Note sul Convegno del 13 aprile 2025
Nel suggestivo centro storico di Roccagloriosa, un luogo dove si respira l’anima della comunità e il silenzio che richiama al rispetto della memoria e alla voglia di riproporre la cultura del passato, domenica 13 aprile 2025 si è svolto il Convegno: “I Riti della Settimana Santa. Patrimonio Immateriale del Cilento”, organizzato in occasione delle iniziative della Settimana Santa, che culmineranno nel rituale, unico nel suo genere, dei “carruzzùni”. Pertanto l’appuntamento è per il prossimo 19 aprile 2025 per assistere dal vivo a questa caratteristica espressione rituale.
I saluti sono stati affidati a: Mirko Grizzuti – Presidente Pro Loco Roccagloriosa; Roberto Cavalieri – Sindaco di Roccagloriosa; Attilio Pierro – Onorevole della Repubblica Italiana; Don Emanuele Cammarano – Parroco di Roccagloriosa ed Acquavena.
Al centro del dibattito c’è stata la presentazione del volume: “Storia, Conservazione e Promozione del Patrimonio Culturale, Materiale e Immateriale, del Basso Cilento (II)”, a cura di Ezio Martuscelli, edito dall’Associazione “Progetto Centola” e “Gruppo Mingardo/Lambro/Cultura”, con scritti di Innocenzo Bortone, Ferdinando De Luca, Luigi Leuzzi, Pasquale Martucci, Ezio Martuscelli, Michael Shano.
Le relazioni sono state tenute dal prof. Ezio Martuscelli – Presidente dell’Associazione “Progetto Centola” – “Gruppo Mingardo/Lambro/Cultura”; dal dott. Luigi Leuzzi – Psichiatra, studioso di mito-archeologia; dal dott. Pasquale Martucci – Sociologo, studioso di tradizioni e cultura popolare.
Le conclusioni della serata hanno visto l’intervento dell’Avv. Giuseppe Di Vietri – Centro Studi Pietro Ebner, che ha presentato le Confraternite del Cilento Antico, che svolgono una specifica ritualità ed eseguono canti caratteristici durante le celebrazioni del Venerdì Santo.
Ci sono stati momenti particolarmente emozionanti in occasione dei video della Proloco di Roccagloriosa, che hanno messo in evidenza i toccanti rituali di un paese che annovera ricchezze storico-artistiche di particolare pregio da valorizzare in maniera più adeguata.
La serata ha visto anche la presenza di alcuni dei caratteristici strumenti idiofoni (carruzzùni), che emettono un suono/rumore prodotto tramite il materiale stesso di cui sono realizzati e che oggi sono entrati a far parte dell’Inventario del “Patrimonio Immateriale della Campania” (IPIC), una modalità inclusiva e partecipata per la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione degli elementi culturali ricadenti in ambito regionale.
Il volume: “Storia, Conservazione e Promozione del Patrimonio Culturale, Materiale e Immateriale, del Basso Cilento (II)”, intende far sviluppare interesse e creare intorno alle risorse dei vari paesi occasioni di sviluppo. Infatti, lo scopo è quello di rivolgersi alla valorizzazione della cultura presente nelle varie comunità, per favorire l’attivazione di politiche ed interventi nel rispetto della storia, della tradizione e della memoria collettiva.
Si indirizza soprattutto ai giovani e al modo in cui si rapportano alle espressioni più autentiche della cultura territoriale, che va studiata e riproposta, partendo da ciò di cui la nostra terra dispone, e cioè quelle bellezze paesaggistiche e naturali, ma anche artistiche ed architettoniche, saperi e sapori, abitudini e costumi, di una cultura tipica con una specifica identità.
Si parte dall’assunto che l’identità è sempre qualcosa che si sviluppa in un determinato contesto e si determina, attraverso il rapporto con gli altri (reciprocità), con la consapevolezza che si ci trova a vivere un percorso comune per costruire processi conoscitivi.
Attraverso la conoscenza e la divulgazione della cultura, la proposta dell’Associazione “Progetto Centola” e del “Gruppo Mingardo/Lambro/Cultura” è di attuare un percorso/processo, attraverso il dialogo/interscambio di differenti approcci legati alle diversificate competenze degli studiosi del territorio, che individuano un bene culturale e compiono studi ed osservazioni per liberarlo dell’oblio. Seguendo questo schema, i vari autori trattano i beni culturali materiali e immateriali, evidenziando la ricchezza storico-culturale e artistico-architettonica, per rivitalizzare comunità specifiche.
Il prof. Ezio Martuscelli nel presentare il libro ha compiuto una riflessione sul Patrimonio Culturale del Cilento da preservare e togliere dal degrado e dall’abbandono, attraverso azioni di salvaguardia, conservazione, tutela, per cercare di sviluppare interesse e creare intorno ad esse occasioni di sviluppo.
Il dott. Luigi Leuzzi si è occupato della storia di questo paese, dalle origini dell’Insediamento di Roccagloriosa alle recenti scoperte archeologiche, per comprendere le dinamiche di trasformazione etno-culturale che hanno portato alla transizione dalla civiltà enotria a quella lucana, a partire della fine del V sec a.C. sino al IV sec a.C.
Il dott. Pasquale Martucci, soffermandosi sulla ritualità e sul rapporto tra religiosità e comunità, ha presentato lo studio dei carruzzùni, un esempio identitario di Roccagloriosa.
Nel Convegno è emersa l’importanza di valorizzare una forma tradizionale di vivere l’evento festivo, in occasione delle festività religiose del triduo pasquale, dal giovedì al sabato Santo: passione, morte e resurrezione, il periodo centrale della liturgia cristiana.
Per valorizzare il Patrimonio Culturale occorre restituire il volto più autentico dell’area, offrendo un tuffo nel passato e riproponendo interessanti pagine di storia che permettono di apprezzare le bellezze dei borghi e dei centri storici, partecipando direttamente agli eventi delle comunità locali.
Inoltre, diventa indispensabile trovare idee innovative e promuovere iniziative per portare il turismo culturale nei luoghi che custodiscono un passato da salvaguardare e da trasmettere, per preservare la memoria e rispettare l’identità delle popolazioni.
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