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Vatolla, Vico e la cipolla

di Pasquale Martucci



Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e permette dall’alto di guardare il mare, tra la costiera amalfitana e Punta Licosa, da qualsiasi punto di osservazione. E’ famosa per aver ospitato il filosofo Vico, presso il Palazzo Rocca, poi Vargas Machuca, una antica e suggestiva residenza signorile, ora restaurata e resa accessibile ai visitatori.

Da vent’anni, presso quel Palazzo, opera la Fondazione Giambattista Vico e al suo interno vi è il Museo dedicato alla memoria del filosofo della “Scienza nuova”.

Negli anni che hanno seguito la valorizzazione di questo luogo, tanti sono stati gli appuntamenti culturali, con una ricca alternanza di uomini che della cultura umanistica e non solo hanno fatto la loro ragione di vita.

Il Palazzo sorge sul luogo dove, probabilmente, fu eretto un castello, sede del rappresentante longobardo dell’abazia di S. Mango; in seguito, dal 1100, fu di proprietà dei Sanseverino, baroni del Cilento. Il perimetro e le strutture cilindriche, che una volta erano torri, sono oggi le uniche tracce del castello. Quando il feudo, nel 1487, passò ai Griso, subì le modifiche per trasformarlo in abitazione signorile, e tale restò nei secoli a venire. Nel 1660, il palazzo ed il feudo furono dei marchesi Rocca, la famiglia che ospitò Vico. Le strutture, il portale, la corte e parte degli arredi interni sono rimasti invariati, anche con la successiva acquisizione della famiglia Vargas Machuca, nel 1767, quando Francesco, fu nominato da Ferdinando IV di Borbone marchese di Vatolla.

Il borgo è oggi importante anche per la cipolla, ormai prodotto tipico tradizionale, e per una festa che intende valorizzare un ortaggio autoctono, ricco di proprietà benefiche, delicato al palato e che non fa lacrimare gli occhi. D’estate per un lungo periodo, tra la metà di luglio e la fine di agosto, la cipolla è oggetto di degustazioni, di vendita, di accoglienza per i turisti. Sono proposti diversi piatti, il cui ingrediente essenziale è la cipolla: frittelle; zuppe; frittate arricchite di cacioricotta; parmigiana; pizza cilentana; torta salata con patate; ravioli; spezzatino di carne; carni cucinate con crema di cipolle. Il tutto sotto l’occhio vigile di Palazzo Vargas Machuca, dove vengono organizzati convegni, dibattiti ed eventi musicali, proprio in occasione della Festa della Cipolla.

L’accostamento tra Vico e la cipolla è stata un’intuizione della stressa Fondazione Giambattista Vico che, considerando anche la caratteristica paesaggistica di Vatolla, intende mettere in connessione i silenzi e la tranquillità del luogo con i prodotti di cui forse lo stesso filosofo si nutriva.

Fatto sta che mettere insieme cultura letteraria con cultura culinaria è ormai un connubio ampiamente sperimentato: il tentativo di valorizzare paesaggio e ambiente, sapori e saperi e di conseguenza quello definito turismo culturale.

Presso questo borgo, dove era stato chiamato per fare da precettore ai figli del marchese, Giambattista Vico approfondì i suoi studi filosofici che lo condurranno in seguito a realizzare la “Scienza nuova”.

Vico, che era nato a Napoli il 23 giugno 1668, a diciotto anni fece un incontro importante che segnerà la sua vita: conobbe il vescovo di Ischia che pensò di indirizzarlo a suo fratello il marchese Domenico Rocca, che aveva necessità di un istitutore per i suoi quattro figli.

