ciò è un problema in una società con precise regole di comportamento. Poi man mano con la crescita è lasciata libera di seguire il suo desiderio di esplorazione e conoscenza del mondo. Quando Bella comincia a sviluppare pulsioni sessuali, lo scenario si complica: incontra una miriade di uomini diversi, che approccia per trarre da ogni incontro un insegnamento. La donna compie un ultimo passaggio evolutivo: conosce emozioni e sentimenti, poi la cultura che passa per la filosofia e le fa vedere un mondo drammatico e privo di pietà e rispetto. Realizza l’evoluzione più compiuta di un essere umano che, prodotto da esperimenti scientifici (è una critica alla voglia di creare l’intelligenza umana con la tecnologia sempre più penetrante), non può che emanciparsi con le armi della conoscenza, dovuta a passaggi esperienziali evolutivi importanti per l’acquisizione di una formazione compiuta.
Scrivo di questa storia perché tratta problemi attuali: la protagonista osserva la sua esistenza schietta e fedele solo a sé stessa, perché priva di ogni condizionamento sociale; con apparente ingenuità affronta temi come la liberazione sessuale, la libertà del corpo, la parità di genere, la compassione e in generale la questione femminile.
Ma il racconto offre ulteriori momenti di discussione. Il film è legato al rapporto tra tecnologia, che si spinge ai limiti, ed essere umano, che cerca di uscire dalle dinamiche sociali e convenzionali attraverso la crescita e la conoscenza esperienziale, esercitando il libero arbitrio.
Il film di Lanthimos è rispettoso dell’emancipazione femminile, negata in un’epoca che non permette alle donne una propria autodeterminazione perché le regole della società lo permette. Il filo conduttore è certamente la sete di conoscenza della protagonista, che vuole esplorare i luoghi, capire le persone e comprendere come esse interagiscano. La sua è come la curiosità dei bambini che osservano tutto e chiedono sempre “perché?”, in un mondo in cui c’è costantemente qualcosa da scoprire o da analizzare. È sottolineata la funzione educativa che porta Bella a diventare una donna adulta determinata: in questo modo si compie un capovolgimento di prospettiva in cui l’uomo, restio per paura o per ignoranza o perché la società è stata così determinata, è terrorizzato dalla presenza di una donna libera. La sessualità può essere il modo di liberarsi ed affrancarsi ponendo l’uomo in una condizione di rincorsa ed affanno rispetto ad una donna del tutto libera di fare le sue scelte. Il finale segna un ulteriore passaggio: è l’uomo ad essere, grazie ancora ad un esperimento scientifico, costretto a subire e ad accettare una vita senza poter sviluppare le tante possibilità offerte dalla ragione e dalle emozioni.
Il regista ateniese ha sempre puntato a spiazzare e mettere in luce i misteri meno rassicuranti dell’animo umano, con film ricchi di stranezze e bizzarrie. Produce analisi che trattano temi quali l’elaborazione del lutto, la solitudine, l’emancipazione, la violenza, il trauma, la disperazione. I personaggi agiscono, come in Povere Creature!, da cavie umane che sfidano la vita collettiva e si discostano dalle norme di civiltà. Il loro comportamento è inquietante quando cercano di abbandonare il mondo in cui vivono, compiendo una fuga dalla realtà per sfuggire alla tragedia frutto di dimensioni tiranniche perpetrate dai propri simili. Cercano altri mondi e dunque le ragioni di trovare strade non comuni di affrontare l’esistenza. È importante modificare l’ordine delle cose attraverso la via dell’intelligenza e dell’esperienza.
Siamo certamente nella fantasia, sottolineata dalla voglia dell’uomo che vuole ricreare l’essere perfetto in laboratorio. È la ricerca di sfidare la stessa vita e di dare da un lato il senso di creare e dall’altro quello di non riuscire a definire e controllare un lavoro che rischia di sfuggire alla volontà del suo realizzatore e produce danni a volte irreversibili.
È un lavoro che fa essere la donna protagonista della sua esistenza e le fa compiere un percorso verso la possibilità di affermarsi e emanciparsi, partendo da una società di fine ottocento, per riferirsi in maniera forte ai nostri giorni e ad un mondo ancora alla ricerca delle uguaglianze tra gli esseri umani.
finalmente una proposta seria e nteressane per un giorn particolare che particolare deve essere sempre. grazie per un pensiero costruttivo e non celebrativo. Il film è certamente molto attuale la tecnologia che incalza, il disagio umano che si rifiggia nella fantasia per sfuggire ad una realtaà scomoda e disumana. La donna oggi gioca un ruolo fondamentale e entrale nella nostra possibile evoluzione, ammesso che la si voglia. La donna deve ricoprire il ruolo centrale che le spetta, ma questo è un fatto che si deve compiere e non una sterile narrazione. L’azione passa per o sviluppo culturale nella società e non certamente attraverso azioni repressive che non fanno che acuiree violenza.
grazie Pasquale per l’interessante e proficuo stimolo intellettuale
Grazie per l’interessante contributo.