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Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.

 

Note e riflessioni sullo storico cilentano

 

di Antonio Di Rienzo e Pasquale Martucci

 

Due anni fa, il 18 maggio 2017, il Cilento pianse la scomparsa dello storico Domenico Chieffallo, che aveva con i suoi lavori segnato profondamente questa terra. Molte amministrazioni comunali di questo vasto territorio hanno nei mesi seguenti promosso iniziative celebrative e manifestazioni per tenere viva la memoria di un uomo di grande pregio e valenza culturale.

La nostra conoscenza di Domenico Chieffallo è avvenuta nella seconda metà degli anni ottanta, quando abbiamo fondato il periodico: “Il Mezzogiorno Culturale”. Da lì è iniziato un lungo sodalizio, ospitando sul giornale alcuni suoi interventi e collaborando con le sue iniziative editoriali.

Abbiamo frequentato la sua casa in diverse circostanze, anche nell’ultimo periodo della sua esistenza. Il nostro rapporto è stato sempre schietto, leale, senza infingimenti.

Ci parlava delle sue attività e dei suoi lavori ed affrontavamo le iniziative culturali del territorio: ci invitava alle presentazioni dei suoi libri e ci teneva ad incontrarci sempre quando la pubblicazione era appena stata data alle stampe, per consegnarci personalmente due copie: “una ad Antonio e l’altra a Pasquale!”, affermava. Poi se ritenevamo, manifestando appieno il nostro pensiero critico, avremmo potuto recensire il libro ultimato. Abbiamo pubblicato alcune note sui suoi lavori, oltre che sul periodico: “Il Mezzogiorno Culturale”, soprattutto su: “Il Postiglione”, la rivista di studi storici dell’Arci Postiglione. In alcuni casi, abbiamo commentato diffusamente i suoi scritti, in altri non abbiamo assolto al compito e con rammarico.

Tra le sue pubblicazioni, da ricordare: “Un grido dai bassifondi” (1983), “Terra, fucili e bastimenti” (1984), “Nel regno della lupara” (1985), “La lunga notte della camorra” (1989), “Cilento: contadini, galantuomini e briganti” (1989), “Cilento oltre oceano” (1994), “Cilento e Mezzogiorno” (1996), “Le terre dell’abbandono” (1999), “Novecento Cilentano” (2001), “Il tramonto della cultura contadina” (2005), “Le brigantesse nel Cilento” (2011), “La lunga notte del briganti” (2012). Nella sua produzione letteraria, di  rilievo sono i temi legati alla meridionalistica generale (storia sociale) e ai suoi fenomeni devianti (criminalità organizzata), alle reazioni allo stato di abbandono e miseria del mezzogiorno (brigantaggio ed emigrazione). Partendo da lì, Chieffallo approda al Cilento e contestualizza gli stessi argomenti ricercando documentazione inedita riguardante il territorio. Infine, si dedica ad analizzare problematiche riguardanti diversi paesi del Cilento, sia di stretta attualità sia legate alla ricerca storica: molteplici sono i lavori riguardanti la città di Agropoli, suo luogo di adozione.

I saggi su cui ci siamo soffermati ci consentono di delineare il suo pensiero e il suo approccio culturale ad un territorio che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto puntare allo sviluppo e al progresso, abbandonando fatalismo e rassegnazione. Qualunque fossero le sue attività pubblicistiche, non ha mai trascurato di soffermarsi sulle fonti storiche, sulla documentazione d’archivio, ma anche sulla ricerca di testi e lettere, racconti tratti dalla tradizione orale, che servivano a compiere analisi puntuali ed interessanti. Infatti, nell’analizzare il volume “Cilento oltre Oceano”, su: il “Mezzogiorno Culturale” (n. 33 ottobre 1994), proponemmo il titolo: “Una rivoluzione silenziosa”, e rilevammo: “Il merito maggiore dell’autore è di aver riproposto una massa documentaria inedita o sconosciuta, di aver elaborato una documentazione di prima mano che sarebbe andata irrimediabilmente perduta”.

