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La festa dell’Immacolata

Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici

di Nisia Orsola La Greca Romano

 

La festa dell’Immacolata si inserisce nel cammino dell’Avvento, ovvero delle quattro settimane che precedono il giorno di Natale. Si può proprio dire che la Festa dell’Immacolata Concezione che si festeggia l’8 Dicembre ha un doppio volto, spirituale e tradizionale.
L’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria rappresenta un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854 con la bolla “Ineffabilis Deus”, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Diversamente invece da quanto erroneamente si pensa, la data dell’8 dicembre cade infatti esattamente nove mesi prima la data in cui si celebra la nascita di Maria, l’8 settembre. I più scambiano la festa dell’Immacolata Concezione con quella della concezione di Gesù mentre questo giorno tanto celebrato nasce con lo scopo di celebrare il concepimento di Maria.
Nel giorno dell’8 dicembre si leggono alcune specifiche letture nella messa chiamata Gaudens gaudebo che rimandano all’Immacolata Concezione. La prima lettura della Festa dell’Immacolata è tratta dalla Genesi (3, 9-15.20) e rimanda all’immagine di Maria che schiaccia il serpente, che sappiamo bene che rappresenta il peccato, implicando quindi la sua estraneità alla colpa originale. Il Vangelo è invece tratto da Luca (1, 26-38) ed è il racconto dell’Annunciazione. L’Angelo Gabriele si reca da Maria e le dice: “Rallègrati piena di grazia, il Signore è con te”. La chiave di tutto è nell’espressione “piena di grazia” che indica ancora una volta la caratteristica di Maria di essere nella Grazia del Signore e quindi senza peccato alcuno.
L’Immacolata è un giorno speciale per chi decide di festeggiare il Natale con le decorazioni tradizionali. E’ infatti un’usanza tipica quella di decorare l’albero di Natale e di allestire anche il presepe in questa stessa data. Le tradizioni legate alla Festa dell’Immacolata sono molto diverse da regione a regione, ma soprattutto al sud sono particolarmente vive e sentite. Negli Abbruzzi e nelle Puglie, e in verità anche in Umbria, si mantiene viva ancora oggi l’usanza dei fuochi e dei faugni. I fuochi altro non sono che grandi falò accesi nelle strade e rimandano a diverse simbologie. La luce del bambinello, ma anche il voler illuminare il cammino della Vergine Maria verso Betlemme o, ancora, asciugare gli abiti freddi del Bambino Gesù. Ovviamente nel fuoco è rappresentata anche la volontà di purificarsi e di tenere lontane le tentazioni. I faugni invece sono delle torce molto grandi che vengono portate in processione nei paesi. In entrambi i casi si tratta di un rituale che riunisce attorno a sé la comunità del paese che mangia cibi tradizionali e fa festa. In diversi paesi si mangiano le frittelle intinte nel miele, uno dei dolci tipici della notte dell’Immacolata.
La ricorrenza dell’8 dicembre è particolarmente sentita in Campania, dove si festeggia con processioni, fuochi a mare, messe cantate. Il giorno dell’Immacolata rappresenta un’occasione per scoprire le tradizioni e i festeggiamenti, dove un ruolo di rilievo è ricoperto anche dalla tradizione culinaria che ha il suo dolce speciale: il roccocò. Questo il dolce che, per tradizione, conclude il pranzo partenopeo dell’Immacolata e che accompagna, almeno a tavola, i napoletani per tutte le festività natalizie fino all’Epifania. Una leggenda narra che i ‘biscotti’ siano stati preparati per la prima volta intorno al 1320 nel Real Convento della Maddalena. Il nome Roccocò o Roccia Artificiale pare derivi dal francese ‘roccaille‘ e stia ad indicare la sua somiglianza ad una conchiglia dalla forma barocca e tondeggiante.
Tra focacce, torte rustiche, zeppole fritte e dolci vari il territorio cilentano non rimane estraneo a questi preparativi in occasione della festa dell’ 8 Dicembre. Tra questi ricordiamo la ricetta del baccalà alla cilentana: 1 Kg di baccalà ; 500 g di patate; 100 g di olive nere; 500 g di passata di pomodoro; prezzemolo; aglio; 1 cipolla di Vatolla, olio EVO del Cilento; acqua; sale; pepe. Pelare le patate e tagliarle a tocchetti; mettere in una padella cipolla tagliata finemente, l’ aglio e olio. Una volta dorato, togliere l’aglio e aggiungere la passata di pomodoro. Cuocere qualche minuto prima di aggiungere le patate e l’acqua, se serve. Dopo 20 minuti aggiungere il baccalà a pezzi grossi. Eventualmente aggiungere acqua e lasciare cuocere ancora a fiamma bassa con il coperchio. Completare la cottura aggiungendo anche olive nere e prezzemolo.
Come abbiamo visto, ogni regione d’Italia segue le proprie tradizioni culinarie tipiche di questa festività. In alcune si osserva il digiuno, nella maggior parte si contempla l’astinenza dalla carne. Il 7 dicembre, Vigilia dell’ Immacolata, nel Salento si usa saltare la colazione per ringraziare la Madonna; sempre in Puglia sono previste pettole e baccalà, la focaccia ripiena, le cozze gratinate. La vigilia è il giorno più rappresentativo di questa festività tra sacro e profano. Per giorni si accumulano con cura vecchi pezzi di legno da ardere la notte del 7 dicembre, alla vigilia dell’Immacolata, con fuochi giganteschi e memorabili. A questo rito si accompagnano degustazioni di prodotti tipici locali, mentre la tradizione vuole che in tutte le famiglie pugliesi che si rispettino, si preparino le rinomate frittelle o le pettole, a seconda delle zone della regione. Questo piatto è frutto di diverse e gustose rivisitazioni ma tradizionalmente si preparano con la speciale ricotta, con tonno, pomodori e capperi, con le alici o semplicemente con pomodoro e mozzarella per accontentare i più piccoli.

 

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