Nell’ambito delle iniziative dell’Associazione “Progetto Centola” e “Gruppo Mingardo/Lambro/Cultura”,
GIOVEDI’ 27 MARZO 2025, alle ore 17:00,
ci sarà la presentazione del libro:
“Storia, Conservazione e Promozione del Patrimonio Culturale, Materiale e Immateriale, del Basso Cilento (II)”
(a cura di Ezio Martuscelli)
con scritti di Innocenzo Bortone, Ferdinando De Luca, Luigi Leuzzi, Pasquale Martucci, Ezio Martuscelli, Michael Shano
Introduce e modera:
Ezio Martuscelli (Presidente dell’Associazione “Progetto Centola” – “Gruppo Mingardo/Lambro/Cultura”)
Relatori:
Pasquale Carelli (Scrittore)
Giusi Del Giudice (Architetto)
Interventi degli autori:
Innocenzo Bortone
Ferdinando De Luca
Luigi Leuzzi
Pasquale Martucci
Ezio Martuscelli
Michael Shano
L’evento, online, si terrà sulla piattaforma Googlemeet utilizzando il seguente link:
https://meet.google.com/wut-nwmp-itu
Il volume: “Storia, Conservazione e Promozione del Patrimonio Culturale, Materiale e Immateriale, del Basso Cilento (II)”, si occupa di sei beni culturali del Basso Cilento: il Santuario Diocesano Maria Santissima Annunziata (Licusati); la Chiesa parrocchiale di San Nicola di Centola; l’Insediamento Archeologico (Roccagloriosa); il Rituale dei Carruzzùni (Roccagloriosa); la Contrada di San Basilio in Grancella (Centola); la Cappella di S. Maria ad Martyres (Lentiscosa).
Si tratta di risorse che fanno parte del ricco “Patrimonio Culturale”, da preservare e togliere dal degrado e dall’abbandono, attraverso azioni di salvaguardia, conservazione, tutela, per cercare di sviluppare interesse e creare intorno ad esse occasioni di sviluppo. Infatti, l’intento è proprio quello di rivolgersi alla valorizzazione della cultura presente nelle varie comunità, per favorire l’attivazione di politiche ed interventi nel rispetto della storia, della tradizione e della memoria collettiva.
Lo scopo principale è di indirizzarsi soprattutto ai giovani e al modo in cui si rapportano alle espressioni più autentiche della cultura territoriale, che va studiata e riproposta, partendo da ciò di cui la nostra terra dispone, e cioè quelle bellezze paesaggistiche e naturali, ma anche artistiche ed architettoniche, saperi e sapori, abitudini e costumi, di una cultura tipica con una specifica identità. Si parte dall’assunto che l’identità è sempre qualcosa che si sviluppa in un determinato contesto e si determina, attraverso il rapporto con gli altri (reciprocità), con la consapevolezza che si ci trova a vivere un percorso comune per costruire processi conoscitivi.
Attraverso la conoscenza e la divulgazione della cultura, la proposta dell’Associazione “Progetto Centola” e del “Gruppo Mingardo/Lambro/Cultura” è di attuare un percorso/processo, attraverso il dialogo/interscambio di differenti approcci legati alle diversificate competenze degli studiosi del territorio.
Seguendo questo schema, i vari autori si sono occupati di beni culturali materiali e immateriali, evidenziando la ricchezza storico-culturale e artistico-architettonica, con l’intento di rivitalizzare comunità specifiche con determinate forme identitarie.
Inoltre, scrivere di questi beni significa far emergere la specificità del luogo dall’oblio e dall’incuria, mostrando che essi esistono e possono costituire una forma attrattiva per un turismo culturale attento e rispettoso del territorio, del paesaggio, della cultura di ogni contesto comunitario.
In questo volume, suddiviso in capitoli, sono stati presi in esami siti e beni culturali diversi per tipologia, collocazione geografica e per stato di conservazione e origine.
Il Santuario Diocesano Titolato a Maria Santissima Annunziata, tra i beni architettonici più importanti del territorio di Licusati, nel comune di Camerota, è stato oggetto di studio da parte di Innocenzo Bortone che ha ricostruito l’evoluzione storica dell’edificio religioso delucidandone le possibili fasi. Lo scritto non si pone come studio conclusivo ma, piuttosto, come punto di partenza per ulteriori e più approfondite analisi anche di natura multidisciplinare.
Le problematiche strutturali e le vicende storiche dell’antica Chiesa parrocchiale nel vecchio centro abitato di San Nicola di Centola sono affrontate da Ferdinando De Luca. L’autore, dopo averne delineato la storia e l’origine, mette in risalto il grave stato di degrado in cui versa il manufatto, reso inagibile dalla frana del 1963, che in assenza di urgenti e impegnativi interventi potrebbe in tempi brevi crollare del tutto.
Luigi Leuzzi evidenzia come lo studio delle Origini dell’Insediamento di Roccagloriosa sia importante per comprendere le dinamiche di trasformazione etno-culturale che hanno portato alla transizione dalla civiltà enotria a quella lucana, a partire della fine del V sec a.C. sino al IV sec a.C. Sottolinea inoltre affinità e differenze tra i Lucani stessi a seconda dell’esposizione a un gradiente d’influenza etrusco-campana o apula, o più genericamente alla grecità coloniale, che determinano peculiari caratteristiche che si possono individuare nelle dinamiche di sviluppo e di evoluzione antropologico-culturale di Roccagloriosa nell’ambito dell’ethnos lucano.
Pasquale Martucci nel suo saggio tratta le risorse culturali territoriali, considerandole come processo socioculturale determinato dall’intervento dell’uomo. Per tracciare questo percorso si intende il bene culturale come provincia culturale, contesto a “cielo aperto”, dove esprimere la tipica cultura di un territorio. È presentato lo studio di un bene (i carruzzùni), un esempio identitario specifico della comunità di Roccagloriosa, che è entrato a far parte dell’Inventario del Patrimonio Immateriale della Campania (IPIC), uno strumento inclusivo e partecipato per la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione degli elementi culturali ricadenti in ambito regionale.
Il quinto capitolo è dedicato da Ezio Martuscelli alla descrizione dell’evoluzione nei secoli della Contrada di San Basilio in Grancella, la più antica delle contrade di Centola. Essa include l’area del Vallone, la località dove ebbe origine il Paese e dove le strette e lunghe strade e vicoli, che si intrecciano in un articolato reticolo, conservano le testimonianze di un composito passato fatto di vicende e personaggi che ricordano avvenimenti che hanno determinato la storia e l’evoluzione sociale-antropologica e culturale del paese. Era la Contrada dove si avvertiva la presenza del Genius loci di Centola ma che oggi deve essere recuperato e tarato sulle nuove realtà che hanno caratterizzato e trasformato l’assetto sociale, antropologico e ambientale del territorio.
Il caso degli affreschi medievali della cappella di S. Maria ad Martyres di Lentiscosa, frazione di Camerota, è trattato da Michael Shano nel capitolo sei. L’autore rileva come “la tutela materiale di questo monumento sia stata gestita con cura: la pittura murale ha goduto un accurato e professionale restauro. Le mura della cappella stessa sono ben conservate e consolidate e l’insieme della cappella e gli affreschi sono adeguatamente mantenuti e messi a disposizione per una appropriata fruizione”. Pur tuttavia, non può esimersi dal denunciare la scarsa attenzione data alla promozione e valorizzazione di questa splendida opera, erroneamente considerata “arte figurativa di epoca bizantina di quasi mille anni fa e non, come sappiamo ora, un esempio di arte italiano tardogotico campano-lucano”.
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