Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò le pubblicazioni la rivista di cultura socialista: “L’Ordine nuovo”, fondata da Antonio Gramsci, insieme a Togliatti, Tasca e Terracini. Da quella data, comincia l’intensa produzione pubblicistica del pensatore sardo, uno dei principali interpreti di un modo nuovo di affrontare il cambiamento sociale e culturale nel Paese.
(…)
Nella sua analisi sulla struttura culturale e politica della società, elaborò un concetto importante: quello di egemonia. Sviluppò poi argomentazioni sulla questione meridionale e sul folklore, ovvero ciò che riguarda l’economia delle nostre argomentazioni.
Aveva da subito maturato la convinzione che, attraverso una sintesi tra teoria e prassi, occorresse passare all’azione per affermare le rivendicazioni ed attenuare le distanze tra ceti dominanti e dominati. Le distanze però si potevano ridurre solo con l’acquisizione della consapevolezza degli umili della propria condizione, attraverso la crescita e l’educazione delle masse.
Elaborando riflessioni già affrontate, produsse quello che è considerato il suo saggio più importante: “Alcuni temi sulla quistione meridionale”, iniziò a scriverlo nell’autunno del 1926, che in seguito amplierà ed integrerà nei “Quaderni del carcere”.
Lascia un commento