Alla metà degli anni novanta, quando abbiamo svolto una ricerca sul campo per affrontare la questione terminologica della “cilentanità”, quella tipica attitudine comportamentale e psicologica legata alla cultura materiale di questa terra, che si è poi concretizzata nel volume: “Identità cilentana e cultura popolare”, di fronte alle svariate interpretazioni di diversi studiosi cilentani intorno ad una possibile definizione, Domenico Chieffallo ricondusse il problema alla storia: “Il Cilento, nella sua storia, ha avuto molte dominazioni anche se in alcune zone la presenza dello straniero è stata più tangibile ed in altre meno. Comunque i cilentani hanno ricavato in positivo e in negativo le abitudini dalle dominazioni. Come si spiegherebbe altrimenti il dialetto più stretto in alcuni paesi piuttosto che in altri? Chi ha avuto una forte storia, meno contaminata dal moderno, continua a portarsi dietro caratteristiche più tipiche”.

La storia è stata la sua passione: una storia fatta dai suoi uomini e dalle loro azioni, che hanno sempre caratterizzato la società in cui erano inseriti ed in cui mantenevano le loro precarie esistenze. Attribuiva alla miseria, alla sofferenza e al degrado del Mezzogiorno tanti problemi a volte insormontabili: “gli umili contadini, in punta di piedi e chiusi nella taciturnità propria di chi è solo con se stesso nella lotta per la sopravvivenza, hanno scritto le pagine più vere e spontanee della storia meridionale”.

Nella sua produzione saggistica non manca un’analisi storico-sociale basata sulla necessità di affrancare le povere popolazioni dalla loro condizione: “Nel corso dei secoli, gli interventi per limitare il dominio dei baroni e dare ai contadini la terra e la stessa speranza del riscatto con il passaggio di Garibaldi non modificarono il destino dei poveri e degli umili; ed allora la popolazione preferì ribellarsi guardando con favore ai briganti”. Poi il fenomeno si ramificò e fu costellato di storie e leggende: i briganti divennero bande, terrorizzarono i viandanti, si impossessarono di armi e munizioni, taglieggiavano, ricattavano, uccidevano. La scarsa conoscenza della realtà meridionale portò lo Stato italiano ad agire in modo dissennato cercando di risolvere i problemi sul piano politico non su quello sociale. I contadini continuarono ad essere travagliati dai loro problemi e i grossi proprietari agrari continuarono ad assumere una posizione di preminenza per tutelare i loro interessi: “Non si modificarono le strutture fondamentali e i rapporti di classe della società italiana. Un giorno si preferì essere brigante anziché servo o soldato, ora si preferisce essere emigrante, attuare una protesta sociale che non è più feroce e rabbiosa, ma dignitosa e silenziosa”. L’emigrante potrà altrove migliorare il suo tenore di vita, affrancarsi dall’ignoranza, effettuare rimesse ai familiari rimasti nei luoghi natii, acquistare quegli appezzamenti di terreno che un tempo gli erano stati negati.

Nel bellissimo volume: “Novecento Cilentano”, Chieffallo riporta un sottotitolo molto efficace: “Cent’anni di lotte, speranze, delusioni in una realtà rurale”. Scrivemmo, nella recensione, che probabilmente il solo analizzare questa frase richiederebbe lo spazio di un intero saggio: “Le lotte, le speranze e le delusioni sono proprio i concetti che portano l’autore a definire il novecento una propaggine del secolo precedente e dunque una continuazione dei lavori già realizzati, le rivoluzioni sociali ottocentesche, soprattutto per ciò che attiene il Cilento”.

Domenico Chieffallo ha sempre ricercato documenti per presentare storie minime, testimonianze, scritte e orali, di gente comune. Da qui tracciava alcune tipologie dei fenomeni osservati e contribuiva a svelare la storia della cultura locale. Non si limitava però solo a questo, utilizzava sovente dei parallelismi con la società attuale: trovare, ad esempio, nella cronaca un appello dei giovani alla camorra per un posto di lavoro, non è forse, affermava, simile a ciò che accadeva a tanti che speravano nel fenomeno del ribellismo (il brigantaggio in accezione politica e sociale) per risollevarsi dalle miserie di una condizione segnata da decenni di abbandono da parte delle Autorità statali? Questo si chiedeva nel suo libro del 2012: “La lunga notte dei briganti”, dopo che già un anno prima aveva indagato il fenomeno delle donne: “Le brigantesse nel Cilento”, compiendo uno studio interessante tutto al femminile.