Andava egli frattanto a perdere la dilicata complessione in mal d’eticìa, ed eran a lui in troppe angustie ridotte le famigliari fortune, ed aveva un ardente desiderio di ozio per seguitare i suoi studi, e l’animo abborrìa grandemente dallo strepito del fòro, quando portò la buona occasione che, dentro una libreria, monsignor Geronimo Rocca vescovo d’Ischia, giureconsulto chiarissimo, come le sue opere il dimostrano, ebbe con essolui un ragionamento d’intorno al buon metodo d’insegnare la giurisprudenza. Di che il monsignore restò così soddisfatto che il tentò a volerla andare ad insegnare ai suoi nipoti in un castello del Cilento di bellissimo sito e di perfettissima aria, il quale era in signoria di un suo fratello, signor don Domenico Rocca …”. (1)

 

E così l’allora avvocato Vico, che aveva compiuto studi giuridici ma che non era interessato ad esercitare la professione, giunse a Vatolla dove restò per nove anni (dal 1686 al 1695), anche se i suoi soggiorni furono a volte brevi perché alternati alle visite della famiglia Rocca presso la corte di Napoli.

Nel borgo cilentano, visitava spesso il Convento francescano di Santa Maria della Pietà per consultare la biblioteca e approfondire il diritto naturale dei popoli, la storia nel progredire delle sue epoche, la filosofia a partire da Platone e Aristotele. Si occupò anche di lingue antiche, di letteratura, di pensiero scientifico, cercando continui approdi verso un sapere che avrebbe dovuto soprattutto risvegliare l’ingegno e condurre al “ben ragionare”. Inoltre pare che, nel piazzale antistante il Convento, amasse leggere all’ombra degli ulivi e soffermarsi a compiere molte riflessioni. I suoi scritti e le notizie tramandate riportano che non disdegnasse di partecipare alla vita e agli eventi che si svolgevano intorno al Palazzo.

A Vatolla, Vico approfondì innumerevoli discipline, studiando in maniera forsennata e risultando segnato anche nell’aspetto per “la continua meditazione”. Quando ritornò a Napoli trovò grandi fermenti filosofici intorno alle idee neoplatoniche, cui aderì in prima istanza. In seguito continuò i suoi studi per realizzare quella che sarà la “Scienza nuova”, resa definitiva nel 1744, dopo svariate revisioni, pochi mesi dopo la sua morte.

Si tratta della summa del pensiero di Giambattista Vico, che aveva già tra il 1720-1722 pubblicato: “Il Diritto universale”, e, nel 1725, i “Principi di una scienza nuova intorno alla comune natura delle nazioni”. Questi scritti sono rivisti nel 1730: la “Scienza nuova seconda”, cui seguono, nel 1734, le “Correzioni, miglioramenti e aggiunte”. I cinque libri della “Scienza nuova”, insieme con l’“Autobiografia” (1725), consentono di cogliere tutto il senso del pensiero vichiano. (2)

In opposizione alla filosofia legata al razionalismo cartesiano e al metodo sperimentale galileiano, Vico si propose l’obiettivo di restituire dignità alle discipline umanistiche, e in particolare alla Storia. Identificò il verum con il factum: la conoscenza è vera solo per ciò che è fatto direttamente, e la storiografia è la disciplina cui bisogna dedicarsi perché studia scientificamente ciò che l’uomo ha fatto. Ribalta così il “cogito ergo sum” di Cartesio, limitandolo alla sua funzione di coscienza e non di scienza, e stabilisce una differenza tra “conoscenza divina” e “conoscenza umana”. Infatti se quello divino è un intelligere perfetto di ogni elemento dell’oggetto, l’uomo può solo limitarsi al pensare e al formulare una verità della quale potrà solo essere partecipe senza mai riuscire a possederla.

Ed allora, il filosofo opta per la fondazione di una “nuova scienza” su base storiografica: sostiene che occorre indagare le cause e rinvenire le leggi provvidenziali cui obbediscono gli eventi storici. Gli strumenti della nuova storia sono la filologia, che non è solo studio erudito di tipo linguistico ma anche approfondimento di tutti gli aspetti giuridici, economici, politici e socioculturali di un periodo storico, e la filosofia, cui spetta il compito di raccogliere e organizzare tutto ciò che è emerso dallo studio verso le cause universali della Provvidenza. Vico crede che sia importante realizzare “una storia ideale eterna”, muovendo dal desiderio dell’uomo di superare lo stato primitivo di caduta e di bisogno, con la finalità di dirigersi verso l’ordine divino cui sente di appartenere. Questo sforzo, denominato “conato”, serve a superare quegli impulsi primitivi che si affidano esclusivamente agli stimoli dell’istinto ferino. Per il filosofo, sono tre i fatti (istituzioni civili) che fanno uscire l’essere umano dalla condizione della bestia: “il concetto di religione, lo strumento del matrimonio, il ricorso alla sepoltura dei morti”. Vico divide quindi la storia in tre differenti età: l’età degli dei, in cui gli uomini, affidandosi esclusivamente ai propri sensi e alla loro fantasia, interpretano il mondo come un gigantesco organismo in cui le forze naturali diventano divinità, benefiche o punitive; l’età degli eroi, in cui la società inizia a stratificarsi e un gruppo si impone con la forza sugli altri, arrogandosi quelle qualità che prima spettavano agli dei. E’ il tempo della virtù aristocratica (in cui si fondono, tra le altre, valore militare, pietà, temperanza e coraggio), fondata sul dominio dei pochi sui molti; l’età degli uomini permette di trovare un fondamento e una spiegazione razionale, basandosi sul principio di uguaglianza. In quest’età, oltre alla filosofia e al diritto naturale che assicura la convivenza civile, nascono anche le altre discipline, come la logica, l’economia, la politica.

Vico trova una metafora tra queste tre età e i tre gradi della mente umana, che sono quindi differenziati in senso, fantasia e ragione. E’ la rivalutazione degli aspetti creativi e fantastici, esclusi dal “metodo” cartesiano. Assegna alla fantasia lo sviluppo della sapienza poetica: la poesia, nata prima ed indipendente dalla ragione e dall’intelletto organizzato, è così l’espressione di una facoltà a sé stante, con cui gli uomini esprimono il trascendente attraverso il linguaggio. L’esempio è la poesia omerica dell’Iliade e dell’Odissea. Alla decadenza della poesia con il sopraggiungere del raziocinio corrisponde invece l’affermarsi, sia a livello del singolo individuo che dello sviluppo dell’umanità, dei “concetti universali”. Le istituzioni (le nozze, i tribunali, la sepoltura dei defunti) sono la provvidenziale regolamentazione di istinti primordiali: la libidine porta alla costituzione delle famiglie; la necessità di limitare il bellum omnium contra omnes e il timore della vendetta privata spinge alla formalizzazione delle leggi; l’ansia della morte genera l’insorgere del culto dei morti. Questo ordine provvidenziale, che non determina una diminuzione della libertà umana, si manifesta in percorsi differenti delle singole nazioni: in alcune di esse, per esempio, la società è rimasta ferma a uno stadio primitivo e barbaro, o ancora altrove all’età degli eroi.

La storia, in una celebre formulazione di Vico, è un ciclo di corsi e ricorsi. In questo senso, “l’età degli dei, degli eroi e degli uomini” si susseguono ciclicamente, in un percorso in cui allo sviluppo razionale dell’ultima età subentrano, per degenerazione, germi di corruzione e crisi che fanno crollare le istituzioni fino alla tirannide e all’anarchia. Tra le cause principali che affliggono l’età degli uomini e della civilizzazione, ci sono lo scetticismo e il relativismo etici, che fanno preferire all’uomo il proprio tornaconto rispetto al bene comune, e la laicizzazione della cultura, che intacca il valore della religione come elemento fondante del vivere collettivo. Da qui, la provvidenza divina, che fornisce i rimedi alla crisi della civiltà, attraverso: l’azione di un monarca (la figura di Ottaviano Augusto è considerata importante per aver ripristinato le leggi); l’assoggettamento di una nazione in crisi da parte di nazioni più stabili; la caduta in uno stato bestiale, anteriore alla civiltà, a partire da cui gli uomini ricominceranno il ciclo delle tre età.

Questo filosofo, che Vatolla è riuscito a valorizzare oltre i consessi di esperti e specialisti del suo pensiero, riuscì a trasmetterci dunque alcuni concetti essenziali: il principio del “verum-factum” e la necessità di fondare scientificamente l’indagine storica; la teoria delle tre età della “storia ideale eterna”; il concetto di corsi e ricorsi storici; il ruolo della poesia, della sensibilità e dell’immaginazione rispetto all’uso esclusivo della ragione.

Il pensiero di Vico dopo la sua morte cominciò soprattutto in Francia ed Inghilterra a “germinare spontaneamente”.

E quando poi, settanta o ottant’anni dopo, quei concetti divennero patrimonio comune della cultura europea, non vi fu chi non rendesse al genio di chi li aveva pensati per il primo quella giustizia piena che i contemporanei gli avevano negata”. (3)

 

Note:

  1. Vico, 1953, “Opere”, in “Scritti autobiografici”, a cura di F. Nicolini, Riccardo Ricciardi Editore, Milano Napoli; Copyright: Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, 2004, pp.11-12.
  2. Per affrontare i principi della nuova scienza, ho consultato: G. Vico “Opere”, cit., ed in particolare: “Scienza nuova. Della sapienza poetica, libro secondo, pp.493-727; “Scienza nuova. Del corso che fanno le nazioni, libro quarto, pp.769-824; “Scienza nuova. Del ricorso delle cose umane nel risurgere che fanno le nazioni, libro quinto, pp.835-859.
  3. G. Vico, “Opere”, cit., p.106.

2 Responses to “Idee & parole – Giovambattista Vico”

  1. Annamaria Croce

    Eccellente

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La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Dicembre 20th, 2024

Per uscire dalla palude

Alla ricerca di nuove prospettive, nel romanzo di Pasquale Carelli: “Le creature del cielo negato” (Argo Libri, 2023)   “… […]

Dicembre 16th, 2024

Sul concetto di communitas

Quando si realizza un saggio, l’autore si pone almeno due problemi: il primo è di dare valore scientifico al lavoro; […]

Dicembre 10th, 2024

Su turismo e cultura

Ricevo da Gianni D’Alessandro il seguente scritto critico rispetto ad un turismo che potrebbe essere distruttivo per la cultura dei […]

Dicembre 6th, 2024

Le storie negate

Alcune considerazioni a partire dal romanzo di Giovanna Di Francia: “Anche in carcere viene Natale”, Independently published, 2023.   Ascoltare […]

Dicembre 3rd, 2024

Sguardi sociologici 3 – Spopolamento, qualche numero

Il territorio cilentano conosce il triste fenomeno dello spopolamento specie nelle zone più interne. Ciò accade per il problema della […]

Novembre 28th, 2024

Giovani ed emigrazione: la percezione del fenomeno

In questo scritto, mi occuperò dell’emigrazione giovanile che caratterizza in maniera diffusa l’intero Paese, confrontando le ricerche realizzate da vari […]

Novembre 22nd, 2024

Il vero ritratto di Dante immateriale

Gaetano Barbella invia uno scritto (che pubblico di seguito) in cui considera la figura di Dante Alighieri attraverso una “nuova […]

Novembre 19th, 2024

Il turismo e le nuove tecnologie

Quando parliamo di turismo, la prima considerazione è di valutare il rapporto tra i turisti/visitatori e l’ambiente esterno, le risorse […]

Novembre 17th, 2024

I giovani incontrano l’arte: l’osservazione di una interazione

Un interessante esperimento di interazione tra i giovani è l’arte è stato realizzato lo scorso 15 novembre 2024, presso l’Auditorium […]

Novembre 14th, 2024

La sociologia di Franco Ferrarotti

È scomparso all’età di 98 anni Franco Ferrarotti, considerato da molti il padre della sociologia, certamente colui che ha contribuito […]