È stato pubblicato il libro di Pasquale Martucci:
“Culture Immateriali. Lo studio delle espressioni festive nel territorio del Cilento, Alburni e Vallo di Diano”
Independently published, 16 marzo 2025
Il volume è disponibile su Amazon.it
Le attività dell’uomo nelle comunità sono processi sociali e prodotti culturali che includono le pratiche, le rappresentazioni, le espressioni, nonché le conoscenze e le abilità, tutto ciò che oggi fa parte del “Patrimonio Culturale Immateriale Mondiale”.
Tra le più rilevanti espressioni di queste risorse culturali, ci sono le feste popolari, di recente rivalutate e riproposte, che si svolgono in contesti caratterizzati da ruderi di età preistorica, palazzi gentilizi e castelli, vicoli stretti e case addossate l’un l’altra che formano importanti centri storici da visitare.
Questo volume è una ricerca che studia 35 espressioni festive che si svolgono nel territorio del Cilento, Alburni e Vallo di Diano, individuando le caratteristiche principali: organizzazione, rilevanza dell’evento, partecipazione del pubblico, contenuti simbolico-rituali e culturali, rilievo economico, condivisione e adesione.
Si è utilizzata una metodologia qualitativa che, partendo dal soggetto/ricercatore, ha inteso compiere comparazioni con documenti raccolti in loco, riscontri sul campo, informazioni tratte dai social media e dagli audiovisivi, al fine di conoscere, descrivere, valutare e comprendere come le espressioni e le rappresentazioni possano essere conservate, preservate e trasmesse alle nuove generazioni.
(Dall’introduzione del volume)
Le culture immateriali sono le forme espressive che caratterizzano l’attività dell’uomo nelle varie comunità.
Il termine cultura è inteso, secondo un significato antropologico, come l’acquisizione della consapevolezza del ruolo che ogni essere umano esercita e gli compete nella società. Esso riguarda le conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’essere umano in quanto membro della comunità di appartenenza.
La cultura è un processo comune che include il senso etico del fine collettivo e una visione identitaria storicamente determinata. Concerne sia l’individuo, che i grandi gruppi umani di cui egli fa parte.
L’immateriale oggi è un termine molto usato dopo essere stato inserito nell’idea di Patrimonio Culturale, ovvero di ciò che non rappresenta solo monumenti e collezioni di oggetti ma anche tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati: espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo, artigianato tradizionale.
Del Patrimonio Culturale Immateriale fanno parte le feste popolari, che di recente sono state rivalutate e riproposte in forme differenti in tanti paesi del Cilento, degli Alburni e del Vallo di Diano: esse sono le espressioni della tradizione popolare, gli esempi della storia e della cultura locale, le manifestazioni della socialità comunitaria.
Dunque, si tratta sempre di azioni umane legate al contesto di riferimento, che in questo caso è formato da borghi che hanno vissuto il passaggio delle varie dominazioni ed hanno assunto le caratteristiche attuali.
Le espressioni festive non possono fare a meno di questo scenario, altrimenti non avrebbero avuto rilievo nell’attuale ricerca, che intende valorizzare proprio le risorse culturali del territorio e farle fruire ai visitatori.
Per queste ragioni, oggi la tendenza è quella di organizzare e programmare gli eventi festivi, di connotarli di significati sociali e culturali.
Il lavoro proposto ha compiuto un’indagine sulle feste che si svolgono nel territorio per conoscere, descrivere, valutare e comprendere come le espressioni che si svolgono nelle comunità possono essere oggi fruite in chiave moderna e magari inserite nel Patrimonio Culturale Immateriale.
La parte iniziale, contiene alcune riflessioni sul Patrimonio della cultura cilentana che è ricca di risorse materiali ma anche di iniziative pensate dall’uomo per riproporre e trasmettere alle future generazioni le espressioni di una tradizione antica.
È affrontato poi il concetto di mito che ha rappresentato per le popolazioni forme di appartenenza comunitaria, affermata ed arricchita nel corso dei secoli. La conoscenza delle culture e dei miti sono determinanti per affermare le manifestazioni e le espressioni che caratterizzano la vita quotidiana delle persone.
Se il processo attivato riguarda il senso delle feste ed i cambiamenti che hanno subito negli ultimi tempi, queste concettualizzazioni portano direttamente agli eventi che si svolgono nel territorio, utilizzando un approccio sociologico con la costruzione di indicatori e di griglie di valutazione.
La presentazione dei risultati ha permesso di compiere comparazioni e riscontri, non tanto per produrre una classifica, quanto piuttosto per verificare punti di forza e di debolezza e permettere agli organizzatori di compiere azioni per affermare in maniera più compiuta le varie espressioni festive.
Le conclusioni sono affidate alle possibilità che un turismo diversamente inteso e rivolto alle nuove generazioni possa costituire per il territorio una importante occasione di sviluppo.
Un percorso titanico alla ricerca delle espressioni più vivide del genius loci.L’ autore ci conduce nei meandri di una narrazione misterica dove il reale di un tempo immemore viene decodificato in un registro simbolico in cui si perviene al tempo zero in cui gli dei discesero per consegnare all’umanità del Cilento, Alburni e Vallo di Diano i fondamenti della communitas,dunque si delinea un itinerario che dalle origini ci conduce alle transazioni evolutive di una Civiltà plurimillenaria.
Grazie di cuore