Il quesito che poneva l’autore era: “Dobbiamo condannare o assolvere il brigantaggio?”. Occorreva soffermarsi su due livelli di analisi: se sul piano legale e del diritto non c’è alcun dubbio che i briganti abbiano compiuto azioni delittuose ed ogni sorta di sopruso, volendo contestualizzare il fenomeno e collocarlo entro un ambito più propriamente sociale si devono compiere alcune considerazioni, affidate ai documenti, trattate con la perizia dello storico che, situandosi in una condizione avalutativa, testimonia il disagio di un territorio che si caratterizza per povertà, miseria e abbandono.

Ecco di nuovo il tema centrale di tutti i suoi lavori, quello che a nostro giudizio ha costituito l’importanza della sua opera. Nel volume: “Terra, fucili e bastimenti” e, dieci anni dopo, nel successivo “Cilento oltre Oceano”, esaltava le gesta dei contadini che decisero di prendere le armi per ribellarsi ad uno stato di cose che per secoli avevano dovuto sopportare: le angherie dei padroni, i soprusi dei conquistatori, le violenze dei prepotenti. Ed allora si realizzarono tre eventi che hanno rappresentato una svolta per la statica società cilentana: 1) appropriazione delle terre; 2) brigantaggio; 3) emigrazione. Si tratta di fenomeni che hanno minato le fondamenta di una società che da secoli non riusciva a liberarsi del lineare scorrere dell’esistenza della vita. Non hanno importanza gli esiti, il come e le deviazioni inevitabili, ma il fatto che ci si ribellava all’ordine costituito. Nel primo caso si pensò che anche il contadino avrebbe potuto essere detentore di un bene; con il brigantaggio ci si ribellò per capovolgere il corso degli eventi politico-sociali; il fenomeno dell’emigrazione rappresentò per la popolazione l’idea che solo altrove si sarebbe potuto trovare il pane per sfamarsi e un’esistenza dignitosa.

Se la terra era la metafora della vita, il bastimento era la metafora di un viaggio, di un sogno, di un futuro. I protagonisti di questo sogno sono ancora loro, i contadini, i pastori, i briganti spinti ad affrontare questa esperienza dalla mancanza di quel pezzo di terra per il quale avevano incominciato a lottare.

Questo ben rappresentato scenario storico-sociale fa da sfondo ai successivi e numerosi lavori, che continuano a porre in rilievo una società arretrata, fondata su una cultura rurale, contadina.

In una circostanza siamo andati in dissenso con le argomentazioni di Domenico Chieffallo. Ciò è accaduto con la pubblicazione del volume: “Il tramonto della cultura contadina (nelle antiche terre del Cilento)”, del 2005. Nella recensione al suo lavoro, ci esprimemmo criticamente sul termine: “tramonto”. Manifestammo, infatti, un senso di stupore di fronte a quel titolo: non pensavamo che con tale nettezza si potesse parlare di “tramonto” di una cultura, che pur rappresenta la stessa identità di una zona molto vasta, di una terra che ci ha dato i natali. Non che la cosa non potesse essere, né che dovesse per forza essere negata o sperare che nessuno pronunciasse mai una tale parola. Del resto, il cercare di rivalutare la memoria contadina, l’osservare la perdita di quelle voci, di fatti di vita, di racconti, di canzoni, di ballate e versi, potrebbe indurre a parlare di “tramonto”, a constatare come una “cultura”, in accezione sociologica ed antropologica, si spegne.

Il “tramonto” cui si riferiva Chieffallo era inteso come “silenzio” di voci che non si odono più, di un’atmosfera che non è più legata alla natura, di una natura che non parla più. Una volta c’era armonia, oggi c’è l’abbandono: si è perduta la vitalità, la vita è legata al computer, non si respira più l’aria dei luoghi. E poi vi è la perdita di quei mestieri e di quelle attitudini dovute all’avvento ineluttabile della modernità. Queste affermazioni Chieffallo le fece in pubblico, alla presentazione del suo libro presso la Scuola Media “G. R. Vairo” di Agropoli, il 9 maggio 2005, nonostante l’auspicio che “il tempo non cancelli le nostre radici”. A distanza di tempo, forse possiamo asserire che il senso del suo pensiero non si distaccava da tutte le sue argomentazioni su: abbandono, rassegnazione … e su tutte le tematiche legate ad una storia sociale fondata su miseria e degrado. Forse in quel titolo c’era l’amarezza che le cose sembravano ineluttabili, ferme, senza possibilità di evoluzione. Ad ogni modo, concludevamo la recensione: “Gli elementi trattati nel volume, ovvero la cultura contadina tramontata, sono ancora parte integrante della società cilentana, forse non di tutta ma almeno di quella che si afferma in alcune zone e che si riconduce ai valori legati alle comunità di sangue e di destino: dimensione familiare, ruolo delle madri, solidarietà di vicinato ed anche, perché no, attenzione alla religione ed ai suoi dettami. Se dunque, sul versante dei mestieri e dei mutamenti della realtà le cose sono diverse, la terra non ha più vita e sangue, come sostiene Chieffallo, occorre rivolgersi a ciò che resta dell’identità psicologico-sociale. Quella identità che non può essere negata ma rivalutata, continuando a ricercare attraverso la proposizione delle storie della gente comune del Cilento”.

Dopo quel confronto critico, ci siamo rivisti ed abbiamo affrontato tante altre questioni legate allo studio della società cilentana ed ai fenomeni che ne hanno caratterizzato la sua storia e la sua evoluzione. Non ha mai espresso rancore nei confronti delle nostre posizioni, anzi, accogliendo i nostri punti di vista, ha sempre guardato avanti manifestando l’intenzione di dedicarsi ad altro, di affrontare nuove tematiche. Una volta ci chiamò per chiederci se avevamo trovato nelle nostre ricerche lettere di emigranti significative, dal momento che continuava a cercare documenti su un fenomeno che era stato molto diffuso in questo territorio.

Si è occupato di storie di paesi e di uomini che li hanno popolati. E’ stato molto amato in tanti posti che l’hanno conteso per la presentazione dei suoi volumi e l’hanno cercato quale relatore in occasione di convegni e seminari. Ed in effetti, Domenico Chieffallo ci ha offerto con le sue attività e i suoi studi un esempio di come si possa coniugare la ricerca storica e la conseguente divulgazione ad un vasto pubblico. Ciò ha costituito il successo dell’autore, ben oltre i confini cilentani, dimostrando, con il suo prezioso impegno, che è possibile mantenere vive queste forme di espressioni culturali che rappresentano un dialogo costante con le nuove generazioni, attente e desiderose di riscoprire le loro radici.

 

 

 

Nell’aprile del 1995, sul giornale: “Il Mezzogiorno Culturale” (anno VIII n. 34), pubblicammo un’analisi sulle differenze di sviluppo tra le regioni meridionali e quelle settentrionali del nostro Paese. Domenico Chieffallo scrisse un interessante articolo, con la finalità di indagare i motivi culturali e speculativi del mancato decollo del nostro territorio. 

 

Nel buio della disgregazione

di Domenico Chieffallo

 

Sin dai primi tempi della conseguita Unità d’Italia, il Meridione appariva, a chi su di esso mirava la propria indagine, quel che realmente era: una grave e profonda disgregazione sociale.

Né del resto poteva essere altrimenti. Smembrato da una storia millenaria abbattutasi sulle sue contrade ad opera di tante razze straniere, venute da terre lontane, fatalmente esso era diventato ciò che altri lo avevano reso.

Le stesse classi sociali, del resto, non solo vivevano in continuo e aspro conflitto fra loro, ma ognuna era minata da laceranti contraddizioni interne, sicché, prive di una vera forza di coesione, apparivano disaggregate, disarticolate, disgregate. Il ceto nobiliare, irrimediabilmente escluso dal potere politico e amministrativo, annaspava alla ricerca di una improbabile sopravvivenza; la borghesia emergente non riusciva a trovare, ammesso che a tanto era realmente interessata, una efficace e produttiva collocazione. Ignorando gli insegnamenti del pensiero illuministico, che voleva la riconversione della società in senso più moderno, con un nuovo respiro ed una diversa dimensione dell’economia, dei commerci, dei rapporti sociali, della politica, della cultura, la borghesia non seppe o non volle assumere il ruolo guida della società, rifiutando quelle posizioni di imprenditorialità che ne avrebbero fatto il punto di forza per la ripresa del meridione. L’ultima classe sociale, costituita dalla massa popolare, oppressa dalla miseria e dall’indigenza più accentuata, non ebbe neppure il tempo per maturare quella coscienza di classe che le avrebbe offerto un’arma potente ed insostituibile per una reale aggregazione e per la consapevolezza della necessità di una lotta comune, mirata al riscatto sociale.

Se tuttavia tale innegabile aspetto ebbe ad essere da tutti riconosciuto, ben pochi seppero evidenziare un altro tipo di disgregazione propria del meridione. Una disgregazione che per conformazione e natura finiva con l’influenzare tutta la società, ponendosi fra le tante cause che mantenevano il meridione in uno stato così precario e difforme da zone a zone. Il riferimento va alla disgregazione politica che nelle terre del Sud primeggiava in modo abnorme e deleterio.

Disgregazione politica che purtroppo, a oltre centotrenta anni dalla conseguita unità, continua a imperare incontrastata, rendendo vano ogni serio tentativo per un riscatto socio-economico reale e duraturo. Essa è la costante negativa che caratterizza i rappresentanti del Meridione nel Parlamento nazionale ove, divisi da una cortina ideologica che li tiene in uno stato di continua e abnorme conflittualità, non riescono mai a trovare un motivo di aggregazione, sulla base della comune origine, per una lotta unitaria a favore del Meridione.

I motivi per i quali manca una forza di coesione fra gli esponenti meridionali, in vista del supremo interesse del Sud, sono in parte di ordine culturale, in parte di ordine speculativo.

Culturalmente il rappresentante meridionale, salvo rarissime eccezioni, è distante da una visione globale dei problemi che interessano l’intera comunità posta al di qua del Garigliano. Espressione della propria realtà locale, non ha conoscenza delle tematiche che travalicano quella realtà limitata e circoscritta nella quale si è formato e affermato. Non facciamoci illusioni, la verità è questa: il deputato siciliano ignora le esigenze della Campania, il cui rappresentante a sua volta non conosce i problemi isolani. Lo stesso discorso ovviamente vale per altre regioni del Sud, non riuscendosi a capire che il Meridione deve essere una realtà unica e compatta se vuole veramente avere la forza e trovare le spinte dinamiche per un suo stabile inserimento nel processo evolutivo della nazione. Purtroppo non esistono tra i rappresentanti del Meridione, pur nel rispetto della diversità delle posizioni politiche, strategie comuni di ordine globale, che interessino tutto il territorio meridionale e dalle quali ogni singola zona potrà poi ricavarne utile effettivo e non effimero. Ma ognuno persegue fini particolari che, ove posti in essere, si risolvono immancabilmente nelle famose e mai tanto deprecate cattedrali nel deserto.

Da un punto di vista più strettamente speculativo i rappresentanti meridionali sono portati ad accentrare il loro intervento per le zone di provenienza, anche a scapito di altre zone, spesso innescando quella guerra fra poveri che si rivela sempre deleteria per l’economia di una terra. E tutto ciò in nome di un clientelismo e di un assistenzialismo sfrenato su cui costruire le proprie fortune politiche. Eppure, specie negli ultimi anni, dai rappresentanti del Settentrione viene una lezione politica inequivoca e degna della massima considerazione. Ampi ed improvvisi schieramenti si formano, spontaneamente, fra rappresentanti delle diverse estrazioni politiche, sol che si tratti di difendere gli interessi delle regioni settentrionali. E quel che più vale, prevale in quei rappresentanti una strategia non solo unitaria, ma anche globale, che va al di là dell’interesse della singola regione, per investire il Nord Italia considerato nella sua unitaria dimensione territoriale, sociale ed economica.

La speranza che anche il Sud sappia adeguarsi a certe strategie e sappia superare divisioni e particolarità in vista di interessi comuni e generali di tutta l’area meridionale. Se non sarà capace di tanto, allora il buio della disgregazione continuerà ad imperare. E nel buio tutto continuerà come sempre, con l’imperversare della criminalità organizzata e del lavoro nero, del sottosviluppo economico e della disoccupazione, delle connivenze politiche più o meno palesi e dell’improvvisazione quale metodo di vita, del servilismo obbligato verso i potenti di turno e delle prepotenze prevaricatrici dei gruppi di potere locali. E, fatto ancora più grave, il buio continuerà a coprire quella strada, sempre più nebulosa e lontana, che dovrebbe proiettarci nella nuova dimensione europea.

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Novembre 8th, 2020

Ricordi e memoria / Torna com’eri quando …

Emilio La Greca Romano è tante cose: poeta e scrittore, docente e giornalista pubblicista (ha collaborato e collabora con diverse testate […]

Novembre 4th, 2020

C’era Molpa oltre Palinuro

Dal mare di Palinuro si possono osservare alcune grotte impareggiabili, rocce ed una spiaggia di sabbia che brilla. La leggenda […]

Ottobre 24th, 2020

Alla ricerca delle radici – Velia

La potenza di Elea di Pasquale Martucci   Nel territorio cilentano, una città molto importante fu certamente la romana Velia, […]

Settembre 8th, 2020

Dibattito / Marx, operaismo e teoria

Ho ricevuto da Antonio Peduzzi uno scritto di Mario Tronti, a proposito ed intorno alla sua ultima pubblicazione: “La teoria […]

Agosto 30th, 2020

“Aspromonte, la terra degli ultimi”

Note a margine del film di Mimmo Calopresti: “Aspromonte, la terra degli ultimi”. Comunità e destino di Pasquale Martucci   […]

Agosto 25th, 2020

Il pensiero / Hegel

Lo Spirito Assoluto nella dialettica hegeliana di Pasquale Martucci   Il 27 agosto di 250 anni fa nasceva Georg Wilhelm […]

Agosto 15th, 2020

Storia e radici – Il Cilento

Cilento: alla ricerca delle origini di Pasquale Martucci   Il Cilento è oggi una zona molto ampia, che parte dal […]

Luglio 24th, 2020

Idee e società – Ferdinand Tönnies

Il concetto di comunità in Tönnies di Pasquale Martucci   «La teoria della società riguarda una costruzione artificiale, un aggregato […]

Luglio 13th, 2020

Riti e cultura popolare / il grano

La passione del grano e la dimensione di verità di Pasquale Martucci   Un antico rituale, rilevato da Ernesto de […]

Luglio 10th, 2020

Idee / Franco Ferrarotti

La fenomenologia del sacro di Pasquale Martucci   Le ricerche di Franco Ferrarotti, seguendo una metodologia qualitativa con il ricercatore […]

Luglio 1st, 2020

Pagine di storia / Anno 1828

I moti nel Cilento: lo studio di una Rappresentazione Rituale di Pasquale Martucci   In alcuni paesi del Cilento, si ricordano […]

Giugno 25th, 2020

Pagine di Storia – Pisacane

Sapri: la Rievocazione di Pisacane di Pasquale Martucci   Sapri è conosciuta, al di là della splendida collocazione geografica nel […]

Giugno 20th, 2020

Pagine di storia / Torri costiere

Le torri costiere del Cilento   di Pasquale Martucci   Percorrendo la costa cilentana, si possono osservare una serie di […]

Giugno 8th, 2020

Seminario ISCRA: “L’insostenibile peso della felicità e della speranza”

Possibili processi di pensiero di Pasquale Martucci   In occasione del Seminario ISCRA online (6-7 giugno 2020), dal titolo: “L’insostenibile […]

Maggio 31st, 2020

Ricerca&territorio – Mitologia

U curdone ru monaco Aspetti mitologici e cultura popolare cilentana di Pasquale Martucci (il saggio è disponibile integralmente e con […]

Maggio 21st, 2020

LAURINO / SANT’ELENA

Un culto antico e importante di Pasquale Martucci   “La storia di Laurino è strettamente intrecciata a quella della sua santa […]

Maggio 17th, 2020

Epistemologia della complessità – EDGAR MORIN

EDGAR MORIN L’attualità del pensiero del teorico della complessità e la centralità della relazione soggetto-oggetto-ambiente per realizzare l’inizio di un […]

Aprile 29th, 2020

Pagine di storia / I Basiliani

I Basiliani e le comunità cilentane di Pasquale Martucci   A questi monaci, arrivati nel territorio a nuclei sparsi o […]

Aprile 25th, 2020

Martin Heidegger – letture critiche

Contro l’odio, i fascismi e i populismi, propongo la lettura del volume di Antonio Peduzzi sulle controverse idee del grande […]

Aprile 16th, 2020

Sapori&saperi – la tipicità cilentana

La storia dell’alimentazione e la tipicità cilentana di Pasquale Martucci   La scoperta e la riproposizione della tradizione alimentare è […]

Aprile 11th, 2020

Gli insegnamenti di un maestro: Aldo Musacchio

Cultura e formazione umana come fattori indispensabili allo sviluppo   Il sociologo dello sviluppo Aldo Musacchio, docente in diverse Università […]

Aprile 9th, 2020

Coronavirus: biologia o economia?

Coronavirus: biologia o economia?   Il filosofo Umberto Galimberti propone le sue argomentazioni/concettualizzazioni sul Coronavirus. Riprendo alcune parole chiave tratte […]

Marzo 29th, 2020

Le paure sociali – Ritualità e distanze sociali

Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

https://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Dicembre 3rd, 2024

Sguardi sociologici 3 – Spopolamento, qualche numero

Il nostro Paese conosce il triste fenomeno dello spopolamento specie nelle zone più interne. Ciò accade per il problema della […]

Novembre 28th, 2024

Giovani ed emigrazione: la percezione del fenomeno

In questo scritto, mi occuperò dell’emigrazione giovanile che caratterizza in maniera diffusa l’intero Paese, confrontando le ricerche realizzate da vari […]

Novembre 22nd, 2024

Il vero ritratto di Dante immateriale

Gaetano Barbella invia uno scritto (che pubblico di seguito) in cui considera la figura di Dante Alighieri attraverso una “nuova […]

Novembre 19th, 2024

Il turismo e le nuove tecnologie

Quando parliamo di turismo, la prima considerazione è di valutare il rapporto tra i turisti/visitatori e l’ambiente esterno, le risorse […]

Novembre 17th, 2024

I giovani incontrano l’arte: l’osservazione di una interazione

Un interessante esperimento di interazione tra i giovani è l’arte è stato realizzato lo scorso 15 novembre 2024, presso l’Auditorium […]

Novembre 14th, 2024

La sociologia di Franco Ferrarotti

È scomparso all’età di 98 anni Franco Ferrarotti, considerato da molti il padre della sociologia, certamente colui che ha contribuito […]

Novembre 11th, 2024

La parola viva

Paul Ricoeur, in “La parole est mon royaume” (Esprit, 1955), sosteneva che la parola era il suo lavoro, il suo […]

Novembre 5th, 2024

Osservare il margine: lo sguardo di Gaetano Barbella

Gaetano Barbella mi ha trasmesso uno scritto che riprende l’ultima parte dell’articolo “Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine”. Ringrazio […]

Novembre 4th, 2024

Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine

Il secondo sguardo si occupa del concetto di margine, periferia, distanza di un territorio dal suo centro. Il margine e […]

Ottobre 28th, 2024

Il senso della singolarità

Il sociologo Danilo Martuccelli nelle sue ricerche si è dedicato alle problematiche dell’individuo nella sua relazione con la società, introducendo